25 Marzo 2017, 08.46
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Mercati settimanali e commercio ambulante, un mondo in trasformazione

di Valerio Corradi

Le novità normative sul commercio ambulante e i mercati portano a riflettere su come questo settore sia ancora importante a livello economico e sociale e su come stiano cambiando i suoi protagonisti


Nel territorio bresciano il commercio ambulante e al dettaglio al di fuori di negozi, storicamente, riveste un ruolo importante non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Quello ambulante è per definizione un commercio fondato su un rapporto diretto tra venditore e acquirente che si costruisce nel tempo.

Basti pensare alla funzione dei venditori ambulanti, anche della Valle Sabbia, che si recano, a cadenza settimanale fissa nelle località e nelle frazioni “meno comode” dove scarseggiano o sono assenti servizi e punti vendita, il tutto per vendere prodotti alimentari, frutta e verdura, vestiti o altri beni. Gli ambulanti sono il retaggio di un mondo fatto di appuntamenti fissi, di poca mobilità e poche comodità e di fiducia reciproca che, malgrado tutto, stenta a scomparire.

Luogo di elezione degli ambulanti è da sempre il mercato settimanale. Spazio per eccellenza dell’incontro ed evento settimanale che fa vivere piazze altrimenti, spesso, deserte o spente. Oggi anche il commercio ambulante sta conoscendo importanti trasformazioni. Ad esempio, sotto il profilo normativo è in atto un tentativo di introdurre novità nel settore.

La legge regionale della Lombardia n. 10/2016, prevede che entro il 4 luglio 2017 i mercati dovranno essere riorganizzati e ammodernati ad esempio, riassegnando tutte le concessioni tramite bando, garantendo una corretta concorrenza fra gli operatori e tutelando così il consumatore finale. In provincia di Brescia le piazzole interessate saranno circa 7 mila tra le quali spiccano quelle dei mercati di Desenzano del Garda (259 piazzole), Iseo (143), Leno (112), Montichiari (159), Orzinuovi (157), Palazzolo sull’Oglio (165), Rovato (141) e Salò (203).

Non desta ormai scalpore, l’osservare che buona parte di queste attività commerciali siano passate di mano e vedano, in alcune situazioni, una prevalenza numerica di titolari di origine straniera. Questi ultimi hanno comprato o preso in affitto banchi nei mercati soprattutto in settori come la bigiotteria e l’abbigliamento, un po’ meno nella vendita di prodotti ortofrutticoli e nel commercio di pesce e di carne. Essi rappresentano i “nuovi” ambulanti e testimoniano la sempre più marcata connotazione multietnica di alcuni settori della nostra economia.


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