Verso una scuola manageriale o democratica?

Negli ultimi anni, anche alla luce dei provvedimenti di riforma della scuola che si sono susseguiti, si è aperto un dibattito sulle funzioni che le guide degli Istituti scolastici devono svolgere nella gestione della loro organizzazione, nella convinzione che questa sia una delle questioni chiave da cui transita la possibilità di una positiva trasformazione del sistema formativo nel suo complesso.

Semplificando, possiamo dire che sono emerse due visioni opposte: da una parte quella di coloro che vogliono rafforzare la leadership e il ruolo dei Dirigenti degli Istituti scolastici assegnando loro funzioni dai tratti manageriali; dall’altra la visione di coloro che riconoscono la necessità di una leadership di tipo democratico che preveda un’effettiva partecipazione alle scelte di insegnanti, famiglie e degli stessi studenti.

La questione del modo di intendere la leadership di un Istituto scolastico in un contesto di quasi-mercato e in trasformazione, non è di facile inquadramento. Essa è al contempo una questione strumentale, valoriale e amministrativa.

In ogni caso, la sfida è quella di avere una leadership che non si limiti ad attuare in maniera burocratica politiche decise altrove ma che dia un contributo attivo, in termini di critica e di proposta, al rinnovamento delle politiche educative e soprattutto al rapporto scuola-territorio.

Serve allora trovare un punto di equilibrio tra la necessità di decidere e di attuare interventi in maniera efficiente e quella di favorire la partecipazione dei molti soggetti che ruotano intorno al mondo della scuola.