13 Dicembre 2014, 13.02
Mobilità sostenibile

L'ultima ricerca di Autoscout24 sul car sharing

di Susanna Giordani

Il car sharing è una realtà sempre più diffusa nel mondo ma anche e soprattutto in Italia, dove ogni giorno sempre più persone decidono di adottare questo metodo per i loro spostamenti, risparmiando e dando una mano all'ambiente e alla vivibilità delle città in cui vivono


Si tratta di una vera e propria rivoluzione non solo a livello di trasporti, ma per tutta l'economia. Come infatti sostiene l'economista di fama internazionale Jeremy Rifkin, penna d'eccellenza del New York Times, la "sharing economy", ovvero l'economia della condivisione, sta davvero cambiando radicalmente il mondo e lo stile di vita delle persone e il car sharing, facente parte di questo nuovo modus vivendi, non è da meno.

 

Il settore no-profit, infatti, è cresciuto ben del 41% negli ultimi dieci anni, ovvero più del doppio del Pil americano, ma questo non è tutto e l'economia della condivisione fa un passo oltre, perché a guadagnarci non sono solo le tasche, ma anche lo spirito, allargando la condivisione virtuale a una vera e propria realtà di beni comuni materiali condivisi anche, volendo, a livello globale.

 

Ecco che così prendono piede iniziative di ogni genere, tra cui, appunto, il car sharing. Questa condivisione automobilistica non fa altro che unire nella stessa macchina viaggiatori diretti verso la stessa meta, a corto, medio o lungo raggio che sia, che essi si conoscano o meno, riducendo così i costi e il traffico, ma anche le emissioni e l'inquinamento. Specialmente quando si fa del car sharing magari con un'automobile ecologica.

 

Oltre al car sharing, poi, c'è anche il tir sharing, che permette di sfruttare il viaggio di rientro "a vuoto" di un tir per un passaggio, delle spedizioni o per dei traslochi a basso costo.

Insomma, sembra esserci davvero un grande fermento nella sharing economy, che pare prendere sempre più piede. Eppure, a smentire in parte questa grande rivoluzione sono le ultime ricerche effettuate in Europa da Autoscout24, portale online dedicato alla vendita di autovetture, dalle nuove a quelle a km 0, in collaborazione con Gfk. La survey ha coinvolto più di 8.000 persone tra i 18 e i 65 anni in 7 differenti stati europei: Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna.

 

A destabilizzare un po' l'economia della condivisione è l'affermazione dell'87,4% degli intervistati di vedersi proprietari di un'automobile in futuro. Di essi, il 63,4% ha addirittura le idee molto chiare sul tipo di vettura che vorrebbe acquistare. Questo significa che se la quasi-totalità desidera possedere un'automobile, non c'è molto spazio per la condivisione, che non viene vista come una risorsa in grado di sostituire l'acquisto di una vettura. Il 24% ha però sostenuto che, nonostante l'intenzione di acquistare una vettura propria, non si sottrarrebbe all'utilizzo del car sharing, anche magari su base quotidiana, per andare a lavoro oppure per accedere a una ZTL con un veicolo elettronico. Ma il car sharing puro e crudo interessa davvero pochi. Infatti, solo il 6,8% si è dichiarato disposto a fare a meno del tutto della proprietà di una macchina e sostituirla con questa formula condivisa, con picchi di maggiore interesse quando si tratta di abitanti di medie o grandi città.

 

C'è da dire, però, che è ancora davvero poco tempo che la sharing economy sta prendendo piede nel mondo e soprattutto in Europa e, come tutte le novità, è raro che venga subito vista come una risorsa di cambiamento radicale, oppure come sostituzione alla realtà già esistente. Come ogni nuova idea, infatti, anche questa ha bisogno di farsi conoscere ed essere metabolizzata, per avere una possibilità realmente concreta di diventare la nuova realtà globale.




Commenti:
ID52866 - 15/12/2014 10:12:24 - (snaf) -

il car sharing non potrà mai essere la soluzione generale. E' ottimo per chi l'auto non l'ha e non la vuole o può avere, per chi invece ha certe esigenze non è pensabile di trovarsi nell'indisponibilità di avere il mezzo giusto al momento giusto. Basta andare al lago un giorno con due bambini piccoli per capire che non è cosa. E' una soluzione che piuttosto va bene al posto della seconda macchina e nemmeno sempre. E cmq a favore del car sharing a pagamento delle città dove le auto non sono di nessun singolo e non si innescano i meccanismi più complicati del carpooling, che nell'articolo viene erronamente definio sempre sharing. Sono cose diverse.

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