Caro direttore, data la sua scomparsa, ho sentito il bisogno di scrivere queste righe su Pino Daniele, musicista che ho amato senza mezze misure. Me le pubblica?
La morte è una fine, ma Pino Daniele ci lascia indubbiamente tutto se stesso con la sua musica. Certo il cambio di registro è stato per lui notevole, ma credo non abbia mai tradito la sua musica, il suo virtuosismo, il pensiero che la sua forma di espressione potesse arrivare in ogni cuore sia parlando di ingiustizia che parlando d'amore. In questi giorni mi sento in lutto, sono addolorato perché devo abbandonare un sogno e una speranza che da quando ero adolescente mi ha accompagnato nel mio viaggio. E' un addio in solitudine che non volevo proprio dare.
Pino stato davvero l'artista capace di creare un ponte vero tra la grande tradizione melodica napoletana e la linea pop/rock/blues anglosassone. E si badi... dico tradizione napoletana, ma dovrei dire italiana... anche perch, giusto per essere diplomatici, la musica italiana in realt non esiste: esiste la grande canzone napoletana tradizionale, sulla quale si sono innestate grandi individualit, come De Andr ad esempio, che pure in pi di un pezzo ha dichiarato, per cos dire, la sua formazione, innestando reminiscenze melodiche napoletane.Anche la lingua usata da Pino nei primi album, una sorta di "grammelot", per dirla alla Fo, che mette insieme napoletano, inglese e italiano e che riesce a lavorare su pi livelli si comprensione, dove i "gap" culturali vengono poi "ricuciti" dalla melodia.
Questo "polimorfismo" di Pino Daniele ha fatto s che lui sia stato uno dei pochi artisti italiani "pop" invitati ad eventi come i jazz festival internazionali e in grado di portare avanti collaborazioni con mostri sacri stranieri.
Peccato servissero i sottotitoli per capirci qualcosa, peccato perché la parte musicale era bella
Dispiace anche a me se pur non era tra i miei artisti preferiti ho goduto di alcune sue belle canzoni,nonostante alcune fossero difficili da capire...ma la ritmica e' sempre stata da professionista...ora fara' compagnia all'altro Pino sempre morto pure lui di infarto proprio poco tempo fa...
una traduzione è ,spesso,necessaria.il napoletano NON è un dialetto,ma una lingua riconosciuta.io non capisco bene neanche il dialetto bresciano. ma,anche se scrivo malissimo l'italiano,lo comprendo. sopratutto il messaggio-significato. ad esempio,come la "divisione" espressa da ventu,non aiuti la comprensione. non è che certa gente non capisce il napoletano:non capisce "l'esperanto emotivo" della musica che unisce.. (appunto)o forse capiscono anche troppo bene. capiscono che ,certa gente,attraverso la musica ,parla il linguaggio dell'amore! forse,è questo che dà fastidio. è questa la lingua sconosciuta oggi.una lingua che si stà poertando "scentemente" all'estinzione.
Ringrazio Ziggy per questo bellissimo articolo e l'Eretico per il contributo dato con i suoi commenti. Condivido parola per parola tutto quello che e' stato detto, compreso il rammarico di essere mancato all'appuntamento di settembre all'Arena di Verona. Mi consola il fatto di aver assistito a diversi suoi concerti tra cui uno memorabile a Napoli nel 1982 quando fu affiancato da una band stellare (Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Mel Collins, Alfonso Johnson...). Per quanto riguarda la questione linguistica, da napoletano dico che al di la' dell'intelligibilita' di quello che dicono le sue canzoni, basterebbe godere non solo della musica, ma della musicalita' della lingua napoletana che riesce a sposare il Blues in maniera sorprendente. Mi si passi l'accostamento forse iperbolico, ma noi tutti possiamo apprezzare una qualsiasi aria del "Flauto magico" di Mozart anche senza capirne esattamente il significato. Ancora grazie!
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ID53356 - 06/01/2015 09:33:32 - (Leretico) - Il mio Pino Daniele
Pino Daniele è da sempre un punto di riferimento. La sua musica, sia quella degli anni "70 e "80 che quella "diversa" degli anni "90 ha accompagnato la mia gioventù, la costruzione della mia visione del mondo. Anch'io mi rammarico per non essere andato a Verona il 1° settembre al suo concerto, sono andato a molti altri suoi e ad alcuni insieme a te, Ziggy. Mi sono sentinto molto triste ieri alla notizia della morte di Pino, insieme a lui mi sembra di aver perduto un pezzo della mia vita. Ho perso la poesia e la musica di chi non accetta le ingiustizie e sceglie di parlarne, di smascherarle, di puntare il dito contro il potere, contro il malaffare, contro chi fa finta di niente. Non mi dimentico di chi sono e da dove vengo. Non mi dimentico dell'anima, quella della canzone più bella di Pino Daniele intitolata semplicemente "Anima", che cantò anche a Brescia al Palatenda,come allora si chiamava, dopo l'operazione al cuore.