A Casto la sfida di sempre

Ci sono Malpaga e il Capoluogo ad occupare il fondovalle, poi ci arrampica.
Alone da una parte e si finisce lì. Dall’altra, se si risale il corso del Nozza in direzione di Lodrino, ci sono Briale, Famea e Comero, con qualche piccola appendice.

Tutto insieme è il Comune di Casto, che nel secolo scorso ha dato i natali a fior fiore di amministratori e di imprenditori, basta ricordare Egidio Ariosto per il primo gruppo, Luigi Lucchini e Silvestro Niboli per la seconda categoria.

Capacità di rapportarsi all’esterno e tanto duro lavoro, dunque. Peculiarità che hanno a lungo delegato a Casto, con Odolo, il ruolo di fucina della valle, tanto che fino a pochi anni fa da queste parti c’erano più lavoratori che abitanti.
Poi le cose sono cambiate un po’.

Da qualche tempo sono state riscoperte anche certe caratteristiche ambientali che presto, col tipico piglio imprenditoriale della gente di qui, sono diventate anch’esse occasioni di sviluppo.

In questo quadro, dopo dieci anni alla guida del paese, il sindaco uscente Simona Freddi ha deciso di aver fatto la sua parte, tutta quanta, e non si ricandida, nemmeno come consigliere.

A raccoglierne l’eredità, con la civica “Il Maglio” formata da una squadra rinnovata, si presenta Diego Prandini. Proveranno a mettergli i bastoni fra le ruote quelli della lista “Insieme” che ripropongono Massimo Bondoni, storico oppositore di questa compagine che, pur rinnovandosi ad ogni tornata, governa Casto oramai da decenni.

Sullo sfondo le questioni di sempre: i servizi da garantire, alla persona, al cittadino, per giovani ed anziani; lo sviluppo economico da accompagnare, magari provando ad individuare delle alternative alla produzione industriale, che anche qui segna il passo; un territorio da valorizzare, magari a fini turistici, favorendo il formarsi, appunto, di una nuova economia dell’accoglienza.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Vedi anche