22 Agosto 2011, 08.24
I racconti del lunedì

Tapascio Bombatus - Quarta puntata

di Ezio Gamberini

"Non rimandare a domani ci che puoi fare dopodomani". E cos la prima corsa al mare la faccio non domenica, ma luned mattina alle cinque: direzione Milano Marittima...

 
Otto chilometri su strade tra pini marittimi e mi ritrovo a fare shopping sui lunghi e larghi viali praticamente deserti.
La quiete è interrotta soltanto dal clangore delle prime saracinesche sollevate da assonnati commessi: “E via, comincia una nuova settimana….”, penseranno entusiasti o sconsolati, a seconda di come affrontano la vita.
Sicuramente euforici eravamo sabato mattina alle quattro io, mia moglie ed i nostri tre figli quando siamo partiti per la meritata settimana di mare.
Percorso rigorosamente su strade provinciali, come facciamo da anni, con classiche ed ormai consuete fermate per gustare pane ferrarese, crudo di Parma e magari un buon bicchiere di vino bianco. Si parla di tutto e ci divertiamo enormemente.
 
Preso possesso della camera ci dirigiamo subito verso la spiaggia e ci prepariamo psicologicamente ad affrontare, alle dodici e trenta, la prima "sbafata" di pesce.
Maria Grazia quest'anno ha deciso di battere il record dell'anno scorso: pesce sia per primo che secondo piatto, mezzogiorno e sera, per sette giorni a fila, perché nella vacanza della passata stagione in un paio di occasioni non ne mangiò, preferendo carne. In questa settimana la parola dieta non esisterà.
Conto di bruciare le calorie in eccesso con corsa e lunghe camminate, ma……. da domani, via.
 
La mattina prestò l'aria è buona.
Tornando da Milano Marittima incontro stormi di anziani che fanno il pieno di iodio e di affetti, chiacchierando amabilmente.
Incontro anche alcuni podisti; alcuni sono come me, XXL (ma in marzo ho promesso che un giorno porterò la M!), un altro mi passa via con l'effetto Doppler (o fa il bullo nei duecento metri in cui mi sorpassa o il soggetto è da tre e trenta al chilometro!), un altro ancora, pur dinoccolato, procede ad un'andatura ridicola, ma con un tal movimento di spalle, busto e bacino, che pare la sagra del dispendio di energie.
 
Sicuramente un cattivo maratoneta. Imparerò col tempo a valutare compiutamente la capacità di non disperdere eccessive energie nella corsa lunga: collo rilassato, braccia che aiutano ma senza movimenti troppo ampi, bacino che si stacca poco da terra, a seguire una linea orizzontale ideale, ginocchia basse e….. voglia di soffrire.
Prima delle sette e trenta ho nelle gambe quindici chilometri percorsi, una doccia ristoratrice ultimata e soprattutto una fame da lupo.
 
Non riporto i commenti e soprattutto le oscenità rivoltemi dai familiari, quando li sveglio. Ottengo però, entro le otto, il risultato di ritrovarmi seduto ai tavoli collocati sui bordi della piscina per consumare una colazione che vado ad annotare: n° due croissant caldi, presi al volo prima che finiscano, n° due fette di pane caldo spalmate di burro e marmellata di fragole, un pane imbottito di una fetta di formaggio, una fetta di salame ed una di prosciutto, il tutto intervallato da n° due tazze di caffelatte e n° quattro bicchieri di succo d'arancia.
“Dovrò pur rifocillarmi dopo quindici chilometri percorsi, no?”, dico alla moglie che mi guarda allibita.
Anche lei però non scherza e insieme ai ragazzi si produce in una notevole performance "sbafatoria". “Mangeremo di meno a mezzogiorno!”, ci mentiamo reciprocamente, spudorati.
 
“Andiamo nell'acqua torturata!” dice la mia piccola Chiara, sette anni, che mi prende per mano e mi conduce nella zona della piscina dove è collocato l'idromassaggio. In spiaggia invece, nel vedere un "coccobello" che innaffia il suo cesto colmo di cocco a fette chiede: “Come mai li condisce con l'acqua?”.
Compiuti da poco i quattro anni, una volta mi chiese: “Papà, tu sei contento quando muore qualcuno?”. “No - le dissi - mi dispiace, però tutti dovremo morire”.
Mi guardò perplessa e replicò: “Ma quando moriremo?”. “Quando saremo vecchi vecchi”, risposi io. “Beh, noi siamo tutti nuovi!” concluse rinfrancata.
 
Anna, dodici anni, nuota come un pesce. Dopo sei anni di piscina l'anno scorso ha optato per l'atletica.
La sua specialità sono i seicento e i milleduecento metri. Ogni tanto dice a me e a Grazia: “Ma come farete a mantenerci quando sarete in pensione?”.
Nel periodo in cui possedevamo ancora una piccola stufa a legna, nell'accingermi ad accenderla soffiavo sulle braci. Anna che mi stava a fianco voleva aiutarmi e così mi soffiava nelle orecchie. Quando si accorse dell'assurdità della cosa rise per dieci minuti di fila.
 
“Dimmi qualcosa della scuola”. “Scuo!”, mi risponde Paolo (quindici anni) con flemma olimpica.
Una sera, riuniti attorno al tavolo quando Chiara aveva pochi mesi, obiettò: “Speriamo che nasca un bambino così saremo in sei, perché adesso siamo un po' pochettini!”. Poco tempo dopo in un momento di sconforto esclamò: “Che sofferenza essere il fratello maggiore”.
Curioso invece fu allorché, a sette od otto anni, facendo forse un po' di confusione a causa della passione per le moto, mi svelò il nome dell'organo sessuale femminile: “Cagiva!”.
Quando aveva dieci anni fece una strana richiesta: “Chi è che vende bare qui a Vobarno? Perché io la voglio bianca e nera con su uno stemma dei "Chicago Bulls", oppure una normale con una targa con scritto ‘Paolo Gamberini capocannoniere dell'U.S. Vobarno 1994’ ”.
A Grazia, per chiudere con le "pasquinate", quando raggiunse un'età in cui si poteva affermare: “E se ti cambiassi con due diciottenni?”, lei mi rispose: “E se ti cambiassi con due di quarantotto chili?”. Insensibile! Ridurre così al silenzio un povero Tapascio Bombatus!
 
Mercoledì percorro una decina di chilometri sulla spiaggia nel punto in cui le onde la rendono sufficientemente dura da non far sprofondare il piede.
Naturalmente uso le scarpe da ginnastica. So di gente che ha pianto per le abrasioni procurate dalla sabbia alle piante dei piedi. Certa filmografia o certa letteratura continuano invece a dipingere con toni romantici la corsa a piedi nudi su spiagge selvagge e meravigliose.
Giovedì mattina ancora andata e ritorno da Milano Marittima.
La sera invece grande sfida a calcetto con il personale dell'hotel con inizio alle ore ventitre.
 
Paolo ed io realizziamo nove gol in due e facciamo numeri cinesi, suscitando lo stupore generale (non per Paolo, fisico asciutto, di quindicenne, quanto per il povero Tapascio che invece si rivela agile come una gazzella……vabbè, gravida…..). Termina tredici a nove.
Di là, portieri e cuochi, cucinieri e camerieri, personale "docente" e "non docente" insomma, simpaticamente riunito, resta senza parole, allibito e costernato. “Ragazzi - dico - andiamoci piano altrimenti domani a pranzo me la vedo brutta in quanto a menù e servizio!”.
Temevo ritorsioni, noto invece con piacere che nei giorni seguenti il menù sarà ancora più curato e il personale ci sorriderà con maggiore simpatia. Potenza dell'italica "pelota"!
 
Negli ultimi giorni di luglio ancora quattro sedute per una quarantina di chilometri totali più una partita di calcio contro una selezione di clienti dell'azienda in cui lavoro. Finisce nove a nove, faccio tre gol io e uno Paolo (che per la prima volta mi accompagna in queste partite "aziendali"), ma mi faccio male ad un ginocchio. Fortunatamente tutto si risolve in breve e potrò ritornare a correre dopo tre giorni.
Dovrò sfruttare al massimo agosto e settembre, mesi in cui la luce abbonda fino a tarda sera, oltre che essere generosa la mattina presto. Prima di correre a New York voglio cimentarmi almeno in un paio di gare, che non ho mai fatto: una sui dieci km e una maratonina (che è una mezza maratona). Le voglio correre in settembre, in modo che ci sia tempo davanti per fare considerazioni e valutazioni, ed eventuali correzioni di errori; l'altra ipotesi è di gettare la spugna ed alzare bandiera bianca, ritenendo impossibile l'impresa di terminare una maratona. Ma ho la testa dura!
 
Adesso però viene agosto e sto già pregustando il piacere che mi procurerà trascorrere la settimana di ferragosto con la famiglia a Budapest. Andremo in macchina, noi cinque.
 
Sarà una bella avventura! 
 
 
Tratto dal volume: “Tapascio Bombatus e altre storie” – Ed. Liberedizioni – 2008


Aggiungi commento:

Vedi anche
30/01/2012 07:33

Tapascio Bombatus – Dodicesima puntata Prima domenica di giugno, alle cinque della sera. Lo stadio brulica di gente...

16/01/2012 08:06

Tapascio Bombatus – undicesima puntata Credo di essere alto due metri, due metri e cinque. Almeno cos mi pare. O forse cammino a una spanna da terra...

12/03/2012 07:00

Tapascio Bombatus - Quindicesima puntata Non so perch, ma a tavola si parla di Elettra...

26/03/2012 12:59

Tapascio Bombatus – Sedicesima puntata Sono le nove di un marted mattina luminoso ed assolato. Una signora telefona al marito. Risponde la segreteria telefonica e Mary tra i singhiozzi lascia un messaggio...

11/07/2011 07:00

Tapascio Bombatus, prima puntata Nda: “Tapasciun”, in dialetto lombardo, colui che si trascina stancamente, a piccoli passi. La silouette non certo adamitica dell’autore ha fatto il resto.




Altre da Racconti del Lunedì
16/11/2020

L'ultimo giorno

“Oggi è l’ultimo giorno”, mi dico un lunedì mattina, al momento del risveglio…

19/10/2020

Cinque chili di Morositas

Non è difficile farsi spedire a casa cinque chili di Morositas. E’ sufficiente scrivere un racconto su Vallesabbianews…

03/08/2020

Un vasetto in affitto

Usciamo dal lavoro e raggiungiamo il centro salodiano per acquistare l’ultimo romanzo di Camilleri: “Riccardino”…

06/07/2020

Una confessione imbarazzante

È dura dover confessare al proprio coniuge un’azione indegna, alla soglia dei sessant’anni: non mi era mai accaduto fino ad ora un evento così spregevole...

08/06/2020

Il tubetto del dentifricio

Non riesci mai a capire quando è finito il dentifricio, con questi tubetti di plastica che riprendono sempre la loro forma iniziale, anche se li spremi...
AUDIO

18/05/2020

Si riparte

Oggi comincia una nuova fase, in cui la maggior parte di aziende e negozi riprenderà la propria attività, rispettando le dovute prescrizioni...

04/05/2020

A modo mio

Non si tratta della famosa macchinetta del caffè, bensì della maniera in cui trascorro l’ultimo fine settimana, prima di riprendere il lavoro a tempo pieno, lunedì 4 maggio…
AUDIO

28/04/2020

Nei giardini che nessuno sa

Coronavirus, bufale o realtà? “Inutile salvare obesi e fumatori…”, e ancora: “Gli ottantenni esclusi dalla terapia intensiva”...

20/04/2020

Una Pasqua sorprendente

E’ il giorno di Pasqua. Grazia ed io siamo a casa da soli. A mezzogiorno esatto, con una giornata meravigliosa, cielo azzurrissimo e sole splendente, apro tutte le porte e le finestre e “sparo” al massimo volume l’Hallelujah di Händel…

13/04/2020

Mamma

In occasione della scomparsa della loro mamma, dedico questo ricordo, pubblicato sette anni fa, al nostro direttore Ubaldo Vallini e alle sue sorelle Eliana e Nunzia. AUDIO