06 Febbraio 2017, 06.38
Racconti del lunedì

L'addestratore di galline

di Ezio Gamberini

E’ veramente incomprensibile come certe notizie sconvolgenti non procurino l’adeguato sdegno nell’opinione pubblica


 
Ciò che racconto è avvenuto una decina di giorni fa, prima che le decisioni e i veti del neo presidente americano sull’ingresso dei migranti provenienti da certi stati generassero una protesta generalizzata a livello mondiale.

Quando ho cinque minuti, il mattino presto prima di partire per il lavoro, oppure la sera dopo cena, mi piace scorrere le notizie del Televideo.
Questa è proprio straordinaria, devo rileggerla tre volte perché non capisco se è uno scherzo, oppure è realtà.

Televideo RAI - 26/01/2017 pag. 102 – 24 ore non stop:
ore 00.30 - USA – ‘Penso che funzioni!’. Così Trump si dice favorevole al ‘Waterboarding’, l’annegamento simulato durante gli interrogatori”.

Ma caro Mr. President of the United States of America, non pensi che funzioni ancora meglio lasciarli a testa in giù due giorni a fila legati per i piedi?
Confesseranno qualsiasi cosa: che hanno scannato un’intera classe di bambini della scuola materna, criticato il colore dei tuoi capelli, tagliato la coda alle lucertole, rubato materiale atomico da una base lunare… 

Televideo 27/01/2017 pag, 102 – 24 ore non stop:
“ore 11.14 - RUSSIA – La Duma russa ha approvato in terza e ultima lettura un progetto di legge per depenalizzare i ‘maltrattamenti in famiglia’, declassandoli a ‘illecito amministrativo’. Ora il disegno di legge deve essere presentato al senato, poi al presidente Putin. Hanno votato a favore della proposta trecentottanta deputati. Solo tre i voti contrari.”

Alè, ora si può tranquillamente massacrare di botte propria moglie e bastonare a sangue i figli.
In ogni caso si tratterà soltanto di “illeciti amministrativi”

In questo marasma, o meglio, in questa più totale indifferenza, non farà scalpore la notizia di volermi candidare alle prossime elezioni amministrative.
Se diventerò sindaco, introdurrò immediatamente delle novità sbalorditive che faciliteranno in modo decisivo lo svolgersi dell’attività amministrativa: quando in Consiglio Comunale ci saranno feroci dibattimenti, sarà reintrodotta l’Ordalia, il famoso “Giudizio di Dio”, per cui ogni membro della minoranza sarà obbligato a salire sulla cima del campanile e gettarsi nel vuoto; se arriverà al suolo incolume, allora sarà possibile presentare una mozione di sfiducia (che sarà ovviamente comunque respinta).

E poi sarà necessario costruire un muro ai Tormini, per preservare la nostra bella valle dagli intrusi che provengono dal sud.
Al fine di difenderne le origini bresciane, per potersi iscrivere all’anagrafe, accedere alle cariche pubbliche, iscrivere alle scuole di ogni ordine e grado i propri figli, occupare la pubblica piazza, avere il medico della mutua (fino a quando proseguirà questa costosissima e obsoleta consuetudine), sarà obbligatorio, dinanzi a un pubblico ufficiale, pronunciare chiaramente e con indiscutibile accento nostrano, la seguente parola d’ordine: 
Sere dre che nae a Nae, go ‘ncuntrat el pret de Nae, el ma dit en do che nae, me go dit che nae a Nae”, e sarà altresì indispensabile conoscere approfonditamente gli antichi Statuti di Val di Sabbio e la biografia completa di Ugo Vaglia.

***

Ha sette anni, è sempre sorridente e solare, intelligentissimo e loquace; quando passa a trovarci, sembra di essere inondati da un raggio di sole e ci divertiamo un mondo!

Grazia gli chiede:

“Allora, vuoi diventare grande?”.

“No, voglio restare piccolo!”, ribatte il simpaticissimo bambino.

“Beh, ma un giorno crescerai, e dovrai anche cercarti un lavoro. Che cosa vorrai fare da grande?”, lo incalza Grazia.

“Io da grande voglio addestrare le galline, lo faccio già da mia nonna!”
, risponde convinto, mentre tratteniamo a stento un’esplosione di risate.

“E poi?”, gli chiediamo insieme.

“E poi andrò al circo!”, conclude il piccolino.

Ogni volta in cui viene a trovarci gli costruisco un aereo, che vola benissimo, e gli dico che sono cinquant’anni che li realizzo: 
“Sono il campione del mondo degli aerei di carta!”.

In seguito, scoprirò che il bimbo, nel mostrare l’aereo al suo papà, gli ha rivelato entusiasta: 
Papà, me l’ha dato il campione del mondo di aerei di carta. Sono cinquant’anni che li costruisce!”.

Nel concludere questo racconto in cui abbiamo parlato di addestratori di galline, è inutile dirvi che il mio preferito è sicuramente l’ultimo, il piccolo amico, che ci permette di mantenere intatta la speranza per il futuro.

E i primi due? 

Beh, li giudicherà la storia, se alla “storia”, domani, sarà ancora concessa la possibilità di farlo.



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