09 Marzo 2014, 07.27
Punti di vista

Destra e sinistra sono scatole vuote

di Aldo Vaglia

Nei prossimi mesi un’overdose di dichiarazioni su destra e sinistra, su ladri e comunisti, conservatori e riformisti,liberisti e statalisti, ingorgherà il dibattito politico e sarà tanto più urlata quanto meno gli  schieramenti  politici avranno da proporre discussioni sensate


Non ne saranno immuni nemmeno le nostre amministrazioni, che ne hanno già dato prova con il cambio della guardia alla Comunità Montana, dove solo di schieramenti s’è parlato, guardandosi bene dal toccare temi, progetti, programmi e metodi di gestione.
In prima linea a sostenere l’equidistanza troveremo i Grillini, ma avranno una concorrenza piuttosto agguerrita, perché al solito Berlusconi, che della destra e della sinistra non gli è mai interessato niente, (se non  per accomunare Giudici, Prodi, e tutti quelli che la pensavano  diversamente ai comunisti), si affiancherà, questa volta, il PD di Renzi.

La frase: “destra e sinistra sono scatole vuote” attribuita al filosofo esistenzialista-comunista Jean Paul Sartre.
Non può essere estrapolata dal suo contesto. Gli anni ’60,  la guerra fredda, Kennedy, Kruscev e papa Giovanni, sono difficili da ingabbiare nelle categorie di ‘progresso’ e ‘conservazione’, attribuite dalla rivoluzione francese a destra e sinistra.
Il superamento della distinzione tra destra e sinistra da parte dei nostri politici sarà più da legare alle canzonette di Celentano e Gaber, che ai pensatori classici.

È il riconoscere nel criterio di Uguaglianza e Disuguaglianza le differenze tra destra e sinistra che Bobbio mette definitivamente ordine ad una discussione che in troppi punti cercava utilitaristiche interpretazioni. Il come ci si pone di fronte alle disuguaglianze e il rifarsi ai due filosofi che meglio ne incarnano il pensiero, Rousseau e Nietzsche, è il punto d’approdo del suo argomentare.
“Mentre per il primo gli uomini nascono uguali, ma è la società a renderli diseguali, per il secondo gli uomini sono naturalmente diseguali e soltanto la società, con la morale del gregge e la religione della compassione e della rassegnazione, li rende uguali”.

Il far ricorso in modo indifferenziato a teorie di destra e di sinistra, può portare dei vantaggi nella ricerca del consenso.
Ma chi paga le tasse e come verrà redistribuito il reddito definiscono il ‘come’ e il per ‘chi’ si fanno le scelte, se per l’uguaglianza o le disuguaglianze.
Non è perciò la coerenza che impone le non alleanze, ma è l’impossibilità a mantenere l’equidistanza che le rende impossibili.

Quello che sembra forza anche per Renzi è invece la sua debolezza.
La sua ascesa è stata travolgente fino a che ha potuto sottrarsi all’abbraccio di chi favorisce le disuguaglianze, situazione di cui può ancora godere Grillo stando all’opposizione.
Ma nel momento dell’abbraccio con la destra la sua manovra è frenata e se non è frenata dalla destra lo è dal suo partito.

Così si esprime Michele Nicoletti che insegna filosofia all’università di Trento: «Quando qualcuno mi chiede se esiste ancora oggi la distinzione tra destra e sinistra, mi viene in mente la battuta del filosofo francese Alain: “quando mi domandano ha ancora senso la divisione tra partiti di destra e di sinistra, tra uomini di destra e di sinistra, la prima cosa che mi viene in mente è che la persona che mi fa questa domanda non è certamente di sinistra…» e Michele Smargiassi in “Né di destra Né di sinistra” conclude: «sopra, oltre, avanti, altrove, una serie di avverbi per discostarsi dalla linea che corre da sempre tra destra e sinistra… un grave difetto di lateralizzazione; in un bambino impone una visita dal medico; in un adulto, può fondare una carriera».



Commenti:
ID42657 - 09/03/2014 09:06:40 - (Leretico) - L'educazione alla democrazia

Quello che ho inteso di questo articolo è il concetto di differenza tra la semplificazione della propaganda politica, soprattuto sotto elezioni, e la complessità della democrazia, che si occupa di conciliare valori e situazioni presenti nella società. Purtroppo, come si è evinto da numerosi esperimenti scientifici, la mente umana è portata a scegliere e capire più facilmente le semplificazioni piuttosto che affaticarsi in ragionamenti complessi: è una questione di carico cognitivo. La propaganda politica approfitta di questa situazione con i suoi slogan semplificatori, ottenendo purtroppo proprio ciò che intende ottenere: consenso. Il rimedio a queste cose sta nella legge di Ashby: per affrontare un argomento complesso occorre una mente dotata di pari livello di complessità. Adeguandosi a questa legge la semplificazione non si porrebbe e certi politici ignoranti non potrebbero vincere le elezioni. La complessificazione del

ID42658 - 09/03/2014 09:15:52 - (Leretico) - continua

dell'elettore, ossia la sua capacità di sopportare meglio il carico cognitivo che permette di smascherare le semplificazioni della propaganda politica, passa attraverso l'educazione alla democrazia, a partire dai livelli più bassi di istruzione, ossia dall'asilo. L'educazione alla democrazia passa dall'educazione in generale, ossia dalla scuola. Vogliamo migliorare ed avere una società meno vittima del politico ladro di turno? Cominciamo ad educare seriamente i nostri giovani a complessificare il livello delle loro menti, avremo una società più immune dai furbetti della politica, più attenzione e comprensione dei problemi veri che in essa si agitano.

ID42661 - 09/03/2014 10:03:38 - (sonia.c) - il signor Vaglia..

evidenzia un problema..leretico ,porta una utile e possibile prevenzione..ancora uno di voi e siamo quasi salvi ihih grazie..saluti e baci.

ID42662 - 09/03/2014 10:32:48 - (Dru) - Uguaglianza e Libertà

Questo è ciò che Aldo indica come le due realtà che la democrazia ci ha lasciato in eredità e che a suo vedere differenziano ancora le diverse figure che giocano la partita della politica italiana, con un'indicazione a quei temi elettorali che non sono sullo stesso piano dello spirito democratico e allontanano il pensiero comune, che semplifica, dalla Sapienza, quella indicata dai filosofi che pronuncia nello scritto, a suffragio dello spirito democratico, spirito che è sui due motivi, Uguaglianza e Libertà, che giocano la partita Vera. Per Rousseau gli uomini nascono belli e fratelli ma, colpa degli "apparati" che si è dato, i "sistemi politici" e i "giudizi morali",si fanno brutti e nemici, occorre rivedere quei sistemi e quei giudizi alla luce dell'origine dell'uomo, della sua genuina purezza.

ID42663 - 09/03/2014 10:50:37 - (Dru) -

il risultato di questo pensiero? occorre rimodulare appunto quei "sistemi" e quei "giudizi" che la storia ha prodotto come istituzioni, non è l'uomo ma le istituzioni che non funzionano per l'uomo, vanno cambiate le istituzioni.A differenza di Voltaire, il moralista e religioso intellettuale, Rousseau vede nelle istituzioni il problema dell'uomo moderno, quelle vanno cambiate e non l'uomo (moralismo volteriano). Il bambino nasce puro, è la società con i suoi orpelli che lo rende impuro. L'adulto come la società, nell'educazione educa il bambino a mentire, che dalla purezza diventa impuro, impara l'uomo originariamente puro ad essere impuro. Benché suggestiva questa filosofia indica nelle istituzioni borghesi e elitarie il j'accuse ad un "sistema istituzionalizzato" per difendere i privilegi e contro natura, la natura dell'uomo nato uguale, una posizione sicuramente rivoluzionaria a quei tempi.

ID42664 - 09/03/2014 10:58:51 - (Dru) -

rivoluzionaria per le nazioni e le loro istituzioni che erano dell'Ancien Regime e che vedevano in questo pensiero la sovversione. Rousseau cosa aveva di differente rispetto ai suoi compagni di viaggio illuministi, semplicemente quell'anima marxista di un Marx non ancora nato, lo spirito Romantico e innovativo per certi aspetti che puntava al rovesciamento dello Stato che così non funzionava se non a tutela di privilegi e di corruzione dilagante, lo storicismo si impone e con lui il suo carattere preminentemente positivo.

ID42665 - 09/03/2014 11:13:00 - (Dru) - Lo storicismo e il suo carattere preminentemente positivo

Rousseau, che nello scritto di Aldo sembrerebbe opporsi a Nietzsche, per un'analisi superficiale dei due personaggi, almeno nelle poche parole scritte, in realtà ne è il precursore e Pigmalione. Dove Nietzsche non sopporta Rousseau è nella Rivoluzione e nell'Eguaglianza, quel carattere contraddittorio del definitorio che proprio Rousseau voleva combattere come intenzione, ma che inevitabilmente per sentimento (romantico è Rousseau)giustifica. Il rovesciamento rivoluzionario non conduce a nulla se l'uomo è uguale in principio, l'uomo in principio non è uguale ma è libero dichiara Nietzsche. Dove Rousseau vede una possibilità di libertà è nelle istituzioni e non nell'uomo, uguale per natura, lì Nietzsche ci mette lo zampino,il "sottosuolo" del pensiero del nostro tempo: non solo le cose prodotte dall'uomo, le istituzioni, sono libere dalla necessità, ma anche l'uomo stesso.

ID42666 - 09/03/2014 11:16:43 - (Dru) - tornando ai giorni nostri, grazie anche a quei giorni direbbe Aldo che ama la storia, la superficie del pensiero

Su queste basi, sul sottosuolo del nostro tempo e il suo pensiero, che dobbiamo interrogarci sulle due categorie che lavorano all'interno dell'apparato democratico, Uguaglianza e Libertà. A voi la replica...

ID42667 - 09/03/2014 12:03:59 - (Aldo Vaglia) - Per Leretico

Il linguaggio semplificato ha come conseguenza un pensiero comune, semplice e poco rigoroso. Il "destra e sinistra per me pari sono" fanno parte di questa comunicazione, che nel Web si colora d'insulti e parolacce.Leggevo una bella risposta di Michele Serra ad una lettera inviatagli da una lettrice: "Penso spesso, mia cara Simona, che la vera Casta siamo noi cittadini: e' il cumulo nefasto e immane dei nostri egoismi, dei nostri piccoli interessi, della nostra pigrizia e della nostra ignoranza. E la peggiore colpa dei politici e' che non sono migliori di noi, come sarebbe loro dovere essere, e anzi fanno di tutto per assecondarci e per assomigliarci.

ID42668 - 09/03/2014 12:29:00 - (Aldo Vaglia) - Per Dru

Il tema della liberta' e dell'uguaglianza e' uno dei pilastri su cui si basa la filosofia di Bobbio e che non puo' mancare in un discussione su "destra e sinistra". Ma e' soprattutto sul concetto di "democrazia" che Bobbio sviluppera' le sue analisi, condotte attorno all'idea di "Socialismo Liberale". Bobbio considera la democrazia "un composto chimico instabile" fino ad aggiungere: in certe condizioni, e' preferibile accettare l'ordine del giorno politico di concorrenza limitata tra "elites" piuttosto che mettere a repentaglio la struttura costituzionale caricandala di aspettative troppo ambiziose...Nulla rischia di uccidere la democrazia piu' dell'eccesso di democrazia...l'esperienza italiana e tedesca tra le due guerre ci ricorda che c'e' una via parlamentare al fascismo.

ID42669 - 09/03/2014 14:11:14 - (Dru) - la critica al dogmatismo democratico...

...conduce a questi massimalismi, sfocianti nel socialismo liberale. Ma ciò che pongo alla base del mio pensiero, intorno la "Sapienza", prodotta da Rousseau e Nietzche, ma che vede in questi solo degli esempi paradigmatici dello sviluppo storico del pensiero , è questa voglia (=volontà di potenza) "imbelle" della "Storia", come tale, di liberarsi (=volontà di Libertà) di ogni "Sapienza".

ID42670 - 09/03/2014 14:12:57 - (Dru) - il periodo scritto qui sotto è lungo e impegnativo...

In questo solco, lo stato democratico è la procedura che ancora oggi concilia, "come composto instabile", Uguaglianza e Libertà, perché, come riflesso della volontà del "servo" di potere, servo che per natura è uguale al padrone, ma per condizione sociale no, condizione che non la natura ma le istituzioni producono, dove la contraddizione che ravvede un Rousseau naturalista dell'uomo nato uguale, quindi sulla base di un vincolo, un Rousseau coerente con il sottosuolo del pensiero moderno della società storica e storicizzante, quindi libera dai vincoli della Sapienza, non si libera il servo che rimane vincolato da questo legame servo/padrone, ma si libera, per Sapienza, solo ciò che può esser libero,che si pensa fin da principio libero di essere come di non essere, incoerentemente allo sviluppo storico.

ID42671 - 09/03/2014 14:14:55 - (Dru) -

Ma la coerenza dello sviluppo storico vuole che sia la Libertà a trionfare, per questo motivo la nostra società, la società occidentale, sempre più libera dal vincolo della Sapienza antica, che la soffoca, in Nietzsche trovando colui che uccide qualsiasi vincolo, anche il vincolo di Sevo/Padrone, lo capisce, e lo ama, magari ancora inconsapevolmente, ma lo ama. Per la coerenza di questo pensiero L'uomo è "libertà" di espressione e non vi sono né servi né padroni, nemmeno quel padrone che li fa Uguali.

ID42672 - 09/03/2014 14:20:36 - (Dru) - concludo

o nemmeno quel padrone che li fa Liberi, insomma nemmeno ogni tipo di apparato, come quello democratico, che anticipi la vera libertà da ogni vincolo. In questo sottosuolo si può vedere, nel solco della sua coerenza, la fine di ogni apparato o sistema, Democratico o Totalitario che sia.

ID42674 - 09/03/2014 15:24:48 - (fp300958) - La Destra oggi .......

Al giorno d'oggi, con il termine destra, in ambito politico, possiamo definire l’insieme delle posizioni politiche qualificate come conservatrici. Appare determinante per questa attribuzione fondare le proprie idee sul non egualitarismo. Gli uomini sono allo stesso tempo eguali e diversi, pero’ per la destra e’ la non eguaglianza la loro caratteristica fondamentale. L’uomo, nelle quotidiane relazioni che lo collegano agli altri uomini, agisce utilizzando soprattutto gli elementi che lo differenziano e deve quindi essere valutato di conseguenza. La diversità e’ l’elemento principe del mondo, che lo rende tale e lo guida. D’altra parte, le diseguaglianze fra le persone inducono ad instaurare rapporti di forza fra gli individui, che sarebbe stupido ignorare o sminuire, perché determinano prima il quotidiano, poi il divenire storico. (segue)

ID42675 - 09/03/2014 15:26:01 - (fp300958) - segue la Dstra oggi .....

Dire cio’ non significa giustificare ogni forma di diseguaglianza, ma significa ammettere che il mondo e’ regolato da un ordine delicato, fissato dall’accavallarsi di diversita’ che non possono essere ridotte ad un’uniforme eguaglianza. Le differenze individuali, proprieta’ inalienabili di ogni individuo e frutto del suo naturale stare al mondo, sono esattamente i valori che concretano i presupposti della vita dell’uomo sulla terra e nello stesso tempo, l’unico suo possibile risultato.

ID42676 - 09/03/2014 16:18:41 - (Dru) - é vero

le posizioni di chi vuol mantenere le cose come stanno è il conservatore che le difende, ma una provocazione su tutte: la scienza, che ci serve, come vera potenza, per conservare ciò che la storia degenera , è conservatrice o è progressista? questa provocazione serve per guardare al sottosuolo del sottosuolo, o inconscio dell'inconscio. Per poter conservare ci tocca essere progressisti. Per conservare ci tocca innovare. ma siccome innoviamo non conserviamo.

ID42677 - 09/03/2014 16:45:40 - (Dru) - Nella Politica queste identità di destra conservatrice e sinistra progressista sono figure ideologiche superate

Voglio con questo dire che Destra e Sinistra ,in politica, nella divisione operata, nelle democrazie parlamentari, sui valori originati appunto nella conservazione e nel progresso, o si adattano a questa visione scientifica che vuole conservare innovando, dove il padrone che vuole conservare è l'l'innovazione, che la serve, in nome e a favore di una conservazione della vita, soprattutto la "propria", guardando a quali siano le vere forze che vanno in quella direzione, o, anche storicamente, sono queste identità, destra conservatrice e sinistra progressista, superate dalla storia stessa.

ID42678 - 09/03/2014 16:57:51 - (Dru) - Per ciò che riguarda le "differenze"

La democrazia nasce proprio sull'" identità delle differenze", ognuno è diverso e è questa differenza che lo identifica agli altri, dice l'apparato democratico, ma senza verità, ogni apparato perde il suo significato, e solo l'uomo capace ha posto in questo mondo in continua evoluzione, nessun apparato democratico può davvero proteggerlo più dall'innovazione storica, cosa che può la tecnica guidata dal sottosuolo del pensiero (quello scientifico guidato dalla filosofia).

ID42681 - 09/03/2014 19:28:09 - (Aldo Vaglia) -

Bobbio in "destra e sinistra" contrappone al concetto di uguaglianza della sinistra, quello di gerarchia della destra.Il problema come ben evidenzia fp300958 non e' costituito dal fatto che gli uomini siano uguali o disuguali, che sono sia l'uno che l'altro, ma come lo sono nei confronti del potere e della legge. E perche' il potere e le leggi possano favorire sia le uguaglianze che le inuguaglianze. (Con l'obbligo di spiegare su quale principio fovoriscono le seconde)... Emanuele Parsi nel suo libro "la fine dell'uguaglianza" racconta: "la crisi economica sta distruggendo il primo valore della nostra democrazia...Non c'e' nessuna opposizione tra liberta' ed uguaglianza, perche' senza uguaglianza la liberta' si chiama privilegio...Come non c'e' nessuna incompatibilita' tra democrazia e mercato, anzi i loro destini sono strettamente legati.

ID42682 - 09/03/2014 19:44:06 - (Dru) -

"Strettamente legati", per ogni libertà, ciò che è base di ogni volontà isolante e dominante, è contraddizione.

ID42683 - 09/03/2014 20:12:45 - (fp300958) - deseguaglianze ...

Per comprendere il senso della diseguaglianza tra gli uomini deve essere innanzi tutto compresa la natura dell'uomo nella sua originarieta', in quanto l'ineguaglianza si e' sviluppata man mano che l'uomo si e' allontanato dalla sua condizione naturale.Gli uomini, per natura, sono tutti uguali. C'e' tuttavia un forte disaccordo su cosa siano le leggi di natura, perché spesso queste vengono definite sulla base di principî astratti e metafisici, estranei all'uomo nella sua naturalità. Si tende a trasferire nell'uomo di natura caratteristiche, pensieri ed azioni tipici dell'uomo sociale; nell'uomo naturale, invece, agiscono due principî che precedono la ragione:il principio dell'autoconservazione.l'incapacita' di veder soffrire i proprî simili. La socievolezza è esclusa dalle caratteristiche dell'uomo naturale. Il principale errore compiuto da chi ha riflettuto sull'uomo nello stato di natura è stato proprio quello di proiettare su quello, ...

ID42684 - 09/03/2014 20:14:26 - (fp300958) -

...caratteristiche proprie dell'uomo nello stato civile, quali ad esempio la socievolezza, la ragione o l'aggressivita' verso i suoi simili. In realta', finche' l'uomo non oppone resistenza alle sue due tendenze naturali non gli succedera' mai di provare sentimenti di odio verso un suo simile e, anche qualora dovesse attaccarlo, sarebbe solo per motivi di sopravvivenza.Pertanto va detto che esistono due tipi di diseguaglianze tra gli uomini:Diseguaglianza naturale, che riguarda unicamente le differenze fisiche.Diseguaglianza morale, derivata dalla società, consistente in doveri e diritti La prima non ha bisogno di essere spiegata o legittimata; il difficile è invece spiegare l'origine della seconda.!!

ID42685 - 09/03/2014 22:40:04 - (Dru) - Lei è rousseauiano in queste sue tesi

Ma come Nietzsche critica lo stato di natura, dice lei "c'é un forte disaccordo su cosa siano le leggi di natura" , finché non dice che la prima, la diseguaglianza naturale non va spiegata o legittimata, lo stato di natura rousseauiano. Ma è proprio questo linguaggio teorico che va in crisi con la scienza, questa natura monolitica e sacra, con le sue leggi eterne, che è messa in discussione, è criticata dal pensiero moderno, questa Sapienza.

ID42686 - 09/03/2014 22:58:39 - (Dru) - Di fronte a questi paralleli, che possono sembrare impropri per un presuntuoso parallelo ...

..., che hanno l'aria di vestire di autorità gli argomenti che trattiamo, è importante sempre capire che ciò che è di più autoritario degli uomini non è il loro nome, ma i concetti che vanno trattando, e i concetti non sono autoritari per le persone che li dicono ma per le cose che dicono.

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