23 Aprile 2013, 07.00
Psicologia e benesssere

Stalking, una triste sequela di cronache violente

di Gianpiero Rossi

La riflessione dello psicoterapeuta Gianpiero Rossi sulle possibilitŕ di prevenzione del reato di stalking, rivolgendosi a centri specializzati che possano contenere gli atti persecutori e che altrimenti potrebbero sfociare anche in omicidi passionali

 
“Non possiamo fare nulla finché lui non le punta una pistola addosso”. Eppure è andata dieci volte dai carabinieri l’ultima vittima di stalking in questi giorni a Montebelluna, Denise.
 
Questo è il paradossale vincolo in cui le forze dell’ordine sono legate da una (in)Giustizia, che oltre ad essere fra le più lente d’Europa, concepisce freni - come sintetizzato nell'incipit - alla prevenzione degli atti criminali annunciati più volte come nell’ennesimo omicidio di stalking riportato venerdì.
 
In più l’episodio si aggrava per il rilascio di una licenza d’armi sportiva richiesta dopo la segnalazione di pericolo di reato. Ovvero una licenza di uccidere come hanno scritto alcuni giornali. Attraverso quali canali ottiene il rilascio di un porto d’armi una persona che viene segnalata ai carabinieri per attività di stalking?
 
Purtroppo mentre scrivo quest’articolo, il Tg annuncia un'altra tragedia della gelosia ad Acilia, Roma, dove una guardia giurata insegue la moglie
e la uccide, poi tenta il suicidio.
 
Come prevenire quest’odiosa piaga persecutoria? Per chi minaccia suicidio esiste il trattamento sanitario obbligatorio. E per chi minaccia di omicidio passionale invece?
 
La giustizia si limita agli strumenti dell’Ammonimento o del Precetto. Se questi non bastano? Si attende il carcere, a fatto compiuto, invece che prevenire con altre forme? Se la persona non si cura continuerà a insistere.
 
Quanti giorni passeranno per il prossimo fatto di cronaca di reati annunciati? Eppure i numeri non sono pochi se si considera che gli omicidi a sfondo passionale costituiscono più dell’80% del totale dei delitti. Vedi al proposito quest’articolo su gelosia e stalking.
 
E’ chiaro che obbligare una cura non ottiene gli stessi risultati di una sensibilizzazione a curarsi spontaneamente, ma almeno pone il soggetto davanti al suo disturbo, invece che proiettare esternamente la causa dei suoi mali.
 
A questo riguardo vi sono iniziative di tutto rispetto come riportato nel progetto dell’Osservatorio Nazionale sullo stalking condotto in diverse città. In questo studio nel 40% dei casi, coloro che si sono rivolti al Centro Presunti Autori hanno raggiunto ottimi risultati arrivando al completo contenimento degli atti persecutori, mentre nel 25% si assiste a una diminuzione drastica del fenomeno. Solo nel 30% dei casi i risultati sono meno incoraggianti e lo stalker continua a perseguitare la vittima.
 
Esistono dei segnali dello Stalking? Come si può prevedere il fenomeno? I colleghi L.Catalli & L Milone scrivono: “Galeazzi afferma che, nel caso in cui la molestia avvenga all’interno del rapporto duale di coppia, una prima prevenzione può essere fatta osservando il partner nella fase di 'amante perfetto', i cui atteggiamenti ossessivi sono dominanti e possono di conseguenza indurre qualche sospetto: egli sta passando infatti, da una gelosia senza ragione a un bisogno eccessivo di controllo.

Da un punto di vista della persona che vive questo disagio individuale e/o di coppia, un percorso consigliato può essere quello di richiedere una consulenza psicologica, un percorso quindi che assume carattere di prevenzione contro lo sviluppo potenziale di un comportamento assillante. Da un punto di vista collettivo, ancora pochi studi trattano del fenomeno dello stalking. Si crea quindi la necessità di ulteriori indagini e ricerche su tale tematica ed allo stesso tempo offerte di aiuto vere e proprie da servizi realizzati appositamente”.
 
 
Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica
Lumezzane - tel. 030 82 64 09
Body Mind Center, Salò - tel. 0365 21 318
gprossi@intelligenza.it 


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