23 Ottobre 2015, 15.28
Pillole di psicologia

Stalking, quali sono i confini dell'amore e del rispetto ?

di Dott.ssa Annalisa Croci

Nelle relazioni la maggior parte delle persone è in grado di amare a tenere il confine, senza soffocare l’altro: l’amore è reciprocità e rispetto, ma nel caso dello stalking perde i confini.


In alcune relazioni, a seguito di risposte negative, uno dei due partner insiste ulteriormente nel proseguo dei contatti e nel cercare di non staccarsi; dando il via ad una condotta di stalking.

Alcuni comportamenti come telefonate, sms, e-mail, “visite a sorpresa” e perfino l’invio di fiori o regali, possono essere graditi segni di affetto che, tuttavia a volte, possono trasformarsi in vere e proprie forme di persecuzione in grado di limitare la libertà di una persona e di violare la sua privacy, giungendo perfino a spaventare, tali condotte possono rientrare nello stalking se reiterate nel tempo.

Con la parola stalking, che tradotta significa “ fare la posta “, si qualificano comportamenti reiterati persecutori, realizzati dal soggetto persecutore nei confronti della sua vittima. Si tratta di un insieme di condotte, sotto forma di minaccia, molestia, atti lesivi continuati e tali da indurre nella persona che le subisce un disagio psichico e fisico e ragionevole senso di timore.

L’amore perde i confini e non è più amore, bensì controllo, sottomissione e assume una forma lontana dalla realtà. La relazione non è più fra due persone e consensuale, ma è una relazione a una direzione, quella dello stalker. Paura e bisogno di fuga sono le sensazioni più presenti.

Lo stalking non è un fenomeno omogeneo, anche se è possibile individuare dei comportamenti che sono simili negli stalker; infatti per il 70-80% dei casi vi sono comportamenti assillanti che provengono da uomini. E’ da ricordare che lo stalking riguarda anche donne, anche se in minor numero.

Per essere definito stalking i comportamenti devono creare disagio nella vittima ed interferire con la sua quotidianità, infondere timore per la vittima stessa e per i suoi cari; inoltre devono essere ripetuti nel tempo, poiché un solo e singolo episodio non costituisce stalking.
Alcuni fra i comportamenti di cui si tratta sono: minacce verbali di violenza fisica, gelosia anche se il rapporto è terminato, inserzioni su giornali o internet relative alla vittima, telefonate – e-mail e sms continui, appostamenti sotto casa e presso il luogo di lavoro, pedinamenti. Ed ancora invio di fiori e di doni, acquisto di beni e servizi a nome della vittima , fino a giungere ad aggressioni e violenza.      

Subire atti di stalking sottopone le persone ad elevati livelli di stress: le vittime sono perseguitate in modo continuativo e costante, costrette a vivere in un perenne stato di paura e ansia correlata. La vittima può arrivare ad abbandonare il posto di lavoro, trascurarsi anche dal punto psico-fisico, giungere a depressione e riportare disturbo post-traumatico da stress.


Dott.ssa Annalisa Croci
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
Cel. 334/2357696
www.ascoltopsicologo.it


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