05 Gennaio 2020, 09.34
Blog - Maestro John

Tre civette sui Tre cornelli

di John Comini

Veramente le “civette” sono molto di più. Parlo del coro “Le civette sul comò” composto da ragazze simpatiche e piene di vita, che stasera, vigilia dell’Epifania, allieteranno la Camminata notturna dei Tre Cornelli, organizzata dall’Associazione Tempoperso di Gavardo con l’Avis e il patrocinio del Comune, del CSI e del CAI


Dopo aver raggiunto la croce (munita di scarponcini e torcia… ma le civette sono o non sono soggetti notturni?!) la simpatica band femminile canterà brani natalizi insieme agli amici de “I pastorelli dei Tre Cornelli” e ai ragazzi del corpo musicale di Gavardo. Seguirà polenta taragna e spiedo presso la Casina del Comune (mamma mia che famm!).

Le “civette” sono nate 5 anni fa, dall’idea di creare una pastorella cantata da ragazze (i pastorelli sono tradizionalmente tutti maschietti con mantelli neri… ). L’idea giunse a novembre: sebbene i giorni che le separavano dal Natale fossero pochi, la voce iniziò a spargersi, dapprima tra le amiche, poi tra le conoscenti e poi tra le amiche delle amiche e le conoscenti delle conoscenti.

Nel periodo natalizio del 2015 le ragazze si divisero i ruoli e, grazie alle dritte di Alessandra, che da anni studiava canto, fecero le prime uscite.

Giunte al Natale 2019, tra arrivi e partenze, ora le civette oltrepassano le venti unità, coordinate dal pazientissimo maestro Alberto Mondini, che presta volontariamente la sua opera.

Le attuali civette sono: Ferro, Arianna, Silvia, Sonia, Simona, Viviana, Anna, Clara, Cristina, Claudia, Sara, Manu, Patrizia, Roberta, Rosalba, Sara (un’altra) e Serena. Accanto a loro ci sono anche alcuni bravi chitarristi: Michele, Marco, Raffaele e Marco (un altro). Pare che le civette (civettuole?) diano loro il tormento, ma mi sembra impossibile, essendo donne (un po’ di ironia, qui… ).

Oltre all’impegno natalizio, le ragazze si dedicano alla costruzione di un repertorio gradito ai “giovani di una volta”, per rendere i loro concerti sempre più vari e più coinvolgenti, facendo rivivere ai nonni le emozioni di un tempo.

Sono ormai passati cinque “Natali” ed è bello pensare che oramai le Civette siano una tradizione, cantando, con un entusiasmo senza pari, nelle case di riposo, nell’ospedale di Gavardo, nei presepi, nei vari luminosi mercatini, portando un briciolo di gioia e conforto presso chi si sente solo o triste.

Sì, perché molte persone sono tristi nei giorni delle feste. Ci sono le luci, ci sono i presepi, ci sono gli alberi di Natale in piazza, si vedono gli altri comprare regali: paiono tutti felici e contenti, mentre la tele continua a ripetere in modo ansiogeno: “Buon Natale, Buone Feste!” e sui social fioccano video sempre più accattivanti.

Ma se uno è triste, tutta questa gioia aumenta la tristezza, si sente ancora più solo, e vorrebbe che tutto passasse, che le feste finissero il più velocemente possibile. Per fortuna che in questa meravigliosa e complessa vita, esistono persone che non cercano la felicità propria, ma regalano una briciola d’amore a chi non ne ha. Come “Le civette sul comò”!

Il tour natalizio inizia ai primi di dicembre, e le vede impegnate tutti i sabati e domeniche, Vigilia e Santo Stefano compresi. E non si tratta di una cosa semplice, ma piuttosto impegnativa, soprattutto per un gruppo di donne che si barcamenano tra famiglia e mille impegni vari.

Ma c’è una cosa sorprendente: le “Civette sul comò” cantano anche nei cimiteri. Sì, avete capito bene! Perché (grazie ad un atto di vera fede) intonano i canti su proposta delle persone che ne fanno richiesta, dedicando le belle melodie a chi ha perso delle persone care, per far sentire anche loro che la musica non ha confini di tempo e di spazio.

La musica ha davvero un valore inestimabile, può portare conforto e dolcezza nel ricordo, e tutto questo ha un valore che trascende la semplice realtà, toccando le corde della spiritualità e creando un ponte melodioso tra la terra e il cielo. Insomma, le belle “Civette”, anche se non sono una “pastorella classica”, davvero toccano il cuore di chi le ascolta, davvero “mettono in circolo l’amore”, e alla fine quello che ricevono è più di quello che donano.

Ma com’è nata la croce sui Tre Cornelli? Dal libro di Aldo Amici sulla storia dei “Pastorelli dei Tre Cornelli”, apprendo che l’idea era nata dall’amico Ivano Maioli, che nel 1990 ha avuto l’idea di realizzare ed installare una croce, sia a suggello dell’impegno del Gruppo a tener viva la tradizione della pastorella, sia per ricordare i 45 anni di sacerdozio di don Francesco Zilioli.

Molte persone si prestarono generosamente per la realizzazione. La ditta Fiori di Nozza fornì i tralicci in ferro zincato, Angelo Veneziani e Bruno Cherubini misero a disposizione la loro officina. Il caro Teddy progettò la croce e fece i rilievi topografici, Aldo Massolini, Franco Ferrari e il mitico Cecco Maioli trasportarono i materiali con i trattori.

I fratelli Lorenzo, Antonio, Paolo Andreassi e Severino Rivetta azionarono il “falcone” (preso in prestito dall’Enel) per l’installazione della croce, il disboscamento e il sentiero di accesso furono garantiti dal CAI Gavardo (capitanato dal presidente Angiolino Maioli e dal suo vice Beppe Re), Beppe Comini e le sue donne Iris e Miriam provvidero al vettovagliamento.
La Croce, posta sul Cornello di mezzo e inaugurata con una degna cerimonia, è diventata méta di tanti alpinisti che amano la montagna bresciana.

Buon Anno e Buona Vita a tutti e a tutte. A proposito, care Civette, auguri “volanti” anche per domani… eh eh eh!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,

maestro John

Nelle foto:
- Le Civette nella casa di riposo di Gavardo
- In sala registrazione
- In ascensore
- Nella casa di Riposo di Vobarno


Grazie infinite a Sonia Braga, Anna Veneziani e all’amica Daniela Massolini






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