10 Marzo 2019, 09.30
Blog - Maestro John

L'albero della mia famiglia

di John Comini

Sono passati 60 anni dalla morte di mia nonna Francesca, e 5 anni dalla morte di mio zio Fausto. Ognuno di noi è parte di una famiglia, e ogni famiglia è un grande albero piantato nell’immenso prato della vita 


Tenterò di disegnare l’albero genealogico dei Comini, anche se sarà difficile districarsi tra le ramificazioni, in mezzo a tante foglie e a molti fiori. E se ci fosse qualche errore di date o di nomi, chiedo venia e, per dirla col Manzoni, “credete che non s’è fatto apposta.”
 
Il mio nonno paterno era Comini Angelo (20 aprile 1882- 6 settembre 1967). Figlio di Comini Francesco, veniva dalla zona della Volta di Brescia e si era recato a Salò nel 1901, in occasione del terremoto, per lavorare alla ricostruzione. Lavorava come cementista e sposò Raggi Margherita (14 ottobre 1884-31dicembre 1963).Figlia di Raggi Faustino, primogenita di sei figli e unica femmina, proveniva da una numerosa famiglia di ortolani nei pressi di Campoverde (ricordo il fratello delle nonna, lo zio Nino). 
 
La mia cara nonnina da ragazza abitava in una casa affacciata su una corte nel vicolo di Rio Brezzo. Leggeva molto: sapeva a memoria brani dei Promessi Sposi, ma la sua lettura preferita erano i necrologi del Giornale di Brescia.
 
Il nonno Angelo, allo scoppio della Grande Guerra, fu reclutato per un’occupazione in una fabbrica di materiale bellico e pertanto la famiglia si trasferì a Virle Treponti. Mia nonna era triste, voleva tornare alla sua Salò. Al termine del conflitto la famiglia traslocò nuovamente (fecero 11 traslochi per trovare un fondaco giusto per il nonno… )  e si stabilì a Brescia, in via Cremona: i figli maggiori (Luigi, Vittorio e Tranquillo) si recavano a piedi in corso Magenta dove frequentavano la Scuola Elementare “Tito Speri” (dove il sottoscritto ha superato l’esame di maestro!), oggi sede del Conservatorio. 
 
Mia nonna andava a parlare con i maestri, e là ha conosciuto la signora Bianchini, una fondatrice della rivista Madre. La nonna Margherita doveva spesso prendere il tram e recarsi a Salò dalla famiglia paterna per chiedere un prestito. Mia nonna diceva: “No ghó piö lacrime”. 
 
I miei nonni ebbero 6 figli: 
 
1) mio papà Luigi (13 febbraio 1913-17 dicembre 2003)
 
2) Vittorio (18 febbraio 1914- 19 agosto 2010) che si è sposato il 1° maggio del ’43 e dall’unione con mia cara zia Rina Pozzini (maestra, nata in America nel ’21) ha avuto 6 figli: Gualtiero (nato nel ’44, che sposerà Tina Perna e insieme avranno i figli Paola, Monica e Matteo), Emilio (che ha sposato la dottoressa Mariele Buizza e insieme hanno avuto la figlia Maddalena), Gianpaolo (che sposerà Sandra Lusetti e avranno 2 figlie, Stefania e Claudia), Rosaria (che sposerà Claudio Pollini e insieme avranno Chiara), Annalisa (che sposerà Pino Oldofredi e insieme avranno Simone e Alessandra) e Fabiano (che sposerà Mara Lusenti e insieme avranno Roberto). 
 
3) Tranquillo (18 marzo 1916- 18 febbraio 1994) che diventerà sacerdote presso i Giuseppini di Asti e per più di vent’anni sarà missionario in Perù
 
3) Francesco (morto per tifo a soli 9 anni)
 
4) Giulia (16 luglio1921-12 ottobre 2006) che poi ha lavorato in negozio a Gavardo e molti pensavano fosse mia mamma
 
5) Fausto e Marialena si sposano a Riva del Garda il 10 aprile 1950. Vivono a Salò fino a marzo 1953 e poi si trasferiscono a Desenzano per l’apertura del nuovo negozio di calzature, dove rimarranno fino al termine della loro vita. Dal matrimonio con la zia Lena nasceranno 3 figli: 
 
- Mariagrazia: nasce a Salò il 16.09.1951,si trasferisce a Desenzano nel ‘53, frequenta l’Istituto Tecnico Commerciale Bazoli e si laurea in Lingue all’Università di Verona, sposa Vincenzo Raimondi il 16.09.1979, da loro nascono Francesca (31.12.’82), Giovanni (09.09.’86) e Tommaso (16.12.’92)
 
- Bernardo: nato il 5 giugno ’55, parto in casa con la "levatrice del paese", la mitica signorina Molinari, nasce il giorno in cui si conclude il giro d'Italia vinto da Fiorenzo Magni, il padre non riesce a seguire la tappa finale! Bernardo sposerà Caterina Visonà il 10.09.1983, dalla loro unione nascono Maria (04.06.’84) eAnna (19.01.’87)
 
-Daniela: nata a Desenzano il  30 giugno’53, sposerà Claudio Tegazzini il 16.6.1999, da loro nascono Francesco (22.06.’93) ed Enrico (22.04.’96)
 
Lo zio Fausto sarà anche Presidente dell’Associazione commercianti e della Casa di Riposo di Desenzano.
 
Ma ritorniamo a mio papà. Quando è tornato dalla guerra in Abissinia, si è innamorato di mia mamma Caterina Bergomi, detta Catina. Si sono sposati il 22 maggio 1940 e la Messa è stata celebrata da monsignor Ferretti (era il suo primo matrimonio… come celebrante!)
 
Dal loro amore sono nati 6 figli:
 
1) Franco (nato il 17 marzo ’41) che sposerà Piera Nicolini e insieme avranno 2 figli: Daniele (che sposerà Monica Filippini e insieme avranno 2 figli, Marta e Pietro) e Stefano (che sposerà Sandra Moreschetti e insieme avranno la vulcanica Sofia)
 
2) Dino (nato il 19 aprile ’42) che è sposato dal ‘68 con Camilla Smalsi (14 aprile ‘44), proveniente da Rezzato e seconda di cinque sorelle. Dopo il primogenito Marco (nato il 6 novembre ’68, e che continua la gestione del negozio di scarpe in piazza San Carlo a Salò), arriveranno Alberto (nato il 14 maggio ’72, che sposerà Battani Giovanna e insieme avranno Francesco nel 2009 e Nicola nel 2011), Mariangela (nata il 13 aprile ’75, che sposerà Colombo Giuseppe e insieme avranno Giacomo nel 2014) e infine Paolo (nato il 12 marzo ’80, che sposerà Scioli Sara e insieme avranno Caterina nel 2010 e Giovanni nel 2012).
 
3) la dolce Margherita detta Rita (nata il 21 ottobre ’43), che sposerà il caro Sergio Franceschetti, alpino doc (30 aprile 1941- 26 maggio 2018) e insieme avranno 2 figli: Marcello (che ha sposato Daniela Corsetto) e Donata (che ha sposato Alberto Amalio e dalla loro unione sono nati 3 figli: Francesco, Caterina e Alessandra)
 
4) Mariangela (nata il 16 agosto ‘46, che morirà di difterite il 15 aprile del ’51, a soli 4 anni e mezzo)
 
5) il sottoscritto (nato il 31 marzo del‘52, classe di ferro!) che da quasi mezzo secolo è insieme a Emy degli Avanzi, che mi ha regalato Andrea, e più bel regalo di così non mi poteva fare…
 
6) Valentina, nata il 14 febbraio ’54, che ha avuto 6 figli: Nazarena (è maestra e insegna a Gambara, dove vive con Luca e con un bellissimo bambino di nome Enea), i mitici gemelli Rosario e Filippo Ardesi (che ha sposato la triestina Serena Villani),e poi con mio cognato Adriano Raus ha avuto la fortuna di altri 3 stupendi figli: Leonardo, Ludwig e Romualdo (in questi giorni si sta laureando, in bocca al lupo!).
 
Mia mamma era figlia della “Checa” (Francesca Madernini, 18 agosto 1880- 12 gennaio 1959). Ha fatto da balia a molti bambini. Rimasta prematuramente vedova del mio nonno Bergomi Secondo (1879-1931), da lui il nome di battesimo di mio fratello Dino), per mantenere la famiglia si recava al lago con la carriola e la “scagna” per lavare i panni dei benestanti salodiani.La sua vita è stata davvero un romanzo e diceva sempre: “Quand che möre, piansì mia, mitì sö polenta, spenase e soprèsa, mangì, balì e fì festa, perché la vòsa nona la ghà finit de patì.” Ha avuto 4 figli:
 
- Giulia, che poi ha sposato il Chiste e ha avuto tre figlie: la buona Maria, la dolcissima Dina che diventerà suora e la mia simpatica cugina Anita (ora abita a Sarezzo, dal suo matrimonio con il caro Giampietro Bianchetti ha avuto 2 figlie: Giulia,che a sua volta ha avuto Sara, e Luisella, che ha avuto Elisa)
 
- Giovanni: bravo meccanico, morto improvvisamente, da lui ho preso il nome, e ne sono orgoglioso!
 
- Caterina (mia mamma, che tutti chiamavano Catina)
 
- Celeste, che ha sposato il mio caro zio Cecchino, e dal loro amore sono nati 3 figli: l’altissimo Silvio (che ha sposato Marisa Lauto e insieme hanno avuto due figli, Stefano e Silvia), Giuliana, mia coscritta (che ha sposato Joe e insieme hanno avuto Karim e Malika) e la simpaticissima Grazia (che ha sposato Roberto Franchi ed insieme hanno avuto 2 splendidi figli, Federica e Carlo)
 
A mio zio Vittorio (mio padrino!) e alla sua bella e grande famiglia i figli hanno dedicato il libro “Un salodiano che amava il cielo” (Liberedizioni). Vi è contenuto un articolo apparso sul bollettino salodiano “Il Duomo” dedicato a mia cugina suor Dina Chiste. Io ho trascritto quelle strazianti parole, tra le lacrime… Perché, come in tutte le famiglie, anche la mia ha visto il dolore, l’albero è stato scosso dalla tempesta…
 
“Ci sono creature che arrivano a questo mondo e, anziché trovare il sole e la primavera, si presenta loro il grigio di un autunno inoltrato. In esse si insinua un nascosto anelito di tornare da dove sono venute. Nella metafora si rispecchia la vita di Suor Dina Chiste. Non furono propriamente un giardino fiorito la sua casa e la sua famiglia, ove si voglia annotare che mamma Giulia, dopo averle donato Anita, a distanza di tre anni se n’è volata in cielo.

Un naturale disorientamento fu per il padre che, dopo un breve e travagliato periodo, accettò che le figlie venissero accolte dal cuore grande di nonna Francesca. Preziosa ed infaticabile questa donna già adusa a sacrifici e sofferenze; per le nipoti fu una fonte di premure e di amore senza limiti. Si rivelò un faro di luce nel buio di esistenze senza speranza. Le circostanze portarono alla sofferta decisione di affidare Maria ed Anita ad una istituzione che potesse garantire sicurezza anche per il futuro. Dina rimasta presso la nonna intesseva, per la feconda sensibilità, rapporti di tenerezza verso le sorelle.

L’Orfanatrofio assolveva il compito di provvedere alle necessità degli ospiti, ma non poteva donare a ciascuno il calore umano indispensabile. Il distacco dalle sorelle rappresentava una spina viva nel cuore di Dina. La Provvidenza e la generosa accoglienza di una persona aperta alla sensibilità umana, procurarono un posto di lavoro per Dina così da assicurarle, con l’autonomia economica, la felice opportunità di ricostruire quel nido che amare vicende avevano sfasciato.

Il sole era rispuntato sul cammino delle sorelle, e Dina, mamma fra sorelle, aveva riconquistato il dono del sorriso. Un ruolo di responsabilità il suo, assunto con materna dedizione. Sul terreno fertile della fraterna condivisione, è spuntato il fiore dell’amore: Anita arricchita di un felice spazio affettivo si è involata a nozze. Propizio e fecondo l’evento in quanto per Dina è stato il lasciapassare al desiderio, coltivato da tempo, di rispondere ad una chiamata superiore: complice Suor Luigia (Direttrice dell’Asilo Comunale) che la seguiva con materna attenzione.

A trentatré anni Dina viene amorevolmente accolta nella grande famiglia delle Ancelle della Carità. Ultimato il noviziato, è trasferita a Roma, dove le viene offerta l’opportunità di conseguire il diploma di Infermiera Professionale. Sulle orme della Fondatrice, sarà a fianco dei fratelli bisognosi, donando gioiosamente i frutti della sua professione, non disgiunta dal prezioso apporto del dolce sorriso. L’offerta totale della sua esistenza nel vasto campo della carità non è parso sufficiente al suo Maestro, la vorrà con Lui e come Lui sulla Croce.

Un male subdolo ed implacabile ha ottenebrato la sua mente e l’ha avvolta per lunghi sei anni di autentico Calvario. Ora Suor Dina ha lasciato questa terra ostile per andare incontro al Maestro che certamente l’ha accolta col più dolce abbraccio e col sublime invito: ‘Vieni, serva buona e fedele’.”
 
Anche nel buio più profondo, c’è sempre stata una Luce. La mia cugina Anita conserva ancora le bellissime e commoventi lettere che scriveva alla sorella Dina, quando era suora a Roma. La mia zia Celeste ha fatto anche da mamma a queste sorelle, e al suo funerale avevo letto questa lettera per lei. 
 
“Cara zia Celeste, in questo momento – ne sono certo - sei in Paradiso. E in Paradiso in questo momento, vedrai la luce dell’amore di Dio, e vedrai i santi di tutti i tempi e di tutto il mondo, vedrai i santi famosi, quelli che si venerano sugli altari, quelli che nelle chiese sono giustamente celebrati con l’oro e l’incenso. E sono certo che sarai felice, anche se forse penserai: “Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?” 
 
Ma come, zia Celeste, non ricordi? Hai vissuto la tua vita con la leggerezza di un sorriso, hai sempre aperto la porta del cuore a chiunque ti chiedeva un piccolo o grande aiuto. Ti chiamavano l’angelo della notte, quando andavi a vegliare le persone anziane e malate, e lo facevi con serena sensibilità e tenerezza. Al Centro sociale di Salò conoscevi tutte e ti facevi ben volere da tutte e a tutte regalavi un sorriso: come correvi dalle tue amiche nonne per giocare a tombola!
 
Tutto è puro per i puri: accoglievi ogni persona con umiltà e tenerezza, e mai hai parlato male di qualcuno, in ognuno trovavi sempre qualcosa di buono.
 
Eri innamorata dello zio Cecchino... ricordo quando abitavi vicino al Duomo, entrare nella tua casa era per me entrare in un mondo fatto di amore... ricordo che cinguettava un canarino, e io stavo bene con te. Cara zia Celeste, certo penserai di non aver fatto cose straordinarie, forse pensi che la storia della tua vita non merita nulla al confronto con le vite delle persone cosiddette “grandi” che hanno fatto la storia. 
 
Forse adesso penserai che Dio è troppo buono con te, che la tua esistenza è solo una goccia dell’oceano... ma sono certo che qualche angelo ti spiegherà che la tua vita. fatta di fede, di tenerezza, di sacrifici, rappresenta una goccia unica, limpida e irripetibile nell’infinito mare dell’amore di Dio. 
 
Cerca bene, lì in Paradiso, che certo troverai la tua mamma Francesca, la tua suor Dina, la tua Maria, la tua Giulia, il tuo Giovanni, il mio papà Luigi e la tua sorella Catina che – dicevi - da giovane era bella come un’attrice del cinema. Scommetto che sarà ancora più bella lì in cielo, in un cielo celeste... come te.”
 
Il grande albero della mia famiglia ha radici intrecciate d’amore, di solidarietà e di dolcezza. Nelle varie stagioni della vita, non ho mai dimenticato l’esempio umano e cristiano regalatomi dai miei genitori e dalle persone che mi hanno voluto bene.
 
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John 

Nelle foto:
1) Foto di gruppo in un interno gavardese
2) Le sorelle Maria e Dina al matrimonio di Anita
3) I miei zii Rina e Vittorio con due dei loro figli
4) Mia cugina Mariagrazia alla Prima Comunione 


Commenti:
ID79907 - 10/03/2019 16:44:50 - (Maraghidinelli) - Mara

Lunga però......

ID79909 - 10/03/2019 17:18:38 - (Geppo1950) - bello

Cara Mara, grahde famiglia... grande racconto

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