24 Giugno 2019, 09.30
Blog - Genitori e figli

WhatsApp, adescamento e pedopornografia

di Giuseppe Maiolo

Stiamo perdendo la percezione del rischio. I bambini e gli adolescenti ne hanno poca o niente, ma questo è fisiologico. Gli adulti, invece, se poco competenti sulle nuove tecnologie digitali, sembrano sottovalutare i pericoli provenienti anche dall’utilizzo di un sistema di messaggistica come quello di WhatsApp, considerato sicuro

 
I recenti casi di adescamento ad opera di pedofili e in particolare l’ultima operazione contro la pedopornografia attivata dalla Procura per i Minorenni di Catania hanno messo in evidenza quanto il fenomeno della pedofilia online sia ancora un grave pericolo. 
 
È decisamente preoccupante scoprire, con questa notizia, che più di 50 persone sono indagate in tutta Italia e che 30 di questi soggetti sono minori. I fatti di per sé sono di una gravità estrema, in quanto non si tratta solo di adulti che detengono e divulgano materiale pornografico, ma ragazzini che sono stati scoperti ad inviare foto e video di contenuto erotico e violento a soggetti più piccoli di loro. 
 
Questo ci fa dire che, grazie al web, il fenomeno della pedofilia aumenta di dimensioni e l’età di esordio tende ad abbassarsi. Ma indica pure che la sessualità virtuale si diffonde e dilaga. Una brutta storia, questa, che ci deve far riflettere sul pericolo che corrono i minori e sui danni possibili. 
 
Pensiamo ai soggetti coinvolti, a quelli a cui sono arrivati o arriveranno foto e video pornografici e agli sconquassi psicologici che potrà arrecare tale materiale. 
 
Le notizie diffuse dalla stampa ci dicono che la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha scoperto una quantità di immagini erotiche e di bambini seviziati e torturati pubblicati all’interno di gruppi di ragazzini, uno dei quali denominato “Tana della luna”. Immaginiamoci che per molti degli interessati le conseguenze sono traumi psichici che compromettono l’equilibrio psicofisco.
 
Siamo in grado di dirlo in quanto oggi sappiamo con certezza che le sollecitazioni precoci di fantasie erotiche e la visione di materiale pornografico e violento sono come una vera e propria forma di abuso sui minori che va chiamata “violenza informatica”. 
 
Gli studi sul cervello ci fanno dire, con una certa dose di attendibilità, che la visione di questi contenuti inappropriati per l’età determina nei bambini e nei preadolescenti una forte reazione emotiva capace di modificare alcune aree della corteccia. Un’erotizzazione anticipata potrebbe equivalere al trauma dell’abuso sessuale e gli studi confermano che non conta solo che l’esperienza sia reale o particolarmente intensa, ma ha un ruolo fondamentale l’età in cui questi fatti accadono, anche se a livello virtuale.

Più i soggetti sono piccoli e meno evolute sono le loro strutture cerebrali che presiedono la gestione delle emozioni, rendendo i bambini incapaci di integrare a livello cognitivo i relativi vissuti.
 
Ci devono allarmare, pertanto, fatti come questi che vedono i minori protagonisti di azioni violente e abusanti, dettate spesso da una precoce sessualizzazione veicolata dalla realtà virtuale. Si pensi al fenomeno del sexting o del revenge porn, che sono espressione della società ipersessualizzata in cui crescono i minori e dove quasi totalmente manca un’educazione alla sessualità.

Nel contempo storie del genere evidenziano la distanza degli adulti dalle relazioni virtuali dei minori e dalla conoscenza di alcuni comportamenti pericolosi. Perché permettere che bambini e ragazzini gestiscano da soli il gruppo WhatsApp della classe o della palestra, fa percepire quanto i genitori intercettino ancora troppo poco i rischi che corrono i figli autorizzati all’uso dei social prima dei 16 anni.

Quanto meno al di sotto di questa età potrebbe essere utile, da un punto di vista educativo e della responsabilità genitoriale, far valere il principio che l’amministratore del gruppo è solo l’adulto capace di controllo e di protezione.
 
Giuseppe Maiolo
Università di Trento


Aggiungi commento:

Vedi anche
21/03/2016 08:50

Prostituzione minorile Sono emerse nei giorni scorsi azioni di adescamento on line di minori. Solo in questi casi si parla dei rischi che corrono i minori sulla rete. Cosa fanno e cosa devono fare gli adulti di riferimento?

05/02/2022 08:00

La necessità di un'educazione coerente Mi capita di incontrarli quasi ogni giorno andando nelle scuole a parlare di Internet e dei social, delle cose importanti che si fanno in rete e dei rischi che si possono correre

03/06/2018 08:30

Perdere la vita per un selfie Sfidare il rischio per un selfie, correre un pericolo per aumentare i like sul proprio profilo o tentare una performance acrobatica per documentare le personali capacità sembra appartenere ogni giorno di più ai Millennials

22/03/2014 08:00

Internet, opportunità e rischi Tre incontri rivolti ai genitori nell’ambito del progetto "Biblioteca a regola d'arte" di Prevalle, per conoscere meglio la rete e i rischi a cui possono andare incontro i loro figli

26/02/2018 09:20

Adolescenza, età del rischio Gli adolescenti, alle prese con la necessità di esplorare il mondo, conoscere se stessi e mettersi alla prova, spesso forzano i limiti e si spingono continuamente verso il rischio, senza rendersi conto del pericolo che corrono 




Altre da Genitori e Figli
24/03/2024

Le risse dei giovani e la platea degli indifferenti

I violenti fatti verificatisi alla fermata dell’autobus a Tormini richiedono una profonda riflessione. Una ce la offre il prof. Giuseppe Maiolo

11/03/2024

Stalking, quando l'amore è persecuzione

Le radici di questo comportamento stanno nell’incapacità relazionale e nella difficoltà di quei maschi che non riescono a gestire un rapporto affettivo

04/03/2024

Selfie, una mania comune

Il selfie sembra diventato una “mania”, intesa non come disturbo mentale ma come comportamento comune, di tendenza

26/02/2024

Sessualità, educare alle relazioni

Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale

19/02/2024

San Valentino è ancora il giorno dell'amore?

L’ultimo Report di Save the Children “Le ragazze stanno bene?” diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social

06/02/2024

Safer Internet Day, per pensare alla prevenzione

La giornata mondiale per la sicurezza in Rete è un’occasione di riflessione per la diffusione della cultura della cyber sicurezza, della consapevolezza e sull’uso sicuro del digitale

27/01/2024

Narrare la memoria contro la banalità del male

La memoria è l’esistenza stessa e da sempre sappiamo che non è solamente il ricordare qualcosa. Senza la memoria non c’è storia, non esiste il tempo, tantomeno lo sviluppo e il cambiamento

15/01/2024

I social, demoni o strumenti per chi educa?

I social media, come dice la parola, sono strumenti per la socialità pensati per tutti. Ma spesso l’utilizzo che ne fanno le nuove generazioni, viene vissuto dagli adulti in maniera conflittuale.

09/01/2024

Le aspettative: utilità e limiti

All’inizio di un nuovo anno e in un tempo di poche certezze, di solito crescono le aspettative che, come dice la parola stessa, sono cose che ti aspetti.

31/12/2023

La cura. È pre-occuparsi dell'altro, ovvero esserci

Da analista la parola “cura” mi appartiene perché nella stanza delle parole sta sempre lì a fianco, vive della relazione con il paziente, anzi la “cura”, la riempie di significato. Che è quello necessario a costruire una nuova narrazione, il rinnovamento o il cambiamento, anche se non la guarigione