26 Settembre 2016, 08.28
Genitori & Figli

Ciberbulling

di Giuseppe Maiolo

Del bullismo sappiamo tutto. O quasi. Il che non significa che siamo mediamente in grado di controllarlo. Quello che invece conosciamo  ancora troppo poco è il cyberbulling, cioè il bullismo virtuale che sta soppiantando quello reale


Il ciberbullismo sta soppiantando quello reale. O per meglio dire, lo affianca e ne esalta le imprese potenziando in maniera spaventosamente devastante gli effetti della  violenza.
 
È una nuova forma di prepotenza e di abuso orizzontale che si sta diffondendo tra i minori e dilaga con la diffusione della tecnologia digitale.
Il cyberbullismo attraversa la rete e le relazioni tra i giovani e il fenomeno è molto preoccupante perché interessa anche i bambini che, fin dall’età della scuola primaria, usano ormai precocemente tutti i dispositivi della comunicazione tecnologica.

Il cyberbullo è il prodotto di questo nostro tempo tecnologico che vede i minori sempre più precocemente connessi e capaci di interagire facilmente con tutti i device.
9 su 10 navigano in rete quotidianamente e il 18% dichiara di trascorrere online più di 3 ore al giorno.
Il 26% dei ragazzi sostiene di utilizzare la rete per fare amicizia e l’8% dice di avere più amici sul Web che nella vita reale.
Almeno il 50% dei minori che naviga e chatta, secondo varie inchieste dichiara di aver subito atti di cyberbullismo ma solo il 10% ne ha parlato con i propri genitori o con un adulto affidabile. 
 
Essere on line significa comunicare, apparire, farsi vedere e essere riconoscibili, in altre parole esserci.
Ma vuol dire anche sentirsi capaci di compiere qualsiasi gesto positivo o negativo e al contempo sentirsi eroi, visibili immediatamente da una immensa platea che ti rende famoso. Lo testimonia il fatto che video e foto di aggressioni attengono sempre e in poco tempo un’enorme quantità di visualizzazioni.

Chi compie soprusi e offese nel web, via chat o whatsapp, chi minaccia, ridicolizza, diffama spesso è guidato dall’idea che on line ci si possa permettere tutto.
Diventare bulli è dunque semplice, assolutamente facile, perché nascosti dall’anonimato e dietro un monitor, hai la percezione che non vi sia alcun controllo, ma anche, con la mancanza fisica della vittima, che non si faccia danno ad alcuno.

Invece la vittima del bullismo virtuale è fortemente danneggiata e rischia di più di quella che è realmente minacciata.
Rimane schiacciata dall’azione persecutoria, condannata alla gogna mediatica, abbandonata al suo destino di vergogna e impotenza.
È sempre più vittima e stigmatizzata, emarginata, isolata perché collettivamente derisa e biasimata.
La comunicazione digitale e le immagini delle persecuzioni veicolate dalla rete costruiscono in un tempo rapidissimo sia la “fama dell’eroe” di turno che la disperazione di chi subisce e si sente progressivamente impotente. 

Se il bullismo da sempre ha trovato terreno fertile dove mancava l’adulto normativo, ora nel cyberbulling l’assenza educativa risalta ancora di più.
Visti i gravissimi casi di cronaca che ogni giorno portano alla ribalta le vittime del cyberbullismo è davvero urgente trovare risorse perchè genitori e educatori competenti siano capaci di riprendere in mano il progetto educativo dei minori che oggi comprende la sempre più necessaria cyber education.

Giuseppe Maiolo
 


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