29 Settembre 2020, 06.13
Blog - Circolo Scrittori Instabili

Una pettegola al balcone

di Bianca Patrizi

Oggi tutto è cominciato con una voce sonora, straripante di abdullah che mi ha trapanato le cuffie e oscurato il gorgheggio gentile del soprano che rimpiangeva l’amore perduto...


 ... Poi è stata la volta dell’Ucraina mastodontica che strillava nel cellulare ultima generazione puchinkiwaski a tutto spiano, dalla stessa panchina di legno un po’ consunta proprio sotto la portafinestra della cucina. Poi è passato il macchinone rombante che con due colpi di clacson ha allertato la escort scosciata della scala C e ho sentito i suoi tacchi dodici scendere a precipizio le scale.

Non aveva ancora chiuso la portiera che il fabbro nella casa di fronte, armato di flessibile, ha cominciato a tagliare mattonelle. Deve averne in quantità industriale, perché quando comincia va avanti per ore. La sua vicina, invece, fra le dodici e trenta e le quattordici, munita di soffiatore, giornalmente ripulisce la rampa del garage dalle foglie secche e le dirige sulle aiuole sotto ai tigli davanti a casa.
Dice, e l’ho sentita io con le mie orecchie, che lo fa perché vuole che il Comune, che a suo dire non pulisce mai la via, si renda conto che deve intervenire, perché così la cosa non è decente. Poi, giornalmente il Pelèr, più puntuale di lei, gliele risospinge lungo la rampa contro la saracinesca del garage.

Sotto casa, inoltre, ci sono in sequenza: un negozio di articoli per animali, una toelettatura per cani e gatti e lo studio di una veterinaria. Miagolii disperati, guaiti strappacuore, latrati funebri e un abbaiare furioso si mescolano al flessibile che dilania mattonelle. Di tanto in tanto c’è anche un ragazzino che scende lungo la via facendo strillare il motore del suo moscerino a due ruote.

Quando la voglia di riempire un secchio di acqua gelata e rovesciarlo sugli occupanti la panchina mi prende, allora vuol dire che proprio non ne posso più e cerco rifugio sull’altro balconcino, quello che dà sul cortile interno. Mi butto sul letto, ma la situazione lì è forse peggiore, perché i muri del caseggiato fungono da cassa armonica e miagolii, guaiti, latrati, le litanie dell’anziana vicina devota, i colpi sordi della coppia che scopa con ritmico entusiasmo, la donna di servizio rumena che passa l’aspirapolvere, sposta i mobili e urla per zittire il pechinese che si infuria per i mobili spostati o forse perché teme di essere risucchiato dall’aspirapolvere mi tirano i nervi e mi alzo di scatto. Mi affaccio al balcone, pronta a emulare Peter Finch nei panni di Howard Beale in Quinto Potere e mi riempio i polmoni d’aria per urlare: sono incazzata nera e tutto questo non lo accetterò più!

Ma non lo faccio, perché io sono una persona tollerante, sono contro la violenza, sono per l’accoglienza, in una parola sono la rappresentazione del politically correct. Per di più io non sono affatto pettegola, non lo sono mai stata e non per merito personale, ma perché i miei passatempi preferiti mi risucchiano come vortici escludendo tutto ciò che sta fuori da me. Ho vissuto quindici anni in un condominio immerso nel verde, un monolocale isolato, lontano dal traffico, ignorando facce e nomi dei miei vicini e la cosa non mi ha minimamente disturbata.
Ma da quando mi hanno sfrattata, mi sono dovuta adattare a questo nuovo appartamento, incastonato in un alveare a cento metri dal centro e non ho più nemmeno aperto il pianoforte per non cedere alla tentazione di mettere le mani sui tasti bianchi e neri che gridano per essere toccati. Una tortura.

Così quando la voglia mi prende, mi rintano sul balconcino più discreto che si affaccia su una strada importante, anche se non principale, protetta dal tiglio spumeggiante che lo protegge dal sole battente del primo pomeriggio, o per le veneziane birichine che mi permettono di giocare a mio piacimento al io-vedo-te-ma-tu-non-vedi-me e fumo. Fumo una sigaretta dopo l’altra.

E fumo di rabbia.

____________________________

Per gentile concessione del Circolo Scrittori Instabili, blog sul quale si sperimentano gli appassionati che hanno frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Barbara Favaro.





Vedi anche
01/08/2020 06:06

Un amore di collega Dunque: C.S.I. (Non acronimo di Crime Scene Investigation, ma di Circolo Scrittori Instabili e mai nome fu più appropriato)...

09/06/2020 09:02

«L'uomo che corre (elogio del runner)» di Alessandro Tondini Non ha mai camminato. Lui corre. Sempre...

05/01/2021 07:08

Natale! No, Dario Mi accendo una sigaretta appoggiata alla ringhiera del balcone di casa. Maura, spaparanzata nella poltroncina di vimini fuma qualcosa di più pesante...

01/09/2020 06:38

Smarrirsi «Io lavoro al bar di un albergo a ore. Porto su il caffè a chi fa l’amore… »...

18/07/2020 05:44

«Andrà tutto bene» di Marcello Rizza Andrà tutto bene… ero quieto da non poterne più del leitmotiv...




Altre da Blog-CircoloScrittori
12/01/2021

Il Natale di Giulia

Come si possono trascorrere le feste di Natale odiando profondamente questo periodo?...

09/01/2021

Il nespolo

Ogni mattina, quando si affacciava alla finestra, il piccolo Alessandro scorgeva un albero di nespole...

05/01/2021

Natale! No, Dario

Mi accendo una sigaretta appoggiata alla ringhiera del balcone di casa. Maura, spaparanzata nella poltroncina di vimini fuma qualcosa di più pesante...

29/12/2020

Legami di sangue

È trascorso già un anno... Alla cerimonia c’erano tutte le persone a me care, solo tu non c’eri quel giorno Saimiri.

26/12/2020

Voce

Lo ascoltava pronunciare i nomi di perfetti sconosciuti, come fosse un semplice appello, ma era una cerimonia di consegna diplomi. Non era la sua cerimonia, lei era già lontana, proprio un altro pianeta. Con sollievo.

22/12/2020

Fumetto con vista

Fin da bambino, avevo sempre sognato di diventare il protagonista di un fumetto, il Supereroe, quello che è sempre dalla parte dei buoni, quello che arriva sempre al momento giusto...

19/12/2020

Oroscopo


15/12/2020

La sopravvissuta

Settembre 2013. Al suono della campanella Annie si precipitò in classe. Era l’ultimo anno del liceo e voleva a tutti i costi sedersi col gruppo “giusto”, quello di Jennifer, Alisa e Mary...

05/12/2020

Una brutta storia

Svetlana quella mattina si svegliò, si vestì con cura, preparò la colazione e uscì dal suo caldo appartamento. Faceva piuttosto freddo, ma ben coperta con il suo piumino avvolgente e con una soffice sciarpa di lana fu pronta per affrontare il viaggio...