Poesie, modi di dire, curiosità e immagini dal mondo... Inizia oggi una collaborazione con don Claudio Vezzoli, parroco di San Benedetto, la parrocchia del quartiere I° Maggio in città, e consigliere provinciale e regionale della Coldiretti
il silenzio del pensiero è impossibile, il pensiero non fa mai silenzio. Gli attimi ritornano la pace tra le parole del pensiero, come è per le parole scritte, quando riducono la differenza al solo spazio che le divide.
attraverso questo nesso il silenzio, che è il vincolo, lo spazio fra le parole scritte o parlate del pensiero, consente questa ispezione coscienziale, la pausa come la coscienza della parola al pensiero. D'altronde cosa è la festività se non il surrogato o l'immagine, quindi la pausa o il silenzio del dolore e della fatica quotidiana? Ecco, la vita può essere guardata attraverso il silenzio della parola come la fatica e il dolore può essere interrotto dall'immagine festiva di esso.
questo spazio diventa qui indispensabile alla vita, non c'è vita senza il suo riempimento, che attraverso questo spazio,muore libertà, il pensiero rimanda. Questa relazione, questo vincolo fra le parole del pensiero, e le sue cose, è struttura o amore del creatore (non necessariamente Dio) per il creato. Non c'è creazione senza amore, l'amore conduce all'esistenza delle cose tutte. Dunque "ricomincio" è l'epifania di tutte le cose che il pensiero può appunto ricondurre a noi anche come memoria.
muore è come, anche se il correttore invece di essere linguistico qui è stato filosofico, perché è vero, dove esiste il vincolo lì muore la libertà.
Nel mio ultimo scritto sul pensiero di Severino ho scritto anche io questa parola, molto significativa anche solo dal punto di vista semantico. Quasi tutto è sapore, il cibo, la trasformazione, il consumarsi di esso che è l'implicito nel sapore della vita che si consuma e rivive o si riempie di amore appunto, perché amore è (=significa) donar vita appunto. Parola quindi universale, che coinvolge ogni altra parola, trascendentale dunque..
Ogni cosa è transeunte, caduca, precaria, quindi è l'amore per esse che le può far rivivere. Vedete che l'autore non scrive mai questa parola "amore", ma la sottintende ad ogni piè sospinto, anche quando appunto scrive di "fantasia", perché la fantasia presuppone la creatività e quindi un creato e un creatore, impone in questo significato anche la libertà, grande mistero del più grande errore della parola "creazione" in Genesi e in Esodo, la genesi o creazione appunto, ma la verità di questo errore la servirò più avanti.
Io credo che il silenzio a cui si riferisce l'autore non sia necessariamente l'assenza di qualsiasi suono o rumore e quindi stimolo acustico, ma sia un silenzio che faccia tacere quella parte di pensieri che intasano la nostra mente nel caos della quotidianità, così come ci spiega la commentatrice del resto, quelli che definirei pensieri spazzatura.Oggi la vita sembra più facile, basta un click... ma quanto spazio ci porta via tutto ciò sottraendolo alle "cose" autentiche? Alle amicizie, ai sentimenti, alle innumerevoli piccole e grandi emozioni che potremmo cogliere e che invece non abbiamo il tempo di cogliere...con questo non dobbiamo rifiutare quanto di positivo ci possa essere nell'era moderna solo che, come l'autore io credo riesca a trasmettere, dobbiamo usare più buon senso nell'affrontare questa vita. Ogni attimo è buono per ricominciare,senza farsi sopraffare dall'amarezza nel renderci conto di quanto magari abbiamo perso, già
prenderne coscienza è una grande conquista.......
anche se avrei preferito continuare poi, ma siccome ti conosco, rispondo qui. E ciò che Dio non crea allora non la ama? E se ci sono cose spazzatura, è giusto che vadano appunto rigettate? E questo vadano rigettate cosa veramente significa? Significa odio per le cose create? Perchè se esistono, anche se esistono come spazzatura, appunto esistono come creature. Sulla questione della mancanza del suono come insignificanza, o come pensiero spazzatura, o come mancanza di rumore ,o come nulla, ho più ragione io della commentatrice, perché essa non specifica appunto di quale silenzio si tratta e forza il pensiero "nel" silenzio, dove l'autore, appunto come anche tu dici, non vuole forzare.
è lo spazio della creazione, senza nulla non c'è creato, non c'è attimo, non c'è creatura, ma tutto esisterebbe da sempre e per sempre...
è nella semantica dell'attimo di cominciare e di finire, di essere generato e di essere distrutto, per l'attimo seguente e conseguentemente l'attimo antecedente. L'attimo, come segno, porta in se la creazione e la distruzione, porta in grembo la guerra e la violenza del tempo, anche quando l'attimo è un attimo di pace...
il mio non vuole essere un disprezzo alla spazzatura, anch'essa può trovare nuova vita in qualcosa di positivo se opportunamente riciclata, l'importante è saperla ricollocare nel modo giusto senza abbandonarla a sè stessa, resta comunque che essendo di poco pregio meglio è se se ne genera il meno possibile; certo esiste e con lei dobbiamo fare i conti, noi stessi spesso compiamo opere spazzatura o diciamo spazzatura, l'importante sarebbe farlo con le buone intenzioni e possibilmente corregendosi e se serve scusandosi ...per questo è la fantasia a venirci in contro,se abbiamo la fortuna di averla, per riciclare anche la spazzatura, per leggerla in chiave positiva senza far finta che non esista...e così nessun attimo verrà distrutto o sarà stato inutile....
Il silenzio dell'autore è un bavaglio ai pensieri spazzatura per lasciare spazio a quelli più profondi dell'anima. Di certo hai ragione: il nocciolo della questione stà nel saper ascoltare tutto ciò che è Creato.
ma se ascoltiamo il creato, in fondo, là dove appunto il pensiero si posa, cosa ci dice il silenzio di quello? Ci dice, anche semplicemente, che prima di esser creata ogni creatura era nulla, che se fosse già stata non sarebbe stata creata. La creazione presuppone il nulla della creatura, la creazione è il primo vero omicidio di ogni sua creatura, dico di più, è l'omicidio originario, perché chi la crea, il creatore che dona l'essere attraverso il suo amore, "fa", in quanto presunta al suo bisogno di esser amata, la cosa nulla. Ma questo pensiero, che è appunto pensiero profondo, ha bisogno di molto silenzio.
Poiesis significa appunto produzione, e cosa è la produzione se non creazione? Da qui gli elementi che la compongono, come la fantasia che rimanda appunto alla libertà d'azione, il ridonare che implica l'amore per quello che si fa, l'assaporare che implica la transustanziazione di ciò che in fondo è il creato, cioè il punto di contatto tra il creato e il creatore, ma come consumazione appunto, da qui il sapore che è il contatto, che implica la continua rinascita, la "freschezza ai colori", la novità a cui hai accennato Pablo, perché la novità riduce lo spazio dell'angoscia, del dolore e ci ridona la freschezza dell'esistenza, presupposta vecchia, consumata, ridotta a brandelli da un esistere senza amore, vuota di tutto e piena di "nulla"...
Questo "perché varchino la soglia del presente" porta con sé la fatica del lavoro appunto e la gioia della ritrovata presenza festiva in ogni cosa passata, ma tutto questo ha bisogno di fatica e attraverso la volontà, perché si deve voler amare, si deve aver fede appunto nella produzione di ogni cosa è he amore per essa, la poesia si realizza nell'amore in essa, producendola, realizzandola, il senso di ogni vita, il senso di ogni creatura è questo presente che non potrebbe essere senza un suo passato e senza un futuro possibile come realizzabile..
signor Soardi.
È mio cugino, non poteva che essere un buon intervento...
I 400 presepi di don Claudio É proprio lui, il don Claudio Vezzoli che tiene il nostro "Angolo di don Claudio" e che da anni dedica ai lettori di Vallesabbianews un pensiero del mattino. É anche un collezionista di presepi. Sono esposti a Iseo, dove siamo andati a trovarlo
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Poesie, modi di dire, curiosità e immagini dal mondo... Don Claudio Vezzoli è il parroco di San Benedetto, la parrocchia del quartiere I° Maggio in città, ed è anche consigliere provinciale e regionale della Coldiretti. Ci farà compagnia ogni settimana. |
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ID58345 - 02/06/2015 21:26:07 - (Dru) - ,
La virgola dopo silenzio dimostra una spaccatura diacronica del discorrere, non c'è implicazione tra il silenzio e il pensiero profondo, c'è assonanza, ma la virgola lascia spazio a pensieri profondi che non hanno bisogno di essere solo del silenzio. Sembra che l'autore intenzionalmente non voglia questa implicazione, sembra essere, il suo discorrere, incappato "nel" pensiero profondo, ma per poi sollevarsi al suo silenzio che non gli fa da soggetto, ma da complemento.