27 Giugno 2016, 07.00
Barghe
Racconti del lunedì

Una piacevolissima serata al Poggio Verde

di Ezio Gamberini

Quando ci capita di banchettare al Poggio Verde di Barghe, è sempre una festa!


E’ successo anche a metà di giugno, nell’ambito della graditissima rassegna “Il Gusto a Km Zero in Valle Sabbia”.
Quando arriviamo, dopo aver lasciato la macchina nell’ampio parcheggio e deliziato gli occhi con la visione dell’incantevole giardino e l’elegante porticato all’ingresso del ristorante, i gentilissimi ragazzi dell’Alberghiero, che collaborano all’iniziativa grazie alla disponibilità dell’Istituto “Giacomo Perlasca” di Idro, indicano il nostro tavolo.
In sala ci sono parecchie tavolate da sei, otto e dieci persone, oltre a cinque o sei da due, ed in breve la sala si riempirà.

Salutiamo Cecilia, amica che Grazia ed io conosciamo sin da bambini, ex bancaria diventata sommelier, che ad un certo punto della sua vita ha deciso di lasciare il mondo della finanza per seguire il marito, lo chef  Enzo Boschi, nella meravigliosa avventura del “Poggio Verde”.

Proprio lui, insieme al presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia, Giovanmaria Flocchini, prima di servire la cena illustra i piatti che ci verranno proposti.

Enzo Boschi è uno chef di primissimo ordine, con un’esperienza internazionale lunga e qualificata, i suoi piatti non sono mai banali, sia che si tratti di carni o pesce, primi piatti o dolci, sfoglie salate o altre sfiziosità.
In passato l’abbiamo potuto sperimentare in diverse occasioni, Grazia, io ed i nostri figli, ma il più bel ricordo è legato all’evento del 1 settembre di tre anni fa, quando mia mamma, scomparsa sette mesi prima, avrebbe compiuto novant’anni: organizzai una riunione famigliare e pensai immediatamente a questo magnifico ristorante.

Enzo seppe consigliarmi al meglio, proponendomi delle prelibatezze, così la domenica a pranzo, con tutta la nostra famiglia, compresi i parenti di Bologna (eravamo una trentina!), ci ritrovammo al Poggio Verde e cominciammo a degustare squisite leccornie come aperitivo nell’accogliente cornice del porticato esterno, per poi passare all’interno, negli eleganti locali, arredati con gusto e raffinatezza.
Fu un pranzo da ricordare!

Questa sera ci saranno serviti i seguenti piatti: un timballo di ricotta in crosta con erbette di campo e crema al formaggio di Conca, un risotto alle fragole con porro fritto ed erba cipollina, delle mezzelune di pasta fresca farcite al ragout di coniglio, cosciotto di maiale al forno con aromi speziati e vegetali croccanti, e per finire un semifreddo ai frutti di bosco con purea di pesche e mentuccia, il tutto accompagnato dai vini Lugana e Groppello.

E’ un autentico piacere rileggere queste righe sul menù, ma la cosa più affascinante è la presentazione di Enzo, che illustra il “letto” di crema al formaggio di Conca sul quale sarà collocato il timballo ripieno, o il riso che “filerà”, la delicatezza del ragout di coniglio, poi il cosciotto, cotto lentissimamente per oltre sei ore, con le verdure croccanti che lo guarniranno, ed infine la purea di pesche del semifreddo, guarnito con frutti di bosco… mhhhh, speriamo che si cominci alla svelta!

Prende la parola anche Giovanmaria Flocchini, Presidente della Comunità Montana di Valle  Sabbia, che illustra con passione la bontà ed il generale apprezzamento dell’iniziativa, ormai alla quarta edizione, fortemente voluta dalla Comunità Montana e da lui stesso.
L’obiettivo, come dichiarato nei depliants illustrativi, è “la valorizzazione della cultura enogastronomica con la promozione di scambi e la collaborazione tra ristoranti e piccoli produttori locali”.

All’iniziativa hanno aderito ventitré ristoranti e ventitré aziende agricole valsabbine, con la collaborazione dell’Istituto Alberghiero di Idro. Ma  viene anche menzionata la rocca d’Anfo, vero fiore all’occhiello della Valle Sabbia, che si spera possa essere sempre più “volano” per il turismo valligiano.

Rivedo sempre volentieri Giovanmaria, che conosco da venticinque anni.
Insieme sedemmo sui banchi del Consiglio Comunale di Vobarno, dal 1990 al 1995 (ma su “sponde” opposte), quando fu sindaco Andrea Barbiani.
Mi piace ricordare i nomi dei consiglieri di allora, con i quali vivemmo quell’esperienza: innanzitutto quelli che non ci sono più, “andati avanti” prematuramente, in un’età in cui ci si aspetterebbe di poter vivere ancora a lungo: Marina  Corradini, che fu poi sindaco per due tornate, fino alla fine, Raffaele Rizza più volte assessore e vicesindaco, Rosario Sandri, scomparso recentemente, e poi gli amici Fabrizio Galvagni, Pierenzo Franzoni e Ennio Bonizzardi, l’ex sindaco Maurizio Butturini, Carlo Panzera, Ginetta Ferrari e Valeriano Buffoli, Vito Pavoni e Stefano Gervasoni, l’ex senatore Luigi Roscia, Loris Tiboni, Ivan Stefani, Giuseppe Ferrari… e credo di dimenticarne uno.
Giovanmaria in seguito è stato eletto Consigliere regionale ed attualmente ricopre anche la carica di Sindaco a Pertica Alta.
Credo che il suo ammirevole impegno e la sua passione siano riconosciuti da tutti, indistintamente…

Finalmente cominciano ad arrivare i piatti!

Taglio il timballo a metà, ed ogni metà ancora in due parti:  infilzo il boccone con la forchetta e con il coltello raccolgo la crema al formaggio di Conca e lo cospargo; lo appoggio sul palato e comincio a masticare, lentamente. Ah, che delizia!
Piano, piano, gli altri tre quarti li voglio degustare con estrema leggerezza. Io “vado” di Groppello, mentre Grazia preferisce il Lugana. Attenzione a lasciarne una lacrima nel bicchiere, altrimenti i solerti ragazzi dell’Alberghiero sveltamente si apprestano a riempirli un'altra volta!

Il risotto, che pensavo un assaggio, si espande invece sull’intero piatto: la fragola che svetta al centro sarà lasciata per ultima, e comincio dai bordi. E’ al dente, proprio come piace a me, ma “fila” piacevolmente, e i sapori decisi di porri ed erba cipollina si bilanciano armoniosamente con il dolce gusto delle fragole.

Viene servito l’altro primo.

Taglio a metà le mezzelune di pasta fresca che mi vengono servite nel piatto. Il ragout di coniglio è di colore chiaro, delicato e delizioso. In due bocconi la mezzaluna è andata, i ragazzi ripassano, ne prendo un’altra e me la gusto con piacere.

Qualche minuto di pausa, ci voleva proprio, perché cominciamo ed essere un  po’ pieni…

Se ci si era quasi augurati, per il secondo piatto, di limitarsi ad un “assaggio”, ecco, le nostre speranze vengono subito disattese: questa portata in realtà è composta da due generosissime  fette di cosciotto, sormontate da una montagnetta di verdure croccanti e gustose.
Taglio la carne a piccoli pezzi, li intingo nel sugo di cottura e li degusto insieme ad un ciuffetto di vegetali croccanti. Una delizia!

Con Grazia ogni tanto ci scambiamo uno sguardo, ma ci limitiamo a cenni di assenso e soddisfazione, come succede nei gialli di Montalbano, il commissario creato da Andrea Camilleri, di cui Grazia ed io siamo appassionati, il quale, quando pranza con altre persone, non parla mai, dedicandosi esclusivamente al piacere di gustare le prelibatezze che si trovano nel piatto.

E’ il momento del dolce, che si presenta anche cromaticamente in modo pregevole: i frutti di bosco sovrastano il semifreddo, e la crema purpurea è distesa su metà del piatto; sull’altra metà è distribuita una purea di pesche, giallissima e squisita, mentre qualche fogliolina di mentuccia, dal colore verde smeraldo, completa il dessert.

Purtroppo è finita!

Salutiamo alcuni commensali che conosciamo, ed infine Cecilia ed Enzo, con i quali ci complimentiamo per la piacevolissima serata che abbiamo trascorso al Poggio Verde.

Torniamo a casa.  Con la tangenziale in pochi minuti il gioco è fatto.

La pancia è piena e la testa leggerissima, può vagare libera e lieve, immaginare scenari inconsueti, sognare vette irraggiungibili…
La nostra figliola Annina, in occasione del saggio finale dell’Artistica Dafne, in una serata straordinaria vissuta al palazzetto di Mazzano davanti a un migliaio di persone, a tutte le ginnaste che hanno partecipato all’evento ha regalato un portachiavi in cui da un lato c’è lo stemma dell’Artistica Dafne e dall’altro un motto:

“Fai della tua vita un meraviglioso spettacolo”.

Questa frase invita a meditare sulla propria. Il pensiero corre a cosa avremmo voluto essere, dove siamo e, soprattutto, in che modo, ci stiamo…

Forse avremmo potuto diventare calciatori di serie A, laurearci in medicina per poi dedicarsi alla ricerca (sarebbe stato il sogno di Grazia), raggiungere la carica di direttore generale di un istituto bancario, oppure essere nominati “Chef personale” di Sua Maestà la Regina Elisabetta d’Inghilterra.

Invece, il nostro meraviglioso spettacolo si è realizzato qua, impreziosito dall’arrivo di splendidi figli, e secondo me il vostro “meraviglioso spettacolo”, cari amici di Barghe, è quella perla incastonata nel cuore della Valle Sabbia, che risponde al nome di: “Poggio Verde”.



Commenti:
ID66964 - 27/06/2016 20:19:15 - (rosanna) -

E come diceva il grande Vasco "piccolo spazio pubblicità " anzi grande spazio pubblicità visto a lunghezza dell'articolo

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