Dogana rediviva... per un'ora

Per un’oretta, fra le 14 e le 15 del pomeriggio di ieri, è sembrato che la macchina del tempo avesse riportato Ponte Caffaro a prima del 24 maggio di 105 anni fa, quando sul ponticello che attraversa il torrente che scende da Bagolino c’era la frontiera fra Italia ed Austria.

Carabinieri di stanza nel vicino Trentino ed agenti della Locale al posto dei doganieri, per controllare chi usciva dalla Lombardia.
Se lo facevi perché ci abiti oppure per lavoro, passavi. Altrimenti no: l’indicazione era di tornare nella “zona arancione”.

Così del resto prevede il Decreto più recente fra quelli sottoscritti dal Primo ministro e da quello della Salute: da e verso la Lombardia, considerata in toto “zona arancione”, si passa solo nei casi di effettiva necessità.

E ieri in effetti c’era chi in Trentino voleva andarci per fare un giro in moto, chi per godersi la bella giornata con la famiglia, chi “per fatti miei”...
Insomma, tanti, troppi, stavano prendendo poco seriamente - diciamo così – l’impegnativo compito civico richiesto a ciascuno di noi di limitare al massimo gli spostamenti e con quelli la diffusione del virus che sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario.

“Dura lex sed lex” dicevano i latini: così si sono regolati i trentini.
Solo per un’ora però, come abbiamo detto, poi più niente. Il posto di blocco fissato al Caffaro, ma anche lungo la strada che collega a Bagolino attraverso Riccomassimo, è stato improvvisamente tolto di mezzo e tutto è tornato come prima: chi voleva andare in Trentino ci andava, chi desiderava entrare nella “zona arancione” poteva tranquillamente farlo.

«Del resto il Decreto ministeriale parla chiaro e bisogna pur fare in modo che le persone, se non lo capiscono da sole, prendano coscienza di ciò che sta accadendo» ci ha detto Stefano Bertuzzi, il comandante della Locale di Storo che ieri pomeriggio, con i suoi, è stato impegnato anche nel blocco causato da caduta massi sulla Statale che sale fino al Passo d’Ampola e poi a Ledro.

«Tantissimi i turisti bloccati che hanno dovuto scegliere altre vie per tornarsene a casa» ha aggiunto il comandante, per rincarare la dose sul via vai improvvido delle comitive.
Per la cronaca: la 240 della Val d’Ampola riaprirà oggi dopo alcuni lavori di disgaggio.

Si, ma perché solo per un’ora e poi basta? Abbiamo chiesto.
«Non è detto che il blocco non possa tornare ad essere operativo nelle prossime ore» l’unica risposta.

In realtà, anche qui, il problema dev’essere stato di tipo comunicativo, con le rispettive Prefetture, quella di Trento e quella Bresciana, che hanno interpretato il Decreto adottando poi misure distinte.
Vuoi perché era domenica, vuoi perché impegnate con priorità differenti fra di loro, si sono mosse in ordine sparso.

Da Trento hanno dato precise indicazioni alle Forze dell’ordine su come avrebbero dovuto muoversi, da Brescia no.
E c’è voluta quell’ora perché si potessero parlare e decidere di sospendere il tutto, per ora. Aspettando dal Governo indicazioni più precise.

Il coronavirus nel frattempo può attendere.

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