Due sculture in bronzo dell’artista Enzo Cosi di Bagolino saranno esposte da oggi alla Biennale d'Arte Contemporanea di Massa e Montignoso
Si intitolano così, I Prigionieri e I Litiganti, le due opere bronzee con le quali l'artista di Bagolino Enzo Cosi parteciperà alla
Biennale d'Arte Contemporanea di Massa e Montignoso (19 agosto – 27 settembre 2015), i cui espositori principali sono gli artisti Mauro Capitani, Franco Gervasio, Alexander Kanevsky, Carmine Mastronicola, Stefano Solimani. Una fortunata coincidenza di lavoro e di interesse per l'arte tra conoscenti ha infatti consentito all'artista di casa nostra di essere invitato come partecipante alla mostra toscana. Sì, perché Enzo Cosi non è un professionista, e nemmeno è noto nell'ambiente artistico, se non quello strettamente locale, da cui peraltro ha avuto l'ispirazione e la principale formazione. Infatti così ci racconta.
- Devo molto al pittore Tiziano Ratti, mio insegnante prima e amico poi, che mi indirizzò agli studi artistici. Erano tempi difficili per la mia famiglia, quattro figli da crescere e un solo salario, quello di mio padre; ricordo una memorabile serata in cui Tiziano venne a casa nostra a parlare con i miei genitori, per convincerli ad iscrivermi ad una scuola d'arte. Il mio professore era molto convinto della mia passione e perorò la mia causa con successo, e le difficoltà di ordine economico furono superate grazie ad amici di Nuvolento che mi ospitarono nella loro casa per tutta la durata del corso di studi. Così frequentai l'Istituto Statale d'Arte del Garda, a Gargnano: partivo il lunedì da Bagolino con la prima corriera delle sei, cambiavo a Vestone, poi ai Tormini e arrivavo a Gargnano per le lezioni; durante la settimana facevo il pendolare tra Nuvolento e Gargnano, e il fine settimana rientravo a casa, non vedevo l'ora di tornare a Bagolino, che è il posto dove io stavo, e sto meglio. -
Già, Enzo Cosi è davvero un uomo di montagna, della sua montagna e del suo paese, di cui apprezza e accetta tutto, compreso il clima severo e le asprezze di vita, elementi che definiscono un'identità che scaturisce dal vissuto quotidiano autentico e non da una forzata ricerca esistenziale. Le sue stesse opere non nascono da cerebrali elaborazioni, ma scaturiscono da una pacata interiorità che sa elaborare senza eccessi anche fasi critiche della propria realtà. Conoscendo la sua indole serena incuriosice così la creazione di due opere di alto contenuto drammatico, ma l'artista non ne enfatizza il forte significato, ponendo invece l'accento sul valore sublimante della tensione creativa che produsse tali sculture, rispettivamente del 1995 e del 2000.
- Sono stato a bottega dagli scultori Lino e Graziano Scalvini di Bagolino fin dall'età di 13 anni; in particolare ho condiviso con Graziano tutte le serate e le nottate della mia gioventù lavorando il legno e altri materiali, imparando per passione e non per farne una professione. In laboratorio insieme a me e a Graziano veniva sempre anche Mario Schivalocchi e si passavano le serate a lavorare, parlare d'arte, ascoltare musica classica, anche ridere e scherzare, ma sempre chiusi in quell'interrato che qualche volta deve essermi sembrato anche una cella e noi prigionieri della nostra passione artistica che ci teneva rinchiusi lì per ore e ore. Nel laboratorio era esposta una scultura di Vito Scalvini, l'artista forse più dotato dei tre fratelli e precocemente mancato, che con la sua finestra sbarrata probabilmente mi ispirò l'idea della cella e de
I Prigionieri, mentre l'artista che mi influenzò maggiormente fu Augusto Murer con la sua ricerca sul mondo interiore dell'uomo.
Anche la seconda formella da cui è stata tratta la fusione
I Litiganti è nata nella bottega di Graziano Scalvini, in un periodo contrastato, in cui la tensione per situazioni di studio e di lavoro che non si risolvevano trovava sfogo nella creta, creando figure in movimento che esaltano le emozioni che provavo e che avevano così un canale di espressione, neutralizzando possibili forme di aggressività, cioè atteggiamenti che non appartengono al mio comportamento. Credo che entrambe queste opere siano nate dall'inconscio. -
Certo è che il nostro artista motivi d'ansia e di conflittualità interiori ne avrebbe un buon numero, a ragione di uno stato di incertezza riguardante in particolare la propria vita artistica, complicata e difficoltosa piuttosto che facile e lineare.
- Sempre su incentivo del pittore Tiziano Ratti, dopo quattro anni di lavoro come operaio nell'industria del peltro, mi decisi a prendere la maturità; il corso d'arte a Gargnano era di tre anni, ma occorreva un titolo superiore per iscriversi all'università. Così mi diplomai presso il Liceo Artistico di Sarezzo e potei iscrivermi all'Accadenia di Belle Arti di Venezia. Intanto lavoravo come muratore nella ditta dei miei zii; ero uno studente lavoratore, molto distante dalla sede universitaria e riuscii a dare soltanto 11 esami, dopo di che dovetti interrompere gli studi; per laurearmi avrei dovuto dedicarmi soltanto allo studio, ma avrei dovuto farmi mantenere dalla famiglia e per me era inaccettabile, oltre che impossibile. -
Mentre racconta di queste sue traversie, Enzo sorride, non le ha vissute come traumi personali, ma come eventi della vita, buoni e cattivi come capita nell'esistenza di ognuno, da affrontare con dignità e spirito di adattamento, guardando sempre al lato positivo della realtà; questa è la sua filosofia di vita. Così, tra varie vicissitudini, la passione per l'arte è sempre stata presente nella sua faticosa quotidianità, partecipando a mostre collettive locali con opere di pittura e scultura, e riversando l'inclinazione artistica anche nella sua attività lavorativa, che è stabilmente quella di muratore in ditta con Massimo, collega e amico.
Nel frattempo, tra una ristrutturazione edile e l'altra, Enzo Cosi si è tolto qualche sfizio; insieme all'amico Graziano Scalvini ha costruito due violini, che sono stati esposti nella grande mostra
Liuteria Popolare nella Valle del Caffaro (Bagolino 2015) come produzione di liutai contemporanei. Enzo Cosi, che di
scotöm fa
Ciù, ha dei precedenti in famiglia, a conferma della radicata tradizione secondo la quale i bagossi sono portati alla musica, ballano, cantano, suonano strumenti e li costruiscono.
Antonio Cosi Ciù, carbonaio, agli inzi del '900 si costruì una viola rustica per poter suonare a carnevale; tale strumento, modestissimo ma di grande valore storico, è stato esposto nella stessa mostra accanto a pezzi di grande pregio, a testimonianza della passione e attitudine alla musica della gente di Bagolino. Anche un altro parente di Enzo, Costante Cosi dei Ciù, altro cugino del nonno, viene ricordato come suonatore di violino con impostazione classica; quasi ovvio sottolineare quindi che il nostro Enzo fa parte dei Sunadùr del carnevale di Bagolino come violinista da 20 anni. Per non dire che in famiglia, anche da parte materna, troviamo cantanti come la zia Maria e suonatori di fisarmonica come lo zio Edoardo e lo zio Diego, e immancabili Balarì del carnevale. E per completare la curiosa carrellata delle passioni artistiche di Enzo Cosi, ricordiamo che egli fa parte dell'ottetto Cantores ad Nives della Mª Laura Crescini, in cui canta come tenore insieme al fratello Luca, basso, e alla sorella Simona, soprano, a riprova che a Bagolino la musica è fattore genetico e ancor più nella famiglia Ciù.
Dopo questa narrazione, il versatile artista Enzo Cosi sarà un poco più conosciuto anche al di fuori della sua Valle del Caffaro, certamente lo sarà nella città toscana dove le sue opere saranno esposte. Al termine della mostra il bronzo
I prigionieri, già acquistato da Tiziano Ratti, tornerà alla famiglia che lo ha prestato per la Biennale. Il bronzo
I Litiganti, su formella preesistente, è stato fuso in occasione della mostra, la fusione è stata affidata alla prestigiosa Fonderia Artistica Bonvicini di Sommacampagna, a cui artisti del calibro di Miro, Dalì, Botero, De Chirico, Pomodoro affidarono le loro creazioni. Con il favore di tale viatico, auguriamo pertanto al nostro Enzo Cosi, esordiente nella platea artistica nazionale, un successo di consensi per le sue opere, frutto di tanto impegno e di vera passione per l'arte e la cultura.
Nelle foto di Luciano Saia le sculture in bronzo I Prigionieri e I Litiganti dell'artista di Bagolino Enzo Cosi.
ID60314 - 19/08/2015 15:20:04 - (griso) - Grande Enzo
Una persona speciale Enzo, oltre che grande artista anche una figura umile, gentile e di grande valore umano. Un augurio immenso per la tua carriera artistica