26 Maggio 2010, 07.14
Bagolino
Arte

Tributo a Stagnoli

di Ubaldo Vallini

E' stato inaugurato a Bagolino lo Studio d'Arte Zanetti. Una sorta di polo culturale decentrato che fa leva sulla straordinaria opera di Antonio Stagnoli

 
“Un piccolo fuoco che può diventare un grande incendio”. E’ toccato al prevosto don Arturo Viani, padrone di casa nel teatro parrocchiale di Bagolino gremito all’inverosimile, di dare il via alla presentazione dello Studio d’Arte Zanetti che da sabato scorso apre in via Fioravante Moreschi, a due passi dalla centralissima Piazza Marconi.
Un contenitore flessibile dove proporre mostre d’arte, come “Tra terra e arte: inizio di un cammino” che da sabato 22 e fino al 4 luglio espone opere pittoriche e scultoriche di Antonio Stagnoli, Luciano Zanoni e Ivan Zanoni.
Buono però anche per organizzare incontri o eventi culturali di altro genere, ma soprattutto “Tassello di un disegno che sta prendendo forma istituzionale, come il Distretto culturale valsabbino” ha buttato lì l’economista Marco Vitale, uno che di solito ci vede lontano.
 
Dimensione collettiva
“Un’iniziativa non esclusivamente privata, ma dalla dimensione collettiva come lo è ogni proposta culturale” ha dichiarato il sindaco Gianluca Dagani, ben felice di essere presente per questo “calcio d’inizio che porterà certo ad innumerevoli iniziative di qualità” e che questo avvenga proprio a Bagolino.
“A Bagolino sì, perché il senso di questa proposta è quello di tenere insieme la concretezza dell’esperienza umana, saldamente ancorata al suolo, con ciò che si libra alto come l’arte. Due estremi che si completano l’un l’altro: fatti artistici con sostanza umana” ha chiosato il giornalista e critico d’arte Domenico Montalto, al quale per l’occasione era stato chiesto di coordinare gli interventi.
 
Gli animali più curiosi dell'uomo
“Una sfida creativa, intelligente, che guarda al futuro. Col merito di farlo senza dimenticare la storia di Bagolino, la città della montagna, e soprattutto della sua gente” ha commentato Alfredo Bonomi, che di vicende valsabbine se ne intende.
Poi è toccato a Franco Loi di dire la sua. Col compito di descrivere l’opera di Stagnoli, il poeta l’ha fatto tributando all’arte la funzione di far percepire che non di solo pane vive l’uomo: “E’ l’arte a farci sentire il palpitare della vita ovunque, anche dentro l’uomo, dove nascono le pulsioni creative, dove c’è l’infinito”.
“L’importante è rendersene conto – ha aggiunto - E i quadri di Stagnoli, dove cani, galline e capre sembrano gli unici esseri viventi capaci di curiosità nello sguardo, ci ricordano che troppo spesso l’uomo dorme e neppure se ne accorge, della bellezza che lo circonda e che ha dentro di sé”.
 
Analogie artistiche e territoriali
Da Stagnoli ai due fabbri trentini, gli Zanoni padre e figlio: “Da una parte gli oli e la china del pittore bagosso, dall’altra il ferro plasmato ad arte di Luciano e Ivan. Comunque Figure eterne e sostanza” ha detto il giornalista e critico d’arte Fausto Lorenzi, anticipando l’intervento del sindaco di Cerveno, Giancarlo Maculotti, che ha elencato gli elementi che legano le comunità della montagna bresciana e anche le Giudicarie: il dialetto, la lavorazione del ferro, persino i nomi dei paesi.
 
Senza Stagnoli nulla
L’imprenditore Pierluigi Leali ha voluto fare un appello ai bagossi: “Oggi è una giornata importante, state vicini a Zanetti perché questa sua impresa possa avere il success che merita”.
Le conclusioni a Marco Vitale che ha ricordato come lo Studio d’Arte Zanetti sia il frutto del lavoro di anni e del supporto di tanti amici che hanno saputo crare ponti fra il radicamento territoriale e la dimensione universale dell’arte.
“Ma soprattutto – ha aggiunto l’economista guardando l’artista seduto in prima fila -, ricordiamoci che nulla di questo sarebbe stato possibile senza l’opera Antonio Stagnoli”.
 
 


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