Ponte Caffaro: sigilli a tre depositi

Ci sono mucchi di sabbia o di sassi, terra, materiale di risulta delle demolizioni, anche dei macchinari.
Da qualche giorno i tre siti sono stati posti sotto sequestro dal comando stazione di Bagolino del Corpo forestale dello Stato.

I sigilli sono ben visibili percorrendo la stradina che a Ponte Caffaro lascia via Campini e prosegue sull’argine di sinistra del torrente Caffaro, prima che questo si unisca al fiume Chiese e poi all’Eridio.

Come mai? Nulla trapela negli uffici della Forestale, nemmeno chiamando direttamente il comando provinciale. In municipio a Bagolino sanno delle fettucce bianche e rosse e sono in attesa di atti ufficiali: «Non sappiamo il perché di quei sigilli e di quali manchevolezze possano essere accusate le tre ditte – ci ha detto il sindaco Gianluca Dagani -. Qualcuno dovrà pur farsi vivo per chiedere se abbiamo o meno rilasciato dei permessi e forse allora ne sapremo di più».

Poco si riesce a sapere dai diretti interessati, i titolari delle imprese edili, che quei terreni li utilizzano da una ventina d’anni almeno: «Ci teniamo temporaneamente il materiale che poi utilizziamo nei cantieri e abbiamo da sempre tutte le autorizzazioni a farlo» afferma uno di loro.

Non è che magari sono state rinvenute delle sostanze diverse, che richiedono permessi particolari per essere stoccate, chiediamo: «Non mi risulta e niente del genere mi è stato ancora contestato.
E non mi risulta nemmeno che siano stati fatti dei prelievi» è stata la risposta.

«L’importante è che facciano alla svelta – affermano in paese -. O ci dicono se dobbiamo preoccuparci per la presenza di sostanze pericolose per la salute o per l’ambiente, oppure lasciano lavorare in pace queste aziende, che di problemi ne hanno fin troppi».

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