La Transumanza, per valorizzare la ruralità di montagna

Si temeva la pioggia per la festa de “La Transumanza” di domenica 14 ottobre a Bagolino, ed in effetti è poi arrivata verso mezzogiorno, ma almeno la traversata del paese da parte delle mandrie è restata indenne, il tempo è stato clemente.

Grande affluenza di pubblico per assistere ad un avvenimento un tempo usuale, il ritorno a valle del bestiame dagli alpeggi estivi, la transumanza appunto, cioè il trasferimento dalle stalle di pianura o fondovalle ai pascoli di alta quota sui monti nel periodo estivo, e viceversa in autunno il ritorno del bestiame “a casa”. Anche lunghissimi percorsi nel passato, dalla Bassa alle Valli Bresciane, per restare nei nostri luoghi, ma così ovunque nel resto d'Italia e altrove; più facilitati naturalmente gli allevatori di montagna per i quali il trasferimento era più breve, ma le condizioni annuali di vita e di lavoro certamente più difficili e dure. Una tradizione questa che nella Valle del Caffaro comunque persiste anche oggi in virtù della grande tradizione zootecnica e lattiero-casearia di Bagolino.

Ed eccoci quindi alla seconda domenica di ottobre, dedicata da tre anni ormai a festeggiare il ritorno a valle dei mälghìs e del loro bestiame; festa che sta consolidando una partecipazione sempre più numerosa sia dal luogo che dai paesi limitrofi e dalla città, ma anche degli stessi allevatori, coinvolti in un momento di socialità che fa bene alla persona e alla categoria, a cui generalmente viene riservato uno scarso riconoscimento per il ruolo di presidio della montagna che svolge con la propria attività. Sempre più numerosa infatti la presenza di giovani e donne delle aziende zootecniche che nella Valle del Caffaro sono a conduzione famigliare, per non parlare dei bambini che interpretano con molta convinzione e serietà il ruolo di piccoli allevatori e si divertono un mondo.

Dopo l'attraversamento del centro abitato di Bagolino, assiepato di spettatori, le mandrie sono confluite nel Parco Comunale della Pineta; qui in un recinto appositamente predisposto hanno potuto sostare, sorvegliati dagli allevatori e osservati dal pubblico presente, tra cui molti bambini felicissimi di assistere all'insolito spettacolo e di poter porgere anche il fieno agli animali con le proprie mani.

Il programma della giornata prevedeva la presenza presso il Parco Pineta di stand gastronomici in collaborazione con la Cooperativa Valle di Bagolino e con vari produttori di formaggio bagòss, impegnati anche nella dimostrazione della lavorazione casearia; stand di macchine agricole e attrezzature e prodotti per la categoria; stand di produzioni tipiche della montagna. Poco favorevole il tempo nel pomeriggio, con una pioggia incessante che ha costretto tutti a restare sotto il tendone del punto ristoro, peraltro senza eccessiva sofferenza, considerato l'apprezzamento del menù proposto a base di polenta carbonera, immancabili salamine, formaggi e salumi misti annaffiati da abbondanti libagioni. A tener viva la partecipazione ha provveduto inoltre il duo Avan e 'ndré, dal vicino Trentino, che con le loro fisarmoniche e le popolarissime canzoni hanno fatto ballare e cantare il pubblico per varie ore.

Premiata nell'occasione anche la fotografia vincente del concorso fotografico “Vita in montagna”; il primo premio è stato assegnato a Irene Stagnoli, una giovane appassionata di fotografia che ha colto un momento di vita in alpeggio, nell'azienda di famiglia; un altro segnale di buon auspicio per il futuro delle nuove generazioni che dovranno saper integrare i saperi tradizionali con le nuove conoscenze, tecnologie, bisogni per dar continuità al passato innovandolo per il futuro.

Le giornate de “La Transumanza” sono state organizzate dalla Pro loco di Bagolino con il patrocinio del Comune, della Cooperativa Valle di Bagolino, della Provincia e della Coldiretti di Brescia. All'ente promotore, ai patrocinatori e ai numerosi volontari che hanno reso possibile la manifestazione va il ringraziamento del pubblico, che conta per l'anno successivo su una festa sempre più coinvolgente; e magari anche di qualche richiamo sul tema per non dimenticare il significato e il valore dell'agricoltura di montagna per tutta la società, non solo per le zone montane direttamente interessate.

Marisa Viviani

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