La Pro loco di Ponte Caffaro sbatte la porta

La vendetta è un piatto da servire freddo o caldo? Se c'è uno convinto che vada servito caldissimo, quello è Marco Scalvini, sindaco di Bagolino. Ne sa qualcosa il Coordinamento delle Pro loco del lago d'Idro, che ha perso un pezzo per strada. La Pro loco di Ponte Caffaro se n'è andata sbattendo la porta.
Potranno giungere smentite, ma non è casuale che l'uscita di scena capiti proprio adesso.

A far perdere le staffe a Scalvini e al suo vice (il caffarese Enzo Melzani) è stato un recente atto del portavoce del Coordinamento, Aldo Armani, il quale (nella più semplice logica della democrazia, o almeno lui la pensava così) ha chiesto al Comune di Bagolino di visionare gli atti relativi ad un presunto intervento di manomissione della spiaggia caffarese.
Apriti cielo! Si narra di telefonate burrascose di Scalvini a membri del Coordinamento. Il tema è finito sul tavolo delle Pro loco; la richiesta di accesso agli atti per prudenza si è fermata.

Chi non si è fermato è il Comune di Bagolino. Certo, formalmente è la Pro loco rinnovata da poco ad essersene andata, ma a nessuno sfugge la coincidenza. Anche perchè i toni usati nella lettera di uscita sono di chiaro stampo scalviniano: "Si diffida il Coordinamento a pronunciarsi a nome del lago d'Idro".
Non ci sono commenti ufficiali alla presa di posizione caffarese. Tutt'al più, di fronte ai toni (come dire?) arrogantelli, qualcuno azzarda la parafrasi di un motto del '68: "Reazioni? Faremo una risata che seppellirà simili comportamenti".
Ma si capisce che dietro l'ironia c'è tanta amarezza, anche perchè la Pro loco di Ponte Caffaro è uno dei soci fondatori del Coordinamento.

"Qui si lede l'autonomia con un'entrata a gamba tesa della politica", commenta qualche altro membro del Coordinamento. La situazione non è allegra per le Pro loco del lago.
L'altra sera si sono incontrate con i sindaci della zona e la vicepresidente della Provincia di Trento Margherita Cogo. Proprio da quest'ultima si sono sentite dire che Trento è d'accordo per la terza galleria, frase ripetuta dall'assessore Mauro Gilmozzi a margine della firma del protocollo con Brescia sulla viabilità.
Gilmozzi� Andato addirittura oltre, violando quello che per i rivieraschi è un caposaldo: "Il lago d'Idro è un bacino semi-naturale, perchè trasformato in diga da quasi un secolo". Parola di Gilmozzi, che urta contro la richiesta (energica, quanto inascoltata) di far tornare il lago d'Idro alla sua dimensione naturale: un lago di origine glaciale.

In questo momento di quasi sbandamento si è inserita la nascita di un nuovo gruppo (gli "Amici della terra") guidato dall'ex portavoce del Coordinamento Gianluca Bordiga, che per non saper né leggere né scrivere ha deciso di lanciare una raccolta di firme contro la terza galleria. "Noi del Coordinamento non ci stiamo - replica Armani - non perché siamo contrari, ma perché vogliamo impiegare le nostre forze nel rapporto istituzionale. Vedi l'incontro dell'altra sera". Certo che se le istituzioni rispondono come Bagolino...

G. B. da l'Adige

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