11 Agosto 2018, 09.15
Bagolino
Mostre

La Grande Guerra è ancora tra noi

di Marisa Viviani

Nel centenario della fine del primo conflitto mondiale, l’associazione Habitar in sta terra di Bagolino dedica due mostre e una serie di iniziative per ricordare i tragici fatti della guerra


Quale impatto catastrofico ebbe la Prima Guerra Mondiale sulla nostra società e sulle famiglie se ancora oggi, a distanza di cento anni, ne parliamo come fosse un evento che ci coinvolge personalmente, così da vicino da avvertire il sapore acre della paura, del dolore, della pietà per la tragedia umana che colpì intere popolazioni?

La domanda è retorica, perché conosciamo bene quali furono le conseguenze dell'immane carneficina che devastò l'Europa nel conflitto che, a detta degli strateghi militari e dei governi complici, doveva risolversi in poche settimane: cinque anni di massacri per i più (1914-1918), quattro anni per l'Italia (1915-1918). E tale fu l'orrore e la strage da lasciare segni indelebili nei soldati, nelle famiglie, nei territori, tanto da essere qui, oggi, nell'anno del centenario della fine della guerra, a commemorare i milioni di vittime, militari e civili, a ricordare per non dimenticare.

In tutto il Paese, come negli altri Stati coinvolti nel conflitto, si svolgono quest'anno manifestazioni sulla Grande Guerra, e anche a Bagolino si sono tenute e si terranno iniziative inerenti. A promuoverle è l'Associazione Culturale Habitar in sta terra, che riprende il tema aperto dal ciclo di proiezioni dei mesi scorsi a cura di Gianluigi Pelizzari in collaborazione con la Biblioteca Comunale. A differenza di quei filmati che volgevano il loro sguardo internazionale ai fronti di guerra europei, tra cui quelli italiani, l'interesse di Habitar in sta terra sulla Grande Guerra è orientato al territorio di Bagolino e alle aree limitrofe del conflitto. Il ciclo di manifestazioni è iniziato sabato 4 agosto con l'apertura di due mostre.

"La Grande Guerra" è il titolo della prima mostra, che è esposta presso la CasaMuseo di Habitar in sta terra. Questa mostra è centrata sulla comunità di Bagolino ed espone materiale documentario appartenente al museo stesso o reperito in paese presso le famiglie e gli archivi comunale e parrocchiale.

Una sezione della mostra è dedicata alle attività svolte dalle donne nel periodo della guerra, sia a sostegno dei propri famigliari sotto le armi, che veri e propri lavori in sostituzione degli uomini impegnati sui fronti di guerra. Così accanto ai lavori a maglia per la confezione principalmente di calze di lana, le donne erano impegnate nei lavori agricoli e nelle fabbriche, mentre l'impegno più sentito da tutte era scrivere lettere ai propri mariti, figli, fratelli in guerra.

La corrispondenza tra le famiglie e i propri congiunti è un patrimonio documentario insostituibile per conoscere la condizione di vita dei soldati, pur se le lettere erano tutte sottoposte a censura militare. Di questa documentazione della sofferenza, nostalgia, ricordi, speranze, affetti, della vita e della morte quotidiana, riportata in diari, lettere, cartoline, sono esposte le toccanti testimonianze nella mostra. Tra queste la lettera del soldato Fusi Giacomo, ucciso il 30 giugno 1915, sei giorni dopo l'inizio della guerra; così come la lettera del Cappellano Militare relativa alla sepoltura dei 27 fanti e alpini travolti il 13 dicembre 1916 da una valanga nella Piana di Brufffione.

La comunità di Bagolino ebbe 72 (75?) soldati caduti nella Grande Guerra; l'esposizione in una sala delle fotografie di 60 tra quei morti è la scena che più colpisce il visitatore della mostra; le vittime della guerra qui prendono volto, si conosce l'età, la causa della morte, il luogo dove è avvenuta; l'anonimo soldato caduto si materializza e diventa uno di famiglia, uno zio, il nonno, un fratello, per qualcuno il padre, l'impatto emotivo è molto forte e lascia un segno profondo nella coscienza di chi vuol apprendere la lezione della storia. Una scritta su una lapide commemorativa, così rammenta "Gli errori della guerra diventano pianti", ed è bene riportarla anche se non è parte di questa mostra ma è scritta nella vicina Valle del Chiese, la terra di confine che si vide schierata con l' Austria contro i suoi stessi fratelli conterranei italiani.

La mostra è visitabile la sera (esclusa domenica) dalle ore 21 alle ore 22,30

Il tema dei confini e dei relativi fronti di guerra è trattato nella seconda mostra "TRACCE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL TERRITORIO DI BAGOLINO", a cura di Stefano Molgora, con la collaborazione di Habitar in sta terra; è collocata nella Sala delle Esposizioni (locali sopra la Biblioteca Comunale).

Una serie di cartelloni e di fotografie illustra la situazione dei fronti, delle strade, delle trincee, degli appostamenti, degli alloggiamenti del sistema difensivo italiano della Valle Sabbia e della Val Trompia, ed è corredato da fotografie sullo stato attuale dei resti delle varie linee difensive: Forte Cima Ora, Mte Maniva e dintorni, Psso Termine, Mte Listino, Psso Serosine, Psso Cornelle, Psso Bruffione, Mte Brealone, Piana di Bruffione ecc. Interessantissima la scoperta presso la località S.Antonio, prospiciente il lago d'Idro, di una trincea di fucileria con 1200 postazioni di fuoco, come del resto è notevolissima la rete di strade militari costruite dai soldati stessi nel corso della guerra.

La mostra è tratta dalla ricerca di Stefano Molgora pubblicata nei libri "Sentinelle del Silenzio" -Architettura della Grande Guerra in Valle Sabbia e Alta Val Trompia-, e "Memorie della Grande Guerra nella Valle del Caffaro"; questo secondo libro, pubblicato dal Comune di Bagolino nella collana Zangladello, sarà presentato nel corso delle celebrazioni del 4 Novembre.

La mostra è visitabile la domenica mattina dalle ore 10,30 alle 12.

Altre iniziative

Lunedì 6 agosto si è tenuto un breve incontro letterario-musicale sul tema della guerra. Una lettura a più voci di riflessioni e brani storico-letterari, con accompagnamento musicale e canto di Laura Crescini e Marco Melzani, ha emozionato il pubblico presente. Sullo sfondo di sobrie e antiche architetture, nei pressi del Portico dei Cavalli, il pubblico disposto sulle scalinate che conducono alla Chiesa di San Giorgio, ha potuto apprezzare la scelta di Habitar in sta terra di ricordare la tragedia della Grande Guerra, e di tutte le guerre, con i semplici e incisivi strumenti della parola e della musica, mezzi del cuore e della mente. Il pubblico ormai fidelizzato rispetto alle iniziative di Habitar, ha molto gradito questo nuovo evento culturale, nel corso del quale è stato distribuito anche un opuscolo dal significativo titolo di "Quelle due sillabe della parola PACE". Peccato per chi non era presente, perché ha perso una bella occasione. Chissà se coglierà invece le successive.

Martedì 14 Agosto, ore 21, presso la CasaMuseo di Habitar, Stefano Molgora intratterrà il pubblico con proiezioni relative alla Grande Guerra nel territorio di Bagolino e zone limitrofe.

Domenica 19 Agosto
, in collaborazione con il CAI, Habitar organizzerà una visita al Forte di Cima Ora; partenza ore 7,30 da P.zza Marconi (per info: Pro Loco di Bagolino 0365/99904 – cell. 334/1324766)

Lunedì 20 e Martedì 21 Agosto, Habitar organizza due serate di approfondimento sulla Grande Guerra, condotte da Gianluigi Pelizzari e da Francesco Bologni, recuperante, ricercatore di reperti bellici e responsabile del Museo della Grande Guerra di Bersone.

Grazie all'Associazione Culturale Habitar in sta terra per aver ricordato con tanta sensibilità la tragedia della Grande Guerra, i nostri soldati caduti e tutte le vittime che ogni guerra porta con sé.

Dall'Albo d'Oro dei Caduti Lombardi: È doveroso ricordare che tra i 72 (75?) soldati di Bagolino caduti nella Grande Guerra furono assegnate quattro medaglie al valore: Medaglia di Bronzo: Lombardi Andrea, classe 1894, caduto il 6/4/1916 in Val di Ledro – Medaglia di Bronzo: Alberti Giovanni, classe 1894, caduto il 23/8/1917 nel Trincerone di Zugna – Medaglia d'Argento: Zanetti Carlo Tebaldo, classe 1896, caduto 16/7/1916 sul Monte Nero – Medaglia d'Argento: Lombardi Pietro, classe 1889, caduto l'11/11/1915 a Costa Violino.


Foto della serata del 6 agosto
e della mostra tratte dalla pagina Facebook di Habitar in sta terra


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