Esplosivi sulle slavine

Rimane chiusa la Provinciale numero 669 nel tratto che da Valle Dorizzo sale verso il Gaver, a causa del rischio di distacco delle slavine. Un rischio che è aumentato con le più recenti precipitazioni, quelle registrate nel corso dell’ultimo fine settimana e che in quota hanno assunto carattere nevoso.
Il blocco si protrarrà fino al prossimo venerdì, quando è previsto che le condizioni meteo permetteranno l’intervento con gli esplosivi per provocare il distacco delle masse nevose che si troverebbero ancora pericolanti sui canaloni.

La speranza è che questa volta l’intervento possa essere risolutivo.
“Abbiamo deciso di effettuarlo proprio per questo - ci ha detto ieri l’assessore provinciale Mauro Parolini, che ha dato l’incarico ai suoi uomini di mantenere costantemente monitorata la situazione -. Nonostante l’innalzamanto delle temperature, infatti, temiamo che grandi masse nevose possano rimanere nei canaloni, pregiudicando l’apertura della stazione invernale del Gaver anche nel prossimo fine settimana”.
“Un eventualità – ha aggiunto Parolini -. Che vogliamo assolutamente evitare, anche se solo al termine delle operazioni potremo dichiarare il cessato pericolo ed aprire al traffico”.

In un modo o nell’altro quella neve pericolante non deve più costituire un problema, sembra essere il messaggio, anche perché l’alternativa sarebbe aspettare che la natura faccia il suo corso, col rischio di dovere attendere delle settimane.
Non ci dovrebbero problemi da sabato prossimo, dunque, a raggiungere la Piana sotto al Blumone che per l’occasione diverrà teatro della grande CiaspoGaver, la manifestazione organizzata dalla Promosport Valli Bresciane e dall’Agenzia Territoriale per il Turismo della Valle Sabbia che, con più di mille appassionati al via, segnerà la chiusura della stagione invernale dell’alta Valle del Caffaro.

Ma che fine ha fatto la DaisyBell, la campana per suonare le slavine?
“Ci siamo consultati con il nivologo ed abbiamo stabilito che per la consistenza attuale del manto nevoso le onde sonore non sono più sufficienti – ci ha detto sempre Parolini -. Meglio lo spostamento d’aria garantito dalla denotazione di esplosivo direttamente nella neve e sarà lo stesse Federico Rota, il nostro nivologo che ha anche la patrente di “fuochino” ad occuparsene dopo aver raggiunto le zone di distacco in elicottero”.

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