E' morto il piccolo Alex

Alex non ce l’ha fatta: dopo una notte d’agonia nel reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale Civile di Brescia il suo cuoricino ha cessato di battere.
L’incidente, assurdo per come si è consumato, ha assunto così i toni della tragedia.

“Vedrai che se la cava, non sembra, ma i bambini recuperano sulle botte molto meglio degli adulti. Non preoccuparti...”. Parole sprecate quelle del giovedì sera a Ponte Caffaro, pronunciate dagli amici che cercavano di fare coraggio a Domenico.
Lui non si dava pace, con lo sguardo perso nel vuoto si guardava attorno. Cercava forse un pertugio che lo potesse riportare indietro nel tempo, almeno una giustificazione: “Mi ha tirato il volante e non me l’aspettavo – ripeteva -, poi è scoppiato tutto... la polvere... non ci vedevo nulla, soffocavo”.

Un’ora prima stava percorrendo alla guida della sua Volvo la via Tito Speri a Ponte Caffaro. Lui, Marica e Alex erano stati a fare le spese in paese.
Erano quasi le 5 e mezza, l’ora di andare a preparare la cena nella casa delle vacanze.
Nella campagna strappata alle paludi mille anni fa dal lavoro dei Benedettini sono molti – ci dicono - i lumezzanesi, della frazione Renzo come loro parrocchia di Fontana, a trascorrere le vacanze da quelle parti: interi gruppi familiari.

Poi quell’incidente così, in mezzo al paese. L’airbag che scoppia in faccia al bimbo. I soccorsi che arrivano dalle case vicine, dalla piazza e dall’aria. L’arresto cardiaco preoccupante. Per Alex e Marica il volo in elicottero, per tutti l’incredulità.
Domenico, del piccolo Alex, era il padrino. E’ stato lui il testimone quando mamma Marica e papà Emis si sono detti di si.
La responsabilità di quanto era successo a quell’unico figlio pesava già come un macigno quando tutto pareva ancora rimediabile, dunque, figuriamoci al termine dell’agonia, alle 8 e 30, quando i medici hanno stabilito che non c’era più nulla da fare.

Di male in peggio col passare delle ore, ieri, perché il 39enne di Lumezzane, evidentemente ritenuto responsabile per l’incidente, è stato pure iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia.
L’accusa è quella dell’omicidio colposo, indaga il sostituto procuratore Paolo Savio che ha acquisito i rilievi della Stradale di Salò. “Non vorrei essere nei suoi panni” commentavano ieri a Ponte Caffaro.
La "giustizi" popolare è assai più rapida della legge dei tribunali e nessuno a Ponte Caffaro se la sentiva di inchiodare tout-court il lumezzanese alle sue responsabilità:
“Io di figli ne ho tre e credo mi sia capitato con tutti quanti di tenerli in braccio e far finta di farli guidare, certo andando da qui a lì - ci ha detto un operaio del Comune, con gli occhi rossi -. Non ti immagini certo di rischiare una cosa del genere”.

Alex Garau aveva compiuto due anni lo scorso 26 gennaio. La terza candelina attenderà invano il suo vivace soffio.

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