Luoghi del cuore, ma abbandonati

Si è conclusa la settima edizione della campagna “I luoghi del cuore” promossa dal Fai: il 2015 si apre con l'esito della classifica dei luoghi più votati d'Italia e la Rocca D'Anfo si piazza in quarta posizione in provincia, dopo l'organo del Duomo Vecchio di Brescia, la Chiesa di San Silvestro a Iseo e Villa Bellini di Alfianello.

Avendo superato i 1000 voti, si conquista la possibilità di presentare una richiesta d'intervento al Fondo Ambiente Italiano. Con l'augurio che possa essere presa in considerazione, scopriamo qualcosa di più su questo forte di grande bellezza.

Si tratta di un vero e proprio sistema difensivo posto a presidio del valico che connette le Alpi Giudicarie e la Pianura Padana. La sua importanza strategica era già riconosciuta in età carolingia, quando il passo confinava con l'Alemagna. Dopo la prima ristrutturazione nel XV secolo da parte della Repubblica di Venezia, la Rocca venne modificata più volte, a partire dagli interventi voluti da Napoleone Bonaparte, prima di perdere il suo valore strategico, quando il Trentino passò al Regno d'Italia. Più tardi, fu utilizzata dalle truppe Garibaldine e durante il primo conflitto mondiale, venne  impiegata come polveriera e deposito munizioni.

In seguito, fu adibita a funzione di caserma per l'addestramento dei militari di leva, rimanendo vincolata al Ministero della Difesa fino al 1992. Oggi è di proprietà dell'Agenzia del Demanio dello Stato ed è chiusa dall'anno 2011.

Nel giugno del 2011, dopo la caduta dei massi sulla strada avvenuta a febbraio dello stesso anno,  l'accesso alla Rocca viene chiuso a causa del dissesto viabilistico. Nel 2013, le province di Trento e Brescia s'impegnano a sistemare la strada con un investimento di circa 400.000 euro cada una.

Ad oggi, a pochi mesi da Expo 2015, un evento che valorizza il territorio italiano e i suoi tratti culturali, la Rocca risulta chiusa e in stato di abbandono.

«Abbiamo ceduto il diritto sulla Rocca alla Regione che ha provveduto a stanziare un fondo di circa un milione di euro per la messa in sicurezza della struttura. La Comunità Montana di Valle Sabbia ha indetto un bando e si spera che al più presto possa partire il progetto», ha dichiarato il sindaco del comune di Anfo, Gianpietro Mabellini.

Dagli uffici della Comunità montana ci fanno sapere che il cronoprogramma stabilito lo scorso anno è stato fino a questo punto rispettato e se tutto va bene il relativo contratto per l’inizio dei lavori potrebbe essere firmato a metà aprile. Tempi “tecnici” questi, che ad ogni modo permetterebbero la riapertura per scopi turistici di parte dell’antica fortezza fra luglio e agosto di quest’anno.

In attesa di un riconoscimento del Fai, su cui tuttavia non è saggio contare, è auspicabile puntare ad una valorizzazione del territorio, ad una presa di consapevolezza sul valore storico e culturale dei nostri luoghi del cuore, per il momento chiusi e abbandonati.