Un ponte fra Anfo e l'Africa

E’ un ponte fra Anfo e Nyeri, piccolo paesino sulle pendici di una montagna del Kenya, quello che presto vedrà la luce.
Un gemellaggio.
La prima pietra, la più solida ed importante, è rappresentata dallo slancio religioso e dall’amore per il prossimo manifestato da suor Irene Stefani, anfese d’origine e beatificata in terra d’Africa lo scorso 23 maggio.

A meno di un mese di distanza la costruzione di questo solido rapporto prosegue.
Ad offrire il suo contributo perché possa prosperare, è arrivata ad Anfo niente meno che il segretario di gabinetto Phillys Kandie, una carica che corrisponde al nostro ministro e che in questo caso si occupa di Turismo, Cultura e Commercio.

Accompagnata dall’ambasciatore della repubblica del Kenya a Roma, Josephine W. Gaita, e da una delegazione di una decina di diplomatici molti dei quali già presenti in Italia nel padiglione keniota dell’Expo, la signora Kandie ha voluto ringraziare Anfo «perché ci ha dato suor Irene, venuta da lontano, a Nyeri, per mettersi al servizio della nostra gente».

«Suor Irene ci ha amati tanto e noi abbiamo amato lei – ha aggiunto -. Mi prodigherò personalmente perché il rapporto fra Anfo e Nyeri possa proseguire e qui con me ci sono le persone giuste perché si possa già cominciare a farlo. E non abbiate paura di quello che dicono le televisioni e i giornali: il Kenya è un paese pacifico e sicuro, il mese prossimo verrà a trovarci il presidente americano Obama e ci verrà presto anche il Papa».
Il ministro ha auspicato fin dai prossimi mesi scambi di visite fra i due paesi: «Magari non in albergo, ma nelle case della gente, per vedere come si vive qui e come si vive là».

Ad accogliere la delegazione, fra gli altri, il sindaco Gianpietro Mabellini con la giunta al completo, il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini, la vestonese Rosa Gennari che nel grande Paese africano ha vissuto 18 dei suoi giovani anni e per questo si è prodigata nelle traduzioni linguistiche simultanee.

C’erano due dei nipoti ancora vivi di Suor Irene, Tullio e Nunzio Zecchini, ed un nutrito gruppo di pronipoti.
Commosso il sindaco «nel vedere che il meraviglioso Kenya ricorda e rende omaggio, affetto e riconoscenza, ad una semplice suora e al paesello da cui è partita».

Onorato di accogliere la delegazione kenyota anche il presidente Flocchini, che ha parlato della Valle Sabbia come di una «piccola terra, ma generosa» felice che queste sue peculiarità vengano riconosciute con tanta autorevolezza.
Dopo la cerimonia ufficiale con lo scambio di doni, fra i quali una copia incorniciata dell’Atto di nascita di suor Irene, la visita alla casa dove suor Irene è nata e dove ha trascorso la sua fanciullezza, poi nella vicina parrocchiale che Anfo dedica ai santi Pietro e Paolo, prima della ripartenza alla volta dell’aeroporto milanese.


Nata nel 1891, suor Irene, al secolo Mercede Stefani, diviene missionaria della Consolata nel 1911.
In Africa si occupò dell’assistenza ai feriti negli ospedali militari. Morì nella missione di Gekondi nel 1930, colpita da peste polmonare.

Lo scorso 23 maggio l’intera nazione del Kenya si fermò per assistere, a decine di migliaia in diretta e a milioni in Tv alla cerimonia di beatificazione di Suor Irene, la prima in assoluto per il pese africano.

Ieri ad Anfo, oltre ai funzionari dell’ambasciata, per garantire la sicurezza del ministro Phyllis Kandie, erano presenti i carabinieri di Idro e della compagnia di Salò, i divisa e in borghese.
La viabilità gestita dagli uomini della Locale dell’Aggregazione valsabbina.

A suor Irene Stefani è stato riconosciuta l’intercessione nel miracolo della moltiplicazione dell’acqua battesimale nella chiesa di Nieppe, in Mozambico, avvenuto nel 1989, che dissetò per giorni decine di profughi lì barricati per la guerra in atto.   

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