Ne rimarranno 20

«Una notizia nuova e una cattiva, da quale comincio?». Veda lei. «Quella cattiva e che i profughi qui ad Anfo rimarranno anche nei prossimi mesi. Quella buona è che non saranno mai più di venti e, credetemi, è un risultato da considerare soddisfacente, data la situazione».

Così Simona Bordonali, assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, ieri poco dopo mezzogiorno.
Era appena uscita dal residence Tre Casali che in questi giorni si trova al centro dell’attenzione per la presenza di 47 richiedenti asilo, che per la piccola comunità di Anfo significa il 10% della popolazione.
Simona Bordonali è salita in Valle Sabbia per una visita alla struttura, autorizzata dalla Prefettura.

Con lei c’erano il vicario del prefetto Salvatore Pasquariello, il presidente della cooperativa di accoglienza Marco Riva, Luca Dagani in rappresentanza dell’amministrazione di Anfo, il vicesindaco di Idro Alessandro Milani, il comandante della compagnia carabinieri di Salo Alessandro Firinu ed il maresciallo Luigi La Rovere.

«Quando ho visto la struttura, dove c’è la possibilità teorica di ospitare ben più di 60 persone, mi sono un po’ preoccupata e ho temuto che volessero creare qui un centro di accoglienza e smistamento – ha affermato la Bordonali -. Per fortuna invece, anche grazie alla mobilitazione dei giorni scorsi, in Prefettura hanno capito che non era il caso.
Del resto in questo momento il rapporto popolazione/profughi ad Anfo parla chiaro: sarebbe come se a Brescia città di queste persone ne fossero arrivate 19 mila».

«Per il resto a noi continua a non piacere questo modo di fare le cose – ha aggiunto -. Sappiamo che nessuno di questi ragazzi è scappato da una guerra e che a Brescia nel 2016 la Commissione ha rigettato il 71% delle richieste di asilo e che un altro 4% dei richiedenti si è volatilizzato».
«Che fine fa tutta questa gente che di colpo si trova con un foglio di via in mano, se di rimpatri non se ne fanno?».

E c’è anche un altro dato messo in evidenza dall’assessore regionale: «Fino a questo momento, nel corso del 2016 sono arrivate via mare 165mila persone e di queste solo 85 mila hanno fatto richiesta di protezione internazionale.
Gli altri, quasi la metà, non abbiamo idea di dove siano andati a finire». 

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