Accordo integrativo
di Ubaldo Vallini

In Valle Sabbia ha rischiato di rinfocolare le polemiche, ad un passo dalle elezioni comunali, la notizia di un accordo di programma “ad integrazione di quello del 2008 siglato con i Comuni rivieraschi di Anfo, Bagolino, Idro e Lavenone”.

In Valle Sabbia ha rischiato di rinfocolare polemiche a non finire, ad un passo dalle elezioni comunali, la notizia di un accordo di programma “ad integrazione di quello del 2008 siglato solo con i Comuni rivieraschi di Anfo, Bagolino, Idro e Lavenone” come indicava una nota della Regione Lombardia diffusa ieri.
Lo stesso comunicato, diffuso da Lombardia Notizie che è l’agenzia stampa del Pirellone, aggiungeva: “La nuova intesa garantisce al meglio l'equilibrio tra gli utilizzi agricoli, turistici, elettrici ed igienico-sanitari delle acque e ribadisce la necessità di chiedere a Trento di rilasciare nel lago parte delle acque dei suoi bacini (30 milioni di metri cubi circa) per 5 anni, cioè fino al completamento delle opere previste per la messa in sicurezza del lago stesso”.

La notizia è arrivata come una fiammata sull’Eridio, che ancora si lecca le ferite per la stagione di dure prese di posizione esternate la scorsa estate in merito a quello stesso accordo. Tanto più che i Comuni rivieraschi in un primo tempo hanno sostenuto di non saperne nulla: “Ci verranno a dire qualche cosa prima di cambiare anche solo una virgola di quell’accordo” ha affermato da Ponte Caffaro Enzo Melzani, vicesindaco bagosso con delega al lago.

Cosa c’era dunque sul documento che è stato sottoscritto ieri mattina nel palazzo della Regione?
All’appuntamento si sono presentati gli assessori alle Reti, Servizi di Pubblica utilità e Sviluppo sostenibile Massimo Buscemi, all'Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi e alla Protezione civile Stefano Maullu, i presidneti dei Consorzi di bonifica e i rappresentanti degli agricoltori (Coldiretti, Upa e Cia).

C’era anche il sindaco di Montichiari, Gianantonio Rosa, in rappresentanza dei Comuni sub lacuali, che da noi interpellato precisa: “Di quell’accordo non è stato modificato nulla, solo è sorta l’esigenza per i Comuni del bacino sublacuale e per gli utilizzatori dell’acqua del Chiese di sottoscriverlo. In questo modo la regione Lombardia si impegna a garantire le sicurezza del lago e le portate previste nell’accordo anche nei confronti dei Comuni a valle dell’Eridio e degli ulitlizzatori per uso irriguo o energetico. Quando il documento, che è pubblico, sarà disponibile tutto sarà più chiaro, ma i termini sono questi”.

Una leva in più in mano al Pirellone per esigere, a determinate condizioni, il rilascio dell’acqua dai bacini del Trentino, insomma.
Ipotesi per altro già previste nell’accordo siglato lo scorso mese di agosto. Ad ogni modo, sul lago, i detrattori di quell’accordo non mancano e certo vorranno vederci chiaro.

In merito ieri sera abbiamo registrato anche la nota pervenuta dalla Coldiretti di Brescia, a firma del direttore generale Mauro Donda.
Eccola:
"Questa mattina in Regione Lombardia si è sottoscritto quanto in oggetto con la partecipazione dell’Assessore reg. all’Agricoltura, Assessore alle reti e Servizi di Publica Utilità e Sviluppo Sostenibile, e Assessore Reg alla protezione civile e Consorzio di Bonifica del medio Chiese, Consorzio di Bonifica Alta e media Pianura mantovana Consorzio del Chiese di Bonifica di secondo grado,le tre O.P ( Coldiretti,Upa, Cia)e il rappresentante dei comuni Rivieraschi del Fiume Chiese sublacuale.
Considerato che l’accordo di programma tra la regione Lombardia ed i Comuni di Anfo, Bagolino, Idro e Lavenone per la valorizzazione del lago d’Idro aveva tralasciato la necessità delle utenze idriche con particolare riferimento al comparto agricolo che comprendeva 30’.000 Ha su circa 30 Comuni, era necessario sottoscrivere un protocollo di Intesa per definire le modalità di gestione coordinata del lago d’Idro e dei serbatoi dell’Alto Chiese nel periodo transitorio fino all’entrata in funzione delle nuove opere di messa in sicurezza del lago d’Idro previste per il 31/12/2013. In modo da garantire il comparto agricolo di quei volumi d’acqua per il periodo primaverile estivo della stagione irrigua".
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