Pasini passa la stecca a Micoli
di val.

Si chiama Romano Micoli il nuovo presidente della “Monte Suello”. Prende il posto di Fabio Pasini che ha guidato le Penne nere gardesane e valsabbine per quindici anni.

Si chiama Romano Micoli il nuovo presidente della “Monte Suello”. Prende il posto di Fabio Pasini che ha guidato le Penne nere gardesane e valsabbine per quindici anni.
Di orgini friulane, 67 anni, Romano Micoli vive a Desenzano dove ha fissato la sua dimora dopo aver a lungo girato il mondo, anche per conto dell’Impregilo. Ieri a Salò ha ricevuto una “stecca” nel segno della continuità, visto che è stato il braccio destro di Pasini negli ultimi mandati.
Con gli alpini della Protezione civile di cui era responsabile, settore che ha ristrutturato e rimodellato secondo le nuove esigenze normative, Micoli è stato in prima file durante l’emergenza terremoto che nel 2004 ha colpito Salò e la Valsabbia.

Nuovo anche il Consiglio

La sua è un’elezione attesa e senza traumi di sorta, visto che era l’unico candidato alla successione e che era già vicepresidente vicario della Monte Suello già dal 2003. Farà certamente bene. Gli daranno una mano i venti alpini del nuovo consiglio direttivo che sono Fabrizio Quistini, Cesare Fumana, Renato Cerqui, Michele Carzeri, Francesco Baruzzi, Riccardo Avigo, Sergio Poinelli, Dino Maffessoli, Celestino Massardi, Pietro Neboli, Ugo Civieri, Flavio Lombardi, Silvano Bertoletti, Giancarlo Pelizzari, Domenico Lombardi, Luigi Bendotti, Guglielmo Bottarelli, Mauro Prestini, Attilio Stefini e Angelo D’Acunto.

Ultime incombenze
A Fabio Pasini è toccata l’ultima “relazione morale” relativa all’attività dello scorso anno delle penne nere gardesane e valsabbine. Non sono mancati i momenti di commozione: dopo quindici anni, infatti, per Pasini si è concluso il quinto mandato triennale alla guida della sezione. E’ il regolamento a non permettergliene altri.
Tre lustri vissuti intensamente e sempre in prima fila, alla testa di tante manifestazioni alpine e nelle iniziative di solidarietà, ma sempre al fianco dei suoi alpini.
E il frutto di questo vicinanza è stato ricambiato con la presenza di tutti i 181 delegati, in rappresentanza dei 58 gruppi della sezione che raccolgono 5mila e passa alpini: ci sono i valsabbini da Bagolino a Prevalle, ci sono quelli della sponda bresciana del Garda, da Limone a Sirmione, passando per la Valtenesi.

Zaino a terra
“E’ giunta anhce per me l’ora di fare “zaino a terra” – ha detto Pasini -. La sezione potrà fare a meno di un presidente come me. Purtroppo io non potrò fare a meno di voi».
Per rendere omaggio al suo impegno pluriennale, si è scomodato anche il presidente nazionale dell’Ana Corrado Perona, giunto di buon mattino da Biella fino a Salò per salutare il presidente di sezione, ma anche e soprattutto l’amico.
Per sei anni, all’epoca della presidenza di Beppe Parazzini, i due sono stati “colleghi” nel consiglio nazionale dell’Ana. L’assemblea si è aperta con la celebrazione di una messa celebrata dal cappellano don Diego Gabusi, cui è seguita la presentazione dell’operato della sezione, nelle sue varie articolazioni.

Riconoscimenti
All’ampia relazione di Pasini sono seguite quelle dei vari responsabili delle attività sezionali, dalla Protezione civile alla sentieristica, dalla salvaguardia della montagna alla gestione del rifugio di Campiglio di Cima, poi lo sport, la commissione giovani, il giornale sezionale, il sito internet e il coro.
Quindi al tesoriere Marco Comini, anch’egli al termine del suo impegno sezionale dopo quindici anni di costante presenza, è stato dato il compito d’illustrare il bilancio dell’associazione.
Nel corso dell’incontro non è mancato lo spazio per la consegna di alcuni riconoscimenti. Quello di “socio onorario” è stato offerto all’alpino vicentino Giobatta Danda, già ufficiale del battaglione “Vestone” in Russia nonché medaglia d’argento al valor militare.
Al gruppo alpini di Gargnano, 88 soci capitanati da Giacomo Samuelli è andato invece il premio “Italo Maroni” 2008, con la seguente motivazione: «per l’impegno nella Protezione civile, la costruzione del deposito per l’antincendio a Navazzo, il rifugio di Briano e la nuova sede in paese, nonché per la preziosa partecipazione alle attività associative».
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