Gaver, non si passa.
di val.

Riaprire la strada per il fine settimana? Non se ne parla neppure. E la Provinciale numero 669, per il tratto che da Valle Dorizzo si arrampica fino alla Piana dalla quale si gode della vista del Cornone di Blumone, resta chiusa.

Riaprire la strada per il fine settimana? Non se ne parla neppure.
E la Provinciale numero 669, per il tratto che da Valle Dorizzo si arrampica fino alla Piana dalla quale si gode della vista del Cornone di Blumone, resta chiusa.
Bloccata non solo dalle transenne: ad impedire il passaggio alle auto e financo alle motoslitte, tutta quanta la slavina caduta lunedì sera dal Canal Rot, subito dopo il “Cascinone”.

Una montagna di neve che in alcuni punti misuta una decina di metri, tanto da far temere la possibilità che incauti frequentatori, sporgendosi troppo, possano addirittura rimanere fulminati se vengono a contatto coi fili elettrici che scorrono vicini e paralleli al fronte frana.
Del resto non basta un canalone scaricato di recente per dichiarare il cessato pericolo. Ad incorniciare le Pale della Misa ce ne sono almeno altri quattro pronti a sgravarsi del loro carico e fra bacini di accumulo e la strada ci sono circa seicento metri di dislivello.

Lo scivolamento nevoso a pendenza massima su questi canaloni, imprimono alla massa fradicia, calda e appesantita, una velocità ed una forza tale che l’unico modo per salvarsi là sotto è quello di non esserci.
Agli operatori turistici cadono le braccia: “Per noi è un danno enorme, non tanto per il fine settimana di chiusura, quanto per l’impossibilità di pianificare la presenza dei clienti e del personale, o di gestire le prenotazioni – ci ha detto Stefano Marca del Blumon Break -. E’ penoso rispondere al telefono a decine di clienti che chiedono se la strada aprirà e sapere che dopo la nostra risposta la metà di loro si rivolgerà altrove anche la settimana successiva”.

Stefano, al pari di altri possessori di case e di strutture in Gaver e attorno al Gaver, sperano nei prossimi giorni di riuscire a raggiungere almeno i tetti dei loro possedimenti per scaricarli del peso eccessivo.
Specie se in questi giorni oltre i milledue cadrà un altro metro di neve, com’è stato annunciato.
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