Dutur Kaos, quanto fa bene ridere
“Il bimbo che non gioca non č un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che č dentro di sé” di Neruda č lo slogan che ciascuno di noi fa proprio per esercitare il ruolo di “clown di corsia”.
Dr. Alibabŕ


“Il bimbo che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che è dentro di sé” di Neruda è lo slogan che ciascuno di noi fa proprio per esercitare il ruolo di “clown di corsia”. Sì, perché questo è ciò che spontaneamente e volontariamente facciamo -a turno- ogni domenica pomeriggio presso i reparti di degenza e P.S. pediatrici dell’O.C. di Brescia.
La nostra associazione si chiama Dutur Kaos ed opera dal 2002 nel territorio bresciano.

Dopo un tirocinio iniziale di due mesi durante i quali vengono impartite lezioni, quali: sculture di palloncini, igiene e comportamento ospedaliero, teatro, mimica e micromagia ecco la prima esperienza “sul campo” e come anatroccoli seguiamo le orme di mamma anatra (gli “anziani”) entrando per la prima volta in una stanza dell’ospedale per regalare qualche minuto di sorrisi e spensieratezza ai nostri piccoli amici ed ai loro familiari coi nostri giochi di micromagia, giocoleria e gags. Vi assicuro che l’emozione della prima volta nulla ha a che invidiare a quella di un qualsiasi esame scolastico, ma è proprio il piccolo amico che siamo andati a trovare colui che – coi suoi occhioni sgranati che ti scruta dall’alto in basso – ti dà l’energia e la vitalità per darti da fare per regalargli quella poca manciata di minuti di divertimento.

E non c’è bisogno tu faccia sparire l’infermiera di turno o il vicino di letto che russa di notte alla Copperfield! già la tua sola presenza è spesso sufficiente a distoglierlo – temporaneamente almeno – dal perché sia lì, al disagio ed alle sofferenze del momento.
E’ bello, inoltre, leggere negli occhi dei genitori, nonni, amici e personale sanitario la gioia che il solo vederti così vestiti dà loro. Sì, perché ciascuno di noi per superare il corso ha una sola prova da sostenere: personalizzare il camice bianco secondo la propria fantasia con colori, scritte, disegni, trombette, luci e quant’altro la fantasia gli suggerisce perché quello sarà, assieme al trucco, un naso rosso finto (che non deve mancare mai!) ed una parrucca dai capelli variopinti il proprio biglietto da visita.

Ah, non deve mancare il nome che ciascuno sceglie per la propria attività: dottori Bollicina, Birba, Pollon, Molla, Krusty, Sinsalamin, Grissino, Ciuchino, Valvola, Fiore, Arcobaleno, Sorriso e tanti altri. D’altronde “un sorriso non costa nulla e produce molto…nessuno è così ricco da poterne fare a meno e nessuno è così povero da non meritarlo”.

Dr AlibabĂ 

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