Restauri al via
Una buona notizia per il patrimonio storico e architettonico della Valsabbia: stanno per iniziare i lavori di risanamento del santuario della Madonna della Rocca di Sabbio Chiese, chiuso a causa del terremoto dal novembre 2004.

Una buona notizia per il patrimonio storico e architettonico della Valsabbia: stanno per iniziare i lavori di risanamento del santuario della Madonna della Rocca di Sabbio Chiese, chiuso a causa del terremoto dal novembre 2004. E stando alle previsioni, il monumento potrebbe riaprire per la Pasqua dell’anno prossimo.
Ad aggiudicarsi il cantiere attraverso una trattativa privata (una prassi consentita al Comune dal decreto legato all’emergenza post sisma) è stata una ditta di casa, la sabbiense «Pa.Be. costruzioni». «In questa prima fase - spiega il sindaco Rinaldo Bollani - si provvederà alla sistemazione del tetto per evitare le infiltrazioni d’acqua, molto dannose per un edificio di così elevato valore artistico. Ma poi i lavori proseguiranno fino a rendere la Rocca agibile al culto, stando attenti a non compiere alcuna azione invasiva».

Il costo complessivo dell’operazione è di 953 mila euro: «700 mila li ha resi disponibili la Regione, e altri 125 mila il Comune. Rimarranno poi in sospeso lavori di restauro per altri 125 mila euro circa, per i quali esiste il progetto ma manca il finanziamento, che saranno effettuati in seguito. La riapertura della Rocca è in ogni caso prevista per la prossima primavera, con la speranza di effettuare l’inaugurazione per Pasqua».
Lo storico edificio, che dalla sua posizione sopraelevata domina Sabbio e la Valsabbia, ha un forte significato simbolico per tutti i valsabbini, ma in particolare per i sabbiensi che, con la chiesa chiusa, pensano con preoccupazione all’avvicinarsi delle tradizionali «Decennali della Rocca» previste per il 2012.

L’edificio del santuario della Madonna della Rocca (o anche della «Madona dei osèi» o dela «Beata Vergine del Campanile») risale al IX o al X secolo. Era stato pensato come fortezza all’interno di un sistema difensivo che comprendeva anche le rocche di Vobarno, Nozza e Bernacco, e che era stato concepito per contrastare le invasioni degli Ungari. Poi, nel 1527 avvenne la trasformazione in edificio mariano.
Ma perchè è il Comune e non la parrocchia a occuparsi, per scelta, di rimettere in piedi un edificio religioso? «Perchè - risponde Bollani - il valore storico, artistico e architettonico di questo monumento va molto al di là di quello religioso. Per questo, dopo oltre 1300 giorni di chiusura obbligata (e altri 250 giorni circa dovranno passare prima della fine dei lavori), ora dobbiamo restituirlo ai sabbiensi».

Sabbiensi che ormai da tempo, nei confronti sia del sindaco sia del parroco don Giovanni Lamberti, si mostrano impazienti di rientrare; di mettere fine al lungo «sfratto» imposto dal terremoto che il 24 novembre 2004 ha colpito il Garda e la Valsabbia lesionando non solo abitazioni e spazi religiosi, ma anche l’edificio più prezioso di tutti.

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi
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