Emergenza Covid in Valle Sabbia, le problematiche del territorio
di Cesare Fumana

Il punto in un incontro organizzato da Comunità montana con i responsabili delle Rsa e del Terzo settore alla presenza dei consiglieri regionali valsabbini


Sono molte le problematiche che hanno affrontato le Case di riposo e le cooperative del Terzo settore durante l'emergenza coronavirus.

Uno stato di emergenza che prosegue tutt'ora, dato che il virus non è stato ancora debellato ed è ancora in circolazione.

Per fare il punto sull’emergenza sanitaria Covid-19 nelle Case di riposo e nelle cooperative del Terzo settore della Valle Sabbia, la Comunità montana ha organizzato nei giorni scorsi, negli spazi dell’ex Centrale elettrica di Barghe, un incontro con i presidenti e i direttori sanitari delle undici Rsa valsabbine e i presidenti delle sette cooperative sociali del territorio.

A condurre l'incontro la consigliera gavardese, con delega ai Servizi sociali di Comunità montana Elisa Toffolo; ospiti della serata i consiglieri regionali valsabbini, Gian Antonio Girelli e Floriano Massardi, ai quali è stato chiesto di fare da tramite presso la Regione.

«Quello che è emerso, in particolare da parte dei responsabili delle Case di riposo – riferisce la consigliera Toffolo –, è stata l'incertezza sulle procedure da seguire a causa delle informazioni non chiare. Poi l’altra problematica, ormai nota, la mancanza dei dispositivi di protezione individuale sia per il personale che per gli ospiti».

Un problema che prosegue tutt'ora: «Mancano informazioni chiare in merito all’ingresso di nuovi utenti nelle Rsa e lo stesso per quanto riguarda le visite dei parenti. Per quanto riguarda i Dpi, tutt’ora mancano i guanti in lattice, e si registrano delle vere e proprie speculazioni, con rincari che sono arrivati fino al 600%».

Infine è stata presentata la richiesta di ottenere i risultati dei tamponi in tempi rapidi, perché nel caso del personale, si verificano delle assenze che ricadono sull’organizzazione dei servizi.

Oltre agli aspetti organizzativi, per le Rsa e le cooperative si aggiungono le difficoltà economiche, dovute alle maggiori spese sostenute in particolare per la sanificazione degli ambienti, per le quali erano annunciati rimborsi al 60%, che invece non sono arrivati.

Anche le cooperative sociali, che svolgono servizi domiciliari o con persone disabili, hanno presentato le difficoltà riscontrate nel periodo del lockdown, che ha messo in luce anche la carenza dei servizi territoriali che sarebbero stati utili per curare i malati a domicilio senza intasare gli ospedali.

Altre criticità riguardano il reperimento del personale per le Rsa, dopo lo sblocco nelle assunzioni nel comparto sanitario, e la richiesta di chiarezza per il piano vaccinale nelle Rsa.

Ai consiglieri regionali è stata quindi presentata sia una richiesta di norme chiare, sia la necessità di fondi necessari per l'ordinaria gestione delle strutture e delle attività.

Entrambi i consiglieri hanno assicurato attenzione sulle tematiche presentate e il loro impegno per far giungere queste istanze alla Regione.

«È stato importante riuscire a organizzare un incontro con tutti questi soggetti – conclude Toffolo – per fare rete e individuare le richieste e le problematiche a livello territoriale. Se necessario, lo ripeteremo fra qualche mese per fare il punto della situazione.»
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