Arte dipinta sui muri
di Ubaldo Vallini

Non poteva mancare il coronavirus, quest'anno, ad ispirare alcune delle realizzazioni artistiche impresse sui muri di "Belprato Paese dipinto"



Con Marino Gabusi che posiziona l’ultima delle mattonelle che riportano anno dopo anno i nomi degli artisti che hanno partecipato all’iniziativa, Belprato di Pertica Alta archivia anche la performance numero otto di “Belprato paese dipinto”.

Quasi tutti bresciani gli artisti che hanno partecipato quest’anno ad una edizione sottotono: Alessia Giori, Alessandro Primerano, Angela Cerqui, Anita Cantoni, Chiara Tadini, Francesca Vicentini, Mara Piccini, Marino Gabusi e Nicola Laffranchi.
La pandemia da Coronavirus in corso, infatti, non ha consentito l’arrivo di artisti stranieri, come nelle passate occasioni, né l’organizzazione di eventi collaterali.

Proposta per la prima volta nel 2013 dalla proloco “Anima della Pertica” con la direzione artistica dell’eclettico Marino Gabusi, artista svizzero che non ha dimenticato la montagna che gli ha dato i natali, nel corso degli anni “Belprato paese dipinto” ha dotato la piccola frazione della Pertica Alta di quasi ottanta murales.

Opere d’arte che oggi non mancano di incuriosire i turisti che passando di lì non possono che parcheggiare l’auto ed infilarsi a piedi fra le viuzze per ammirare arte ed ingegno, immortalati sui muri esterni delle case che le poche decine di abitanti ben volentieri hanno messo a disposizione.

«Fra le performance più significative di quest’anno c’è quella di Alessandro Primerano» ci segnala Marino Gabusi.
Ritrae un uomo in giacca e cravatta con un casco da guerra batteriologica e accanto c’è l’espressione “dude” che nello “slang” anglosassone assume diversi significati e ricorda un poco il “pota” nostrano.

Si tratta dell’uomo del futuro costretto a difendersi da ciò che respira?
Oppure quel “dude” è da intendere in “du dé” (due giorni) ad indicare con scaramanzia quanto durerà la permanenza del virus fra noi?
Di certo il riferimento è al Covid-19.

E ancora, andando avanti, non si può non notare quella bimba che gioca felice al “quadrato”, mentre dietro di lei si ammassano come spettri orde di ragazzi con gli occhi fissi sullo smartphone.
Ogni angolo riserva una sorpresa.

«Questa cosa del Paese dipinto ci piace tanto che, nonostante avessimo deciso di tenerla in piedi solo per dieci anni, già stiamo pensando di andare oltre» ci confida un altro Gabusi, Tiziano, che è l’attuale presidente della Proloco.

Siamo certi che ne varrà la pena.


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