I miti di Baruelli in mostra a Villanuova
di Redazione

Le opere dell’artista prevallese Roberto Baruelli, che ridanno vita a materiali di scarto utilizzati nella rappresentazione di grandi miti dell’arte e della musica, sono esposte in questi giorni nella galleria interna del Centro commerciale Italmark


Marilyn Monroe, Charlie Chaplin, grandi miti oltre il tempo.

L’artista prevallese Roberto Baruelli rappresenta il suo mondo attraverso queste figure intramontabili, unendo il suo stile a quello di alcuni artisti che hanno fatto la storia della musica interessandosi a generi musicali anche molto differenti tra di loro come il rock, il jazz, la pop, e raffigurando personaggi celebri.
 
E tutto questo rappresentato su materiali di scarto, vecchie tavole trovate per strada e assemblate o pezzi di meccanica a lui donati, salvati pietosamente dall’oblio ed esposti in una sorta di museo personale. Baruelli può creare semplicemente attraverso l’atto di scegliere, prelevare, assemblare, collezionare, perché nel farlo costruisce significati, attiva processi di pensiero e di autoguarigione.

Le sue opere sono esposte in questi giorni nella galleria interna del centro commerciale di Villanuova sul Clisi, per dare la possibilità a tutti di ripercorrere l'universo creativo dell’artista bresciano, attraverso le icone più riconoscibili della sua arte, dalle serie dedicate ai Beatles a quelle consacrate al mito di Marilyn Monroe.

Baruelli guarda a questo come voglia di rinascita e di riscatto nei confronti di una vita che a lui ha tolto, più che dare. L’artista guarda agli oggetti dimenticati come a un materiale artistico da sperimentare: dalle vecchie assi, ai telai, a cerchi di ruote, incolla su tavole di legno diversi tipi di materiali: bulloni, raggi, ingranaggi… Un artista, come gli esponenti dell’Arte Povera in Italia, che denuncia il rischio per l’Uomo di alienazione dalla natura e dalla comunità.

Lo racconta usando materiali nuovi, vivi, deperibili, destinati a trasformare le stesse opere d’arte in rifiuti. I materiali scelti sono poveri e privi di qualità estetiche proprie, scarti di produzione industriale esposti come tali: una Citroen deux chevaux, gli ingranaggi di una vecchia auto, dischi meccanici, tutti materiali che con Baruelli riprendono vita perché nulla è scarto e tutto si trasforma, come il mostro che prende vita nel monello di Charlie Chaplin.

E così il tormento lascia il posto alla pax di un somaro che guarda sorridendo al mondo, perché la vita a volte ci sbeffeggia alle spalle. Le opere sono una rappresentazione contraddittoria ed efficace del contrasto tra il mito classico ed eterno della bellezza e l’informe, tra la storia e il presente, tra ciò che è frutto della mano dell’Uomo e la produzione meccanica.

.fonte comunicato stampa


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