Escursione a Cima Terre Fredde
di Lucio Pezzottini

Per la terza uscita di quest’anno abbiamo scelto un'altra facile vetta delle montagne di casa, ossia Cima Terre Fredde (Mt. 2645 slm), posta sopra la sponda ovest del Lago della Vacca, più o meno a metà tra i più noti “Cornone del Blumone” e “monte Frerone”


Il ritrovo è quasi all’alba, alle 6.30 di questa domenica 2 agosto, a Vestone, con la speranza di poter approfittare della frescura mattutina ed evitare un po’ di calura pomeridiana. Giunti a Malga Cadino, facciamo un breve appello, una conta dei presenti, mille inutili raccomandazioni sul distanziamento sociale (inutili perché i ragazzi sono già formati ed istruiti) e alle 7.50 cominciamo a triturare il sentiero che in poco meno di due ore ci porterà al passo della Vacca, tra il fischio di qualche marmotta solitaria e lo stupore di trovare la sabbia del mare in Gaver!

Ci dirigiamo quindi verso il passo del Blumone seguendo due segnavia: il famoso “Sentiero numero Uno” (o alta via dell’Adamello) e quello Bianco/Giallo del sentiero “Antonioli”. Giunti poco sotto il passo del Blumone abbandoniamo l’Alta Via e procediamo in direzione Cima Terre Fredde, seguendo solo il Bianco/Giallo.

Passiamo nei pressi di due casermette della prima guerra mondiale e stupisce sempre il lavoro fatto dai nostri avi. Superiamo Cima Galliner e affrontiamo l’ultimo strappetto fino alla vetta della nostra meta.

È mezzogiorno! Carbonara per tutti!

Purtroppo non c’è né pasta né pancetta, quindi ci accontentiamo di quello che abbiamo nello zaino. La sosta è breve perché i nuvoloni attorno a noi minacciano maltempo. Percorriamo il sentiero a ritroso fino alla base di Cima Terre Fredde e poi ci spostiamo verso il passo della Vacca seguendo una vecchia traccia molto nascosta.

Il maltempo incombe e ci costringe a modificare itinerario: non passiamo da “Passo Terre Fredde” ma torniamo percorrendo a ritroso la via di salita fino a Malga Cadino. Una breve precipitazione ci rinfresca a qualche centinaio di metri dal parcheggio.

Sembra voglia ricordarci chi comanda. La sua breve durata ci lascia comunque la possibilità di cambiarci gli abiti nei pressi delle nostre auto.

Nonostante le pessime previsioni meteo di questo weekend, siamo riusciti a compiere la nostra escursione in un ambiente eccezionale; peccato che il maltempo ci abbia obbligato a ridurre il percorso: la discesa attraverso i verdi prati della valle di Cadino avrebbe contribuito ad aumentare il nostro livello di relax post escursione.

Alla prossima,

Lucio Pezzottini
Accompagnatore di Alpinismo Giovanile del CAI Vestone

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