Perquisizioni e sequestri da parte dei Carabinieri Forestali
di Redazione

I militari in azione a Preseglie dove erano stati segnalati degli spari: sequestrate armi e munizioni; rinvenuta anche fauna tutelata dalla convenzione di Washington


I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vobarno, nonostante manchino ancora varie settimane all’apertura della stagione venatoria, hanno già eseguito vari interventi in Valle Sabbia per segnalazioni da parte di cittadini che hanno udito degli spari provenire dai boschi in tarda serata oppure alle prime luci del mattino, segno evidente dalla presenza di cacciatori di frodo.

L’ultimo intervento risale al 22 luglio scorso, quando i Carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno, unitamente ai militari della Stazione Carabinieri di Sabbio Chiese, hanno individuato in Preseglie un soggetto dedito a tali attività, a carico del quale hanno eseguito una perquisizione domiciliare, constatando che questi deteneva due fucili all’interno di un fienile ubicato proprio nella zona ove erano stati uditi gli spari, anziché custodirli presso la propria abitazione come previsto, ed inoltre deteneva 45 munizioni a palla unica non denunciate, per cui il tutto veniva sottoposto a sequestro.

All’esito del controllo i militari hanno provveduto inoltre al ritiro cautelare dei restanti nove fucili, due pistole, una sciabola e mille munizioni nella disponibilità dall’indagato, ancorché regolarmente denunciati, in quanto questi – già deferito dai Carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno nell’ottobre 2019 per il reato di omessa custodia di armi – aveva chiaramente dimostrato di non possedere più i requisiti di affidabilità per poter continuare a detenerli, come stabilito dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza: il giorno successivo, infatti, gli veniva revocata la licenza di caccia e la Prefettura di Brescia emanava nei suoi confronti un decreto con il quale gli è stato vietato d’ora in poi di detenere qualsivoglia tipologia di armi, munizioni e materie esplodenti.

La perquisizione ha infine consentito di rinvenire presso l’abitazione dell’indagato tre esemplari di coralli anch’essi sequestrati poiché protetti dalla Convenzione di Washington del 1973 (CITES), che tutela a livello mondiale le specie di flora e fauna minacciate d’estinzione: per tale violazione, nonché per quelle in materia di armi, il soggetto è stato deferito all’Autorità Giudiziaria ed ora rischia la pena dell’ammenda da euro 20.000 a euro 200.000 o dell’arresto da sei mesi ad un anno.
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