Un amore di collega
di Bianca Patrizi

Dunque: C.S.I. (Non acronimo di Crime Scene Investigation, ma di Circolo Scrittori Instabili e mai nome fu più appropriato)...



...composto da: Barbara, la Teacher, e noi, gli Instabili: Alessandro, Giovanni, Lilli, Livia, Marcello, Ross, Sabrina e la sottoscritta. Rigorosamente in ordine alfabetico.

Il punto è che loro sono bravi, quindi se non puoi emergere, schiacciali.

Ex-marito docet.

Il mio obiettivo: farli fuori in maniera che a Barbara non resti che una sola scelta: ME.

Ma il delitto perfetto ha bisogno di un’accurata preparazione e i cari colleghi mi hanno già messo in mano l’arma perfetta: i loro racconti, perché volenti o nolenti, gli amici si sono messi a nudo e quindi individuare il loro tallone d’Achille sarà un gioco da ragazzi e un divertimento assicurato.

Quindi: Alessandro. Vado a rileggere qualcosa di suo e scopro che è uno sportivo amante della natura. Questo non ci voleva. Mi sarà più difficile farlo fuori. Inoltre utilizza un lessico a me congeniale.
Scorgo un’ironia graffiante, ma sempre elegante, contro i trogloditi.
Inoltre è riservato. Altro punto a suo favore/sfavore. Va be’, per il momento lo metto in coda. Mal che vada gli saboto la bici.

Giovanni
: questo è facile da far fuori. Si diletta con i cavalli, che adoro. Ma disarcionarlo è possibile. Una zoccolata sul naso capita.
Di lui non voglio leggere niente. La sua passione per i cavalli è già più che sufficiente. Lo metto in coda dietro a Alessandro. Ci penserò dopo.

Lilli: troppo silenziosa per afferrare la sua indole. Mi par di ricordarla con una macchina fotografica in mano. Se era lei, bene. Se la confondo con un’altra, pace.
Adesso vado a fare un giro su Internet, si sa mai che scopra che si può rimanere fulminati fotografando qualcuno. In coda.

Livia come la sistemo? Velocemente e silenziosamente, perché se appena mi soffermo un attimo, addio. Fra le altre cose, ottima cuoca.
Bene: un’indigestione di Crème Brûlée e anche lei è a posto. Oddio… dire che è posto è dire veramente tanto. Troppo. Ci devo pensare.

Marcello: qui casca l’asino. Non capisco una mazza di quello che scrive, ma l’arcobaleno nei suoi occhi, il rossore sulle guance che preannuncia passione e l’armonia dei suoi tratti… Come si fa a eliminarlo? E come se non bastasse fa anche il volontario.
Eppure basterebbe uno starnuto a toglierlo dalla competizione. Al resto penserebbe il Covid19. La lista dei sospesi si allunga.

Ross col suo abito rosso fiamma. Una Jessica Rabbit sotto le mentite spoglie di chi? Perché alla fin fine, chi è veramente? Una sfinge.
Devo leggere per capire, non posso ripetermi e quindi il sabotaggio della bici è escluso. A meno che non cambi il destino di Alessandro. Lascio lui incastrato nel roveto e faccio precipitare Ross e la sua bici da qualche parte. Un’altra in lista d’attesa.

Sabrina, l’ultima new entry. Una ragazzina e come tutti i giovani di oggi, come minimo, una che galleggia in superficie. Perché ai miei tempi…
Però è strano che si sia unita a questo gruppo e Marcello la stima. Ho sbagliato qualcosa? Forse sì. Inoltre scopro che ha a che fare col teatro. Ma non è possibile! Io vado matta per il Teatro. Ma una quinta può sempre cadere e causare una strage.
Ok. Non posso partire da lei, devo saperne di più. La metto in coda e sono da capo.

***

Dal Vallesabbianews: ASPIRANTE SCRITTRICE ricoverata ai Civili in condizioni disperate. Si teme per la sua vita. L’articolo a pagina 4.

***

Alessandro: “Ma cos’è successo?”

Giovanni: “Ma è vero?”

Lilli: “Incredibile!”

Livia: “Ho appena saputo… ”

Marcello: “Gnhdgte jdhdhdhbff”

Ross: “Possiamo fare qualcosa?”

Sabrina: “Mi dispiace tanto… ”

Barbara: “Ho appena parlato con i medici, ma la prognosi è riservata. Tra l’altro, non si spiega la dinamica dei fatti. Pare che tutto sia cominciato ieri sera con un’indigestione di Crème Brûlée. Hanno rilevato sui jeans, all’altezza delle natiche, due chiare impronte di zoccoli. A ferro di cavallo, hanno detto. In una mano stringeva un cavetto tipo… sapete i freni delle bici? Ecco. Nell’altra una macchina fotografica.
La cosa strana è che cavetto, macchina fotografica e mani erano ustionati, come avessero preso una scossa elettrica. Insomma, per farla breve: l’hanno trovata stamattina incastrata in un roveto, che blaterava di una quinta che le era caduta addosso e dalle ultime analisi risulta positiva al Covid19.

***

Così adesso sono qui. In questa stanza bianca, con indosso una camicia bianca e ho un lettino bianco su cui posso sdraiarmi quando sono troppo stanca. Ma tutto è rigorosamente imbottito. Di bianco. Lo so perché non potendo muovere né braccia, né mani, incastrate nella camicia, ho usato i denti per vedere com’era l’imbottitura.
Quando se ne sono accorti, mi hanno messo una museruola, tipo Hannibal Lecter, mi sono rimasti i piedi per comunicare, ma non avendo il talento di Christy Brown, né la capacità interpretativa di Daniel Day Lewis, mi sono arrangiata diversamente.

La prima penna che un infermiere ha dimenticato nella mia stanza, e non vi dico le contorsioni, me la sono infilata nella nasella libera. L’altra era occupata dal tampone perché ieri mi era venuta voglia di fumare e il secondino mi ha infilato nel naso una Gauloise senza filtro. Al primo tiro il tabacco mi è arrivato in gola… un delirio di starnuti. Il primario dice che è stata una mossa azzardata, la sua, ma il naso adesso è metà otturato dal tampone e metà dalla Bic punta fine. Faccio un po’ fatica a respirare, ma il mio capolavoro letterario adesso è lì.

Alla faccia dei colleghi. Una cosa non capisco: ogni tanto mi sfilano tutti quanti davanti, quelli del gruppo di scrittura creativa, con Barbara in testa e scuotono il capo.
Li vedo dalla finestrella della porta e leggo il labbiale che più o meno dice sempre la stessa cosa: “Eh, l’ironia della vita! Pensare che era un amore di collega!”.

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Per gentile concessione del Circolo Scrittori Instabili, blog sul quale si sperimentano gli appassionati che hanno frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Barbara Favaro.


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