Troppe incongruenze fra gli studi 2018 e 2019, i sindaci scrivono al ministro
di Cesare Fumana

In una lettera inviata direttamente al ministro dell'Ambiente Costa, i sindaci di Montichiari, Gavardo, Muscoline e Prevalle, a nome dei colleghi dell'asta del Chiese, mettono in evidenza tutti gli errori presenti nei due studi e un iter procedurale non corretto



Dopo due anni di richieste, Acque Bresciane ha fornito al sindaco di Montichiari, Marco Togni, lo studio che aveva commissionato nel 2018 all’Università di Brescia.

Questi l’ha pubblicato sulla sua pagina Facebook: “Siccome lo studio è stato pagato con i soldi di tutti i contribuenti bresciani – scrive Togni –, ritengo doveroso renderlo pubblico oltre che inviarlo direttamente al Ministro Costa (e non al ministero) così che lo si renda conto di persona di alcune cosette interessanti”.

E di “cosette interessanti” ce ne sono molte, a cominciare dai 6 differenti scenari che compaio nello studio del 2018, ai soli 4 rimasti in quello del 2019.

Così, dopo un’attenta analisi e un raffronto fra i due studi, i sindaci di Montichiari, Gavardo, Muscoline e Prevalle hanno scritto nero su bianco le varie incongruenze, ed hanno inviato una lettera direttamente al ministro dell’Ambiente Sergio Costa (anche in questo caso non al ministero) perché si renda conto di persona della situazione.

I sindaci definiscono lo studio del professor Giorgio Bertanza «un pacchetto unico e preconfezionato».

Nello studio «si legge che l'analisi comparativa tra i diversi scenari è stata effettuata considerando aspetti di tipo ambientale, economico, impiantistico e urbanistico, ispirandosi ai criteri di confronto definiti nel regolamento della Regione Lombardia sulla disciplina degli scarichi in fase di emanazione. Con piacere apprendiamo quindi - scrivono i sindaci contrari all'ipotesi che i reflui fognari prodotti dal Garda vengano trattati a Montichiari e Gavardo - che l'Università aveva già affrontato lo studio 2018 ispirandosi ai princìpi del nuovo regolamento regionale in fase di varo».

A luglio 2019 l'Università di Brescia consegna un aggiornamento «inserendo a sua completa discrezione due criteri aggiuntivi che rendono del tutto soggettiva e non più oggettiva la comparazione degli scenari».

Secondo gli amministratori del Chiese, tra lo studio del 2018 e quello del 2019 ci sarebbero palesi incongruenze. «Gli abitanti equivalenti dello stesso bacino passano di colpo da 584.213 a 634.677. Prima si asserisce che, nell'ipotesi dello scenario 1 (Peschiera) si dovrà procedere alla realizzazione del depuratore intercomunale di Visano destinato a servire anche Remedello e Acquafredda, ma nella pagina successiva si sostiene, erroneamente, che a Visano esiste già un impianto che sarà mantenuto e adeguato».

Ma i presunti errori non si fermano qui. «Parlando dello scenario 4 (Peschiera-Gavardo-Montichiari), si dichiara che il bacino di Montichiari è di 160 mila abitanti, mentre in una seconda tabella risultano 145 mila.

E ancora: nello studio del 2019 in merito ai vincoli presenti sono stati presi in considerazione molti più Comuni rispetto a quello di un anno prima, mentre è "sparito" Muscoline. E infine, in entrambi gli studi non è mai stata presa in considerazione la classificazione sismica», che vede Gavardo e Montichiari in zona 2, quindi molto più a rischio di Peschiera che è in fascia 3. Infine i costi, che «dal 2018 al 2019 sono incredibilmente lievitati».

In conclusione, i sindaci puntano il dito su «un iter per molti aspetti carente e viziato nella forma», avvisando il ministro di essere pronti «a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi opportune, non solo in merito ai temi ambientali, ma anche a quelli relativi all'impiego di risorse pubbliche».

Al termine della lettera, inoltre, mettono in risalto che il Ministero è «essere finanziatore di 100 milioni di soldi pubblici», nonché a capo della Cabina di Regia e del Tavolo tecnico, pertanto detiene una grande responsabilità nelle scelte che verranno compiute: «Le scrivo apertamente questo perché a seconda delle valutazioni finali del Tavolo tecnico e quindi di un eventuale avvio della Via da parte dell’autorità procedente, saremo costretti a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi opportune, non solo in merito ai temi ambientali, ma anche a quelli relativi all’impiego di risorse pubbliche».
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