Un poco di luce rischiara la montagna
di Raffaele Vezzola

Due escursioni per i ragazzi del Cai di Vestone: il Cai Giovanile sul monte Stino e quelli dell’Alpinismo giovanile sul Manos


Dieci giorni fa abbiamo avuto il via libera da parte del CAI Centrale: le regole ricevute sono chiare. Stilato un regolamento di comportamento, preparata la locandina, abbiamo inviata la proposta alle famiglie e domenica 5 luglio abbiamo aperto l’attività dei ragazzi del CAI Vestone.

Due gruppi e due diverse destinazioni come regole impongono.

Il CAI Giovanile, accompagnato dai volontari della sezione, si sono diretti verso il monte Stino. I ragazzi trasportati sulle macchine dei genitori hanno raggiunto Mandoal, la frazione di Capovalle dove sono stati presi in carico dai volontari CAI.

Prima della partenza dell'escursione vanno ricordate a tutti i partecipanti, le norme di comportamento, sicurezza e distanziamento previsti, precisando che se non saremo in grado di rispettare tali norme, saremo costretti a interrompere le attività future…

Ma la voglia di stare insieme è tanta, e per i ragazzi una mascherina o la distanza di un braccio non possono certo ostacolare la giornata che ci aspetta.

La salita è sul sentiero CAI 477 che, passando dal fienile di Stino, porta fino al rifugio per poi raggiungere la sommità erbosa del Monte Stino (m 1467), il belvedere che domina il lago d’Idro e le vette circostanti.

Meritato pranzo al sacco e poi via per la visita ad alcune postazioni risalenti al primo conflitto mondiale. Ne seguiamo brevemente il percorso dapprima solcando prati con splendido scorcio in direzione del lontano Monte Guglielmo e della più vicina Corna Blacca.

Accaldati e un poco stanchi, torniamo al punto di partenza, lungo la comoda strada che ci riporta a Zumiè.

Tante le facce nuove degli iscritti di quest’anno e molte quelle conosciute negli anni scorsi. Qualche vescica e un poco di stanchezza, non riescono a smorzare il piacere dell’andare in montagna.

I ragazzi dell’Alpinismo Giovanile hanno come destinazione il monte Manos (1517 m), meta un poco più ambiziosa, adatta ai ragazzi più grandi.

Partenza dal passo di San Rocco per poi raggiungere Cocca Veglie, dove si intravede la cima del monte che raggiungiamo salendo il bel sentiero a tornanti mai troppo ripido. Spuntino sotto la croce di vetta per poi scendere la cresta che cala verso Vesta di Cima.

Vogliamo raggiungere la Vecchia Dogana per vedere dove poco più di cento anni fa, si trovava il confine con l’Austria. Lungo il tragitto, deviamo il percorso per permetterci una seconda salita che ci porta  sul monte Carzen (1507 m).

Pranzo al sacco sul morbido prato di fronte alla malga che una volta era la caserma dove dormivano i doganieri.
Indugiamo a lungo scambiandoci ricordi e progetti…
È bello essere di nuovo insieme in montagna.

Bisogna però rientrare: attraversiamo lungamente sul versante che guarda verso la Valvestino (l’antica Austria) completando un giro intorno al Manos che ci riporta al punto di partenza dove ci aspettano i genitori.

Bella uscita. Il Gruppo si è ritrovato e rinsaldato subito: la montagna è una grande medicina…

Ora forza! Sotto a preparare il programma per i mesi che ci restano in questo 2020, nel quale abbiamo imparato tante parole nuove che mettono un poco di angoscia: pandemia, distanziamento, emergenza, contagio, lockdown, terapia intensiva…
Parole oscure che speriamo di dimenticarci presto.

Alla prossima.

Raffaele
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