L'occultismo nel partito nazista (parte seconda)
di Armando Talas

Proseguiamo il nostro breve viaggio nei meandri della storia del nazismo...



Nell’articolo precedente abbiamo visto come la Società Thule, di cui Hitler faceva parte, abbia rappresentato il retroterra culturale del partito nazista.

Ma quale è stato il ruolo personale di Hitler nella parabola nazista?

Alcuni esperti sono convinti che senza il Führer il nazismo sarebbe stato ben diverso, altri che qualsiasi gerarca avrebbe potuto svolgere la stessa funzione.

In generale, la maggior parte degli studi ha concluso che la personalità del dittatore è stata rilevante negli accadimenti.

Hitler si riteneva il depositario di doti particolari, il protagonista di un destino senza eguali. I suoi obiettivi erano quelli indicati nel Mein Kampf: la creazione di una Eurasia dai confini orientali indefiniti e un’intesa con l'Inghilterra per il controllo del mondo, in competizione con gli Stati Uniti. La Germania sarebbe stata il centro di questo nuovo assetto globale, che avrebbe permesso la creazione della nuova civiltà ariana e di un uomo nuovo, in possesso delle antiche virtù perdute.

Lo sterminio degli ebrei rappresentava in questo disegno la condizione necessaria per il ritorno alla purezza della razza.
C’è un altro uomo, oltre a Hitler, al quale gli storici attribuiscono un ruolo determinante nella decisione del genocidio ebraico, Heinrich Himmler, alla guida delle SS dal 1929, numero due del regime nazista a partire dal 1941.

Himmler, che in età giovanile aveva partecipato alla Società Thule, esemplifica al meglio gli stretti rapporti tra nazismo e occultismo.
Scelse il castello di Wewelsburg come centro rappresentativo e mistico delle SS, designandolo come il luogo dove far rinascere i Cavalieri della Tavola Rotonda, impersonati da dodici ufficiali delle SS.

Himmler voleva trasformare il castello nel futuro centro del mondo ariano e fare diventare i dodici cavalieri, considerati reincarnazioni di eroi mitologici, la guida della nuova civiltà ariana.

Himmler stesso era convinto di essere la reincarnazione di Enrico I di Sassonia, detto l’Uccellatore, che respinse l’invasione magiara del X secolo, riportando una vittoria fondamentale per la nascita del Sacro Romano Impero.

Il nucleo centrale del castello era l’Obergruppenführersaal, un salone rivestito di pietra, nella Torre Nord. Una grande svastica, che incorporava una ruota solare e le “rune della vittoria” delle SS, dominava il pavimento, mentre sulle pareti campeggiavano dodici stemmi araldici appositamente creati. Himmler fece portare in questa sala una tavola rotonda, chiaro riferimento alla storia di re Artù, attorno alla quale far sedere i dodici cavalieri.

Leggendo queste bizzarrie, si può facilmente concludere che Himmler fosse pazzo. La stessa tesi è stata più volte proposta nei confronti di Hitler.

In realtà, i vertici del regime nazista condividevano un preciso substrato culturale, permeato di occultismo, neopaganesimo e “fantastoria”.
Quelle idee “altre” rispetto alla cultura ufficiale, irrazionali e antiscientifiche, furono un caposaldo del pensiero nazista, con le terribili conseguenze che tutti conosciamo.

In conclusione, diffidate sempre dai gruppi organizzati che propongono “verità” segrete, alternative, riservate solo a pochi eletti. E non fidatevi mai di chi vuole cambiare il mondo sulla base di convinzioni assurde!
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