«Dannoso per il Chiese, inefficace per il Garda»
di Cesare Fumana

Anche per lo studio realizzato dai comitati e dalle associazioni ambientaliste mette in luce tutte le criticità del bacino del Chiese come possibile corpo recettore, ma anche che non è la soluzione migliore per lo stesso lago


«Fa piacere constatare che due studi distinti, il nostro e quello commissionato dai Comuni di Gavardo e Montichiari, dati alla mano, forniscano le medesime conclusioni».

È quanto espresso da Filippo Grumi, ingegnere gavardese, portavoce del Comitato Gaia Gavardo, che ha coordinato un team di ingegneri per redigere lo studio per conto dei comitati e delle associazioni ambientaliste contrarie alla realizzazione del progetto dei due depuratori per i reflui dei Comuni gardesani a Gavardo e Montichiari.

Anche questo documento è stato mandato al ministro dell’Ambiente, come considerazioni per il tavolo tecnico per il sistema di depurazione del Garda.

Con Grumi hanno collaborato gli ingegneri Marco Pietropoli, Christian Grazioni e Stefano Guarisco: «unicamente a titolo gratuito», ha sottolineato Piera Casalini, incaricata dai comitati a relazionare, insieme con Grumi, alla conferenza stampa di ieri.

«Questo documento – ha riferito la portavoce – spiega in maniera esaustiva e incontrovertibile tutte le implicazioni negative che il progetto di Acque Bresciane può causare alla comunità e al territorio e del Chiese, già fortemente penalizzato dai numerosi problemi ormai noti, e che risulta completamente inadeguato a risolvere gli altrettanto gravi problemi del lago di Garda».

«Lo scopo principale dei comitati e delle associazioni – ha sottolineato – è  stato ed è   quello di porre la massima attenzione nell’approfondimento degli aspetti ambientali della questione depurazione del Garda  che, messi nero su bianco, dimostrano quanto il progetto preliminare che contestiamo sia irricevibile da ogni punto di vista».

Entrando nel dettaglio degli argomenti trattati nel dossier presentato dai comitati e dalle associazioni, la portavoce ha elencato «gli aspetti per noi essenziali e che ci fanno ribadire con sempre maggiore forza il nostro NO alla realizzazione di questo progetto lungo l’asta del fiume Chiese, perché annoso per l’ecosistema Chiese, oltre che totalmente inefficace per la salute del Garda».

Lo studio effettuato – affermano i comitati ambientalisti – dimostra senza alcuna ombra di dubbio con fatti e dati oggettivi, comprovati anche dal parallelo studio effettuato dai tecnici incaricati dai Comuni, che:

-    il bacino del fiume Chiese presenta una situazione ambientale critica che ha già avuto pe-santi ricadute sulla salute delle popolazioni ivi residenti;

-    il bacino del Garda bresciano e veronese non presenta criticità ambientali, l’impatto del depuratore di Peschiera del Garda sul fiume Mincio è noto e accettato;

-     il bacino del Mincio, nonostante si faccia carico da oltre 35 anni dello scarico depurato dei reflui della sponda bresciana del lago di Garda, presenta un ambiente protetto e conserva-to sia realmente che formalmente;

-    il progetto di Acque Bresciane, (e prima quello di Garda Uno) evidenziano in modo assolu-to che la scelta migliore è quella con recapito a Peschiera del Garda (con o senza condotta sub lacuale);

-    i tempi di realizzazione, non essendo assolutamente reale l’emergenza sub lacuale, sono compatibili con la realizzazione della circumlacuale con recapito Peschiera del Garda;

-     la tutela del lago di Garda necessita di una visione più estesa, sovra regionale.

In merito alla depurazione con recapito a Peschiera del Garda, lo studio evidenzia che la colletta-zione gardesana con unico recapito il depuratore di Peschiera del Garda è la scelta migliore perché:

1) Peschiera del Garda è lo sbocco naturale del lago di Garda, verrebbero rispettati e mantenuti separati i due bacini imbriferi;

2) a Peschiera del Garda esiste già un depuratore efficiente e funzionale;

3) il depuratore di Peschiera del Garda può essere ampliato nella sua capacità depurativa semplicemen-te cambiando la tecnologia utilizzata;

4) il depuratore di Peschiera del Garda è già al 50% di proprietà del gestore bresciano;

5) i costi di realizzazione del progetto di cui allo scenario 1 “tutto a Peschiera” del progetto di Acque Bresciane sono inferiori a quelli previsti per il progetto di Acque Bresciane con depuratori a Gavardo e Montichiari con recettore il fiume Chiese;

6) i costi di manutenzione e gestione dello scenario 1 “tutto a Peschiera” sono inferiori a quelli previsti per il progetto di Acque Bresciane con depuratori a Gavardo e Montichiari con recettore il fiume Chiese;

7) i tempi di realizzazione dello scenario 1 “tutto a Peschiera” sono inferiori se non uguali a quelli pre-visti per il progetto di Acque Bresciane con depuratori a Gavardo e Montichiari con recettore il fiume Chiese;

8) la soluzione 1 “tutto a Peschiera” utilizza il miglior corpo recettore (fiume Mincio) con portata mag-giore e regolare rispetto al fiume Chiese, come evidenziato dai due studi redatti dall’Università di Brescia;

9) la soluzione 1 “tutto a Peschiera” è soluzione migliore come evidenziato dallo studio dell’Università di Brescia nel rispetto del regolamento regionale 6/2019 relativo alla depurazione.

«Attendiamo quindi ora la risposta scritta dal Ministro dell’Ambiente che siamo certi, dati alla mano, non potrà che escludere il fiume Chiese dal progetto di collettazione della sponda bresciana del lago di Garda».

In foto:
. manifestazioni delle associazioni ambientaliste contrarie al progetto dei depuratori sull'asta del Chiese
. la copertina del dossier inviato al Ministro dell'ambiente, che evidenzia i diversi e distinti bacini del Chiese e del Garda


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