«Dovremo ridisegnare il nostro sistema sociale»
di val.

Con l'emergenza sanitaria alle spalle, Roberto Facchi, sindaco a Vestone, è preoccupato per lo stallo in cui si trova l'economia, con la produzione ferma al palo e gli ordini che tardano



«Mi è venuto in mente che i giocatori di carte, ogni volta che ne devono prendere una dal mazzo, si inumidiscono le dita. Di questi tempi mi è sembrato meglio fare in modo che evitassero di farlo nei bar».

Così Roberto Facchi, il sindaco di Vestone, in merito alla delibera sottoscritta all’inizio della “fase due”, quando le persone hanno ricominciato a ritrovarsi nei locali pubblici.
“Niente gioco delle carte e niente giornali, nei bar come nelle sale d’aspetto” così si poteva riassumere il provvedimento, in aggiunta alle prescrizioni nazionali e a quelle regionali.

Vestone, 4.300 abitanti circa, crocevia di valli laterali che l’hanno reso a lungo baricentrico rispetto alla media Valle, ha sofferto la pandemia registrando una decina di decessi ufficiali ed un numero di contagiati per abitante leggermente superiore alla media valligiana.

«I numeri reali li vedremo fra un po’ – ci dice Facchi -. Quello che so è che di fronte a questo dramma ci siamo ritrovati completamente impreparati: abbiamo capito subito che era fondamentale il distanziamento sociale e che era necessario proteggersi con le mascherine, ma non se ne trovavano, tanto che anche le aziende che potevano e dovevano continuare la produzione, perché legate a filiere ritenute strategiche e necessarie, inizialmente hanno avuto grosse difficoltà».

Poi mascherine e guanti sono arrivati, dalle aziende della zona prima ancora che dalla Protezione civile, anche alla nostra Casa di riposo che abbiamo voluto proteggere con la voluta attenzione.

«Ma ormai i buoi erano scappati dalle stalle – aggiunge il sindaco -. Speriamo almeno che questa esperienza possa tornare utile per il futuro, perché magari è brutto da dire, ma anche dalle esperienze negative c’è sempre da imparare e credo che dovremo ridisegnare il nostro sistema sociale ed il mondo del lavoro, utilizzando criteri più realistici, che tengano conto di quanto da un momento all’altro possiamo passare dall’essere forti, quasi invincibili, alla fragilità più manifesta».

«Cosa abbiamo fatto nei due mesi di chiusura? Tutto quello che era possibile e dobbiamo ringraziare i numerosi volontari, soprattutto gli Alpini, che si sono dati da fare senza sosta».
Distribuzione di mascherine, spesa a domicilio... «insomma tutto quello che c’era da fare perché non rimanesse indietro nessuno».

E adesso? «Adesso dobbiamo stare attenti e confido che il peggio dal punto di vista sanitario sia alle spalle. Mi preoccupa l’economia, completamente ferma e i risvolti sociali che questo fattore potrebbe comportare.
Stiamo ragionando di dare una qualche forma di sostegno ai tre bar che lavorano in locali di proprietà comunale, per il danno subito, così come abbiamo fatto per il Cinema che ancora deve riaprire e per il Centro sociale».

Lunedì riaprirà anche il mercato a Nozza,
su tre piazze che verranno gestite ad ingresso contingentato.
Prove di normalità: la voglia di andare avanti anche a Vestone è tanta.


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