Si torna in quota, dieci regole per frequentare i rifugi
di Federica Ciampone
E' il “Piano rifugio sicuro” stilato dal CAI per il ritorno in montagna dopo l'emergenza Coronavirus. Necessario prenotare il pernottamento e rispettare scrupolosamente le indicazioni del gestore
Con il progressivo ritorno alla normalità dopo l'emergenza Coronavirus anche i rifugi in quota tornano ad accogliere sportivi e amanti del trekking.
Un ritorno alla vita di montagna che si prospetta molto diverso da quello delle scorse estati, in ragione della necessaria applicazione delle nuove regole di sicurezza anti – contagio.
Già la scorsa settimana il Club Alpino Italiano ha stilato il “Piano rifugio sicuro”, un decalogo per tornare a frequentare i rifugi di montagna in sicurezza, con educazione e senso di responsabilità nell'interesse della salute di tutti.
Queste le dieci regole di comportamento.
1 – Prenota il pernottamento in rifugio (quest’anno è obbligatorio)
2 – Prima di iniziare l’escursione, assicurati di essere in buona salute
3 – Attendi all’esterno del rifugio le indicazioni del gestore
4 – Consuma – meteo permettendo – bevande, caffè, torte e pasti veloci all’esterno del rifugio
5 – Lascia il tuo zaino e la tua attrezzatura tecnica dove appositamente predisposto dal gestore
6 – Assicurati di avere con te mascherina, guanti e igienizzante a base alcolica; utilizzali quando entri nel rifugio e comunque sempre quando non puoi rispettare la distanza di sicurezza
7 – Porta con te il tuo sacco lenzuolo o il tuo sacco a pelo per pernottare al rifugio
8 – Lavati spesso le mani ed utilizza i tuoi asciugamani personali
9 – Ricorda che il gestore può sottoporti al controllo della temperatura e che, se superiore a 37,5°c, può vietarti l’ingresso al rifugio
10 – Riporta i tuoi dispositivi individuali di protezione usati ed i tuoi rifiuti a valle.
Sono tornate operative anche le guide alpine e di media montagna, per il momento con gruppi di massimo quattro persone.
Fatte salve le dieci regole base, i dubbi sull'effettiva possibilità di adeguarsi alla lettera a tutte le prescrizioni del decreto in vigore fino a fine maggio non mancano. Si ragiona, per esempio, sulla possibilità di garantire i 20 metri cubi per persona per i pernottamenti, sulle recinzioni all’esterno delle strutture e sulla necessità di indossare le mascherine anche mentre si dorme.
In foto il rifugio "Tita Secchi" al lago della Vacca