Gian Bortolo, oggi il tuo faggio rosso lo dipingerai in cielo
di Rosalba Francinelli

Correva il 15 agosto 1978. Ricordo ancora bene la nostra prima mostra insieme, sul sagrato della chiesa di Bione


Eravamo io, te e lo scultore Gianluigi Zambelli. Il verdetto finale fummo noi a siglarlo, con i primi tre posti della prima edizione internazionale di pittura, grafica e scultura naif in presenza di varie autorità: i professori Luigi Valerio e Mauro Togni, l'accademico Remo Lana, il professor Gilberto Vallini, il dottor Giorgio Falossi, con i saluti del sindaco Italo Grandi e di Don Tullio Festa.

Il nostro percorso artistico iniziò proprio da qui. Da quel giorno abbiamo incominciato il cammino nella nostra arte, tra le nostre prime incertezze e la paura di non essere all’altezza. Molte volte abbiamo abbassato la testa perché eravamo criticati, ma la stessa critica ci ha fatto crescere e non ci siamo mai arresi, perché nel nostro animo iniziava a fiorire qualcosa di vero e reale, di arte spontanea.

Caro Gian Bortolo, ho avuto modo di conoscerti accanto alla tua Luciana, accompagnandoci sempre un'intramontabile amicizia, e amici lo siamo ancora, lo saremo sempre. Perché un'amicizia non si spezza mai, neppure quando ci si lascia. Il mio cuore oggi piange insieme alla tua gente di Agnosine, che ti ha voluto bene.

Non solo grande artista ma anche elettricista, con una passione straordinaria hai saputo professionalmente specializzarti nella tua arte, ricercatore del meglio, umile, rispettoso.

Che sorriso Bortolo, che battute, accanto alle storie che ci raccontavi con allegria. Parlavi di tutto, ma finivi sempre per raccontare dei tuoi cari nipoti, dei figli e della tua adorata Luciana.

Rimaneva una luce sempre più bella nelle tue parole, che non tralasciavi mai. Bortolo, tu avevi ancora molto da insegnarci e donarci. Ti sei creato un vero paradiso accanto a Luciana. Le ultime volte, recandomi a casa vostra, mi hai portato nel giardino e mi hai mostrato le piante, i frutteti e i fiori. La tua casa adorna di bellezza unica.

Bortolo, faremo fatica a riempire questo vuoto che ci hai lasciato. E’ difficile, donaci tu la forza e la speranza e mandaci un raggio di sole per riempire questa tristezza.

Come eri contento, Bortolo, quando ti presentai il pittore svizzero Marino Gabusi. Mi ringraziasti, perché ti avevo presentato un amico speciale come ce ne sono pochi. Dall’amicizia è nata una bella intesa che a breve ti portò nel paese delle case dipinte a Belprato, che voleva la tua impronta di arte.

Un grande personaggio anche qui, che molti ricorderanno. Grazie, Bortolo, per il bene che ci hai trasmesso. Tutta la comunità si stringe accanto a te e ai tuoi cari.

Ciao grande artista, ciao Bortolo. Tu ci hai lasciato una grande versatilità e la tua vera amicizia.
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