Il talento di Miriam
di Francesco Spinelli

I disegni sono stati realizzati da Miriam Bragadina, di Lavenone, persona comune, ma eroe inconsapevole di questi tempi strani assieme alle colleghe e a tutti coloro che sono obbligati ad affrontare la paura e i rischi di contagio


Medici ed infermieri godono dell’incondizionato rispetto ed affetto di tutti noi cittadini, consci di dover loro in qualche caso la vita ed in molti altri cure ed impegno. Ci dimentichiamo spesso di quelli che sono precettati al lavoro per soddisfare i bisogni di chi deve in ogni caso tirare avanti: fra questi i conducenti dei mezzi pubblici, gli impiegati alle poste o altri uffici, gli operatori ecologici senza i quali le nostre città sarebbero pattumiere, i farmacisti, le commesse dei negozi d’alimentari ed altri che al momento non mi sovvengono. Miriam e le sue colleghe sono commesse alla cooperativa “La Savallese” di Casto.

Incredibile è il fatto che Miriam, persona comune, commessa al negozio di alimentari, non abbia impugnato una matita con intento artistico da dopo le medie fino a un anno fa, e in quel frattempo qualche anno è passato. Il suo caso vale da ispirazione e sprone per tutti, soprattutto per chi non ha idea di quale sia la cosa che gli riesce o che ama fare, il suo talento.

Due anni fa attraversava un periodo di fragilità
dovuto a diverse cause ed io le ho consigliato di provare a disegnare, perché no, come distrazione. Come tutti noi persone comuni avremmo fatto, magari con parole e motivazioni diverse, mi rispose che non aveva tempo, troppe le cose da fare, troppi gli impegni e gli obblighi. E poi, ormai…

Un anno fa cadde sulla via di Damasco (o era Desenzano od una qualsiasi via di Lavenone) e una fata dai capelli rossi e ricci le suggerì quello che le avevo suggerito io un anno prima: la matita le comparve fra le dita. Da allora non l’ha più mollata ed i risultati si vedono. Un anno nel quale non è che avesse avuto del tempo in più o sconvolte le sue abitudini; aveva semplicemente scoperto ciò che le piace e la gratifica e rubato per sé un’oretta la sera per soddisfarlo. Cos’altro s’ha da fare d’altronde? Il tempo si trova se si vuole. E non è mai “troppo tardi”.

Quello che Miriam vuole suggerire in questi disegni è che la forza di volontà sconfigge la paura ed il disagio, o il virus che li suscita come in questo periodo.

Quello che vuole dire fra i tratti di matita è: alziamoci e combattiamo, serve forza, impegno e costanza, tutte qualità che la nostra gente ha sempre dimostrato (la leonessa tatuata sulla spalla di uno dei soggetti lascia pochi dubbi sull’omaggio a Brescia e alla gente del suo territorio).

La sua storia ci insegna che non è mai troppo tardi per scoprire qual è il proprio talento, quello che davvero ci piace e ci soddisfa. Non è mai troppo tardi per essere soddisfatti di ciò che si fa, anche solo un’oretta al giorno.

Francesco Spinelli
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