Mascherine fai da te
di val.

«Meglio di niente». In un paio di giorni, impossibilitati ad averle in altro modo, i volontari di Pronto Emergenza si sono autodotati di valide mascherine "da sala operatoria" ottime per la loro attività quotidiana. VIDEO



Dopo le “valvole” stampate in 3D ecco le mascherine fai da te.
Si moltiplicano, col fare tipico dell’ingegno e della laboriosità bresciana, le soluzioni alla carenza di presidi sempre più necessari per accompagnare l’azione di medici, infermieri e volontari.

Nel caso di Odolo il problema si è manifestato quando i 120 volontari di Pronto Emergenza, in questi giorni impegnati su più fronti, anche fuori provincia, si sono ritrovati senza mascherine.

Non le FFP2 e le FFP3 a carboni attivi che servono per evitare di essere infettati, di queste non ne hanno molte, ma l’autonomia per una settimana ancora c’è.

A mancare del tutto, introvabili, sono quelle definite “da sala operatoria”, che i volontari devono infilare alle persone che vengono soccorse per limitare la possibilità che nel caso di infezione possano spargere virus tutto attorno.

Ne hanno parlato in Consiglio e l’idea è venuta a Valter Zola: «Perché non proviamo in qualche modo a riprodurle noi, queste mascherine?».
Detto, fatto.

Come materiale è stato scelto il “tessuto non tessuto” degli asciugamani autoavvolgenti, in grado di assorbire grandi quantità di umidità, poroso a sufficienza da permettere una buona respirazione e già sanificato.

Il resto l’ha fatto l’abilità manuale di sua sorella Armida, parrucchiera da 56 anni quindi temporaneamente disoccupata, da sempre appassionata di taglio e cucito: doppio strato, una piega di qui e una di là in punti ben precisi, come elastici da tirare dietro alle orecchie quelli buoni per l’intimo e la fidata “taglia e cuci” per il confezionamento.

Ed ecco risolto il problema
, ovviamente sempre calzando guanti e mascherina a sua volta, per non rendere inutile la disinfezione dei materiali: «Le avevano finite, io in due giorni ne ho fatte duecentocinquanta» ci ha detto, giustamente orgogliosa, l’Armida.
Nella speranza che possano presto essere sostituite.

.in foto: i due fratelli Armida e Valter; un volontario che idossa una delle mascherine autocostruite; il materiale già sanificato utilizzato per confezionarle.


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