«Compilatione delli veri et fideli rimedii»
di Andrea Cavagnini

A Shanghai in tempo di coronavirus, pensando alla natia Agnosine e al momento difficile che tutti stanno vivendo, rispolverando antichi rimedi che ci riguardano da molto vicino. Andrea Cavagnini ci scrive e pubblichiamo volentieri la sua lettera



“Non si esca fuor di casa, tengasi mondo tutto il corpo, ci si lavi più volte al giorno le mani, la faccia e la bocca con vino bianco odorifero bagnato con un poco di acqua rosa, le stanze della casa siano mondate spesso […]”

Queste alcune delle indicazioni igieniche del mio avo Giovan Battista Cavagnino, contenute nella “Compilatione delli veri et fideli rimedii da preservarsi, et curarsi dalla peste”, edito a Brescia da uno stampatore sabbiense nel 1576, durante il biennio della cosiddetta Peste di San Carlo (si intende, ovviamente, il gran Borromeo).

Un testo nato dietro l’impulso di Andrea Benini, prete di Agnosine, che convinse l’amico Philosopho et Medico Eccellentiß. Cavagnino a illustrare nella sua erudizione “li veri e efficaci rimedij e ripari medicinali et maßime de simplici preservativi e curativi contra la pestilenza, regina di tutte le infirmità humane, che hoggidì regna in molte Città et Terre et di giorno in giorno si va allargando il suo regno..”

A distanza di cinquecento anni
la nostra terra è di nuovo piagata da un simile morbo, certamente meno macabro e teatrale nei suoi effetti, ma altrettanto insidioso nel piegare la struttura portante del nostro vivere sociale e nell’evidenziare criticità che si credevano superate grazie all’avanzamento della tecnologia e dell’arte medica.

E tuttavia ancora ai medesimi precetti dobbiamo ricorrere
, soprattuto al “non si esca fuor di casa”, la migliore fra tutte le forme di prevenzione per evitare il propagarsi del morbo.

Ne parlo con particolare cognizione di causa, scrivendo da Shanghai, dove risiedo da quindici anni, e dove sono restato anche negli ultimi tre mesi, resistendo alla tentazione di rientrare in Italia quando sembrava che la Cina sarebbe implosa in una crisi sanitaria senza precedenti, con la convinzione che qualsiasi movimento avrebbe aggiunto rischio al rischio sia per me, sia per i miei cari, sia per la comunità.

Ci siamo segregati in una sorta di quarantena volontaria per quasi due mesi, mettendo prudenza personale e senso civico al primo posto, la società ha retto la sfida, le autorità hanno saputo infondere la giusta fiducia nonostante alcune manchevolezze iniziali, la logistica ha funzionato mantenendo costanti le forniture nei supermercati, prevenzione di carattere occidentale unite all’etica sociale confuciana hanno fatto il resto e sembra ora finalmente a portata di mano una possibile vittoria contro il virus.

L’Italia è indubbiamente in grado di replicare questo percorso, la sfida sarà sicuramente vinta, e noi italiani ne usciremo da cittadini ancor più forti e consapevoli.

Seguiamo allora le poche, fondamentali regole prescritte “primieramente per gloria dell’Altissimo et poi ad utilità e commodo delle sue creature humane, viandanti e massime poveri, et in particolare della Valle di Sabbia mia patria (laqual amo et riverisco, imperochè a tutti è dolcißima la patria sua et per conseguente dolcißime le cose che ad essa trovasi giovare).”
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Andrea Cavagnini

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